Perché essere uomini di sinistra significa anche essere femministi

25 Novembre 2021

[Roberto Loddo]

Da tempo, grazie alla marea femminista e transfemminista che anima le nostre piazze, mi sono convinto che l’essere maschi, eterosessuali e di sinistra possa incidere in una forma positiva e propositiva sulla giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Ogni 25 novembre rifletto su come siano veramente tante le modalità in cui forme di discriminazione completamente (e apparentemente) differenti tra loro a volte si intrecciano. Non comprendere l’intreccio di discriminazioni ci fa conoscere solo la loro separazione in compartimenti stagni e non comunicanti tra loro.

Non comprendere questo intreccio colmo di sfumature, talvolta impercepibili, ci può portare a considerare ogni discriminazione chiusa e separata dalle altre, come se potessero esistere discriminazioni solo di classe, solo razziali o di genere. Come se queste dimensioni non potessero comunicare e non potessero avere lo stesso volto e lo stesso nome.

Bisognerebbe probabilmente maturare maggiore responsabilità e consapevolezza su cosa significa oggi tra noi maschi fare violenza sulle donne, fare violenza nei luoghi della conoscenza, nelle scuole, nelle università, e nei luoghi del lavoro, della famiglia e della politica. La violenza sulle donne è sempre legata al potere e si ciba delle banalità del senso comune diffuse da una visione patriarcale. Esistono visioni patriarcali che solo in apparenza non sono violente. Non c’è solo l’occhio nero di una violenza fisica visibile e riconoscibile.

L’ex vicedirettore di Raisport, il giornalista Enrico Varriale andrà a processo con rito immediato perché accusato di lesioni e stalking dalla sua ex compagna, che lo ha denunciato nei mesi scorsi. Salterà l’udienza preliminare, andando direttamente a processo perché le prove, da ciò che scrivono i giornali, sarebbero schiaccianti. Mi chiedo quando invece saranno messi in luce dall’opinione pubblica e stigmatizzati dalla società gli altri comportamenti dei maschi. Quelli costituiti da prove meno schiaccianti, meno riconoscibili e più difficili da raccontare.

Esistono, nella nostra quotidianità (al di là di ciò che viene nascosto dalle apparenze) situazioni dominate dall’assenza di trasparenza e dall’ambiguità che dovrebbero spingerci a coltivare comportamenti più equilibrati, trasparenti e orizzontali. Possiamo essere insegnanti, tutor, colleghi e compagni, e se lo siamo fuori da una relazione amicale o affettiva, ritengo non ci debba essere nessuna azione, commento e comportamento inadeguato funzionale a contaminare con la violenza la nostra relazione.

Cosa significa per me “comportamento inadeguato”? Mi ha colpito un progetto conosciuto su Instagram nel 2019 da una campagna contro la violenza maschile sulle donne all’università. Un progetto rimasto tale, non ancora attivo, che partiva dall’analisi di una frase, appunto, apparentemente banale: “oggi sei proprio bellina”. E proprio oggi perché? Perché siamo soli in un’aula dell’università o nel mio ufficio? La campagna analizzava proprio l’effetto voluto da colui che utilizza un comportamento inadeguato nei confronti di una donna mantenendo una forma di autorità nei suoi confronti e in qualsiasi ambiente si trovi.

Bisognerebbe interrogarci sul perché un comportamento inadeguato e molesto come questo ci appare come un comportamento equilibrato e normale. Addirittura “opportuno” perché legato alla dimensione della gentilezza e della galanteria. Probabilmente questo accade perché noi uomini siamo sovra-rappresentati in tutta la società e non abbiamo mai fatto veramente i conti con la nostra storia patriarcale, coloniale e fascista. Altrimenti apparirebbe normale. Perché non ci potrà mai essere gentilezza nelle intenzioni di chi pur non essendo intimo, ma trovandosi in una posizione di superiorità, pronuncia una frase del genere.

E quando parlo di noi uomini non parlo di tutti gli uomini. Parlo di coloro che sono i miei compagni. Perché lottare per la libertà e contemporaneamente per l’uguaglianza non basta più. Chi ha l’ambizione di costruire elementi di una nuova società superando il neoliberismo deve farsi carico di superare anche gli errori di chi nel secolo scorso ha tentato ma ha fallito. Essere uomini, eterosessuali e di sinistra nel XXI secolo significa anche essere femministi. Significa combattere tutte le forme di sfruttamento di essere umani su altri esseri umani. Patriarcato compreso.

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