Più di diecimila a voler le energie rinnovabili, ma non la speculazione energetica

15 Giugno 2024


[Stefano Deliperi]

L’attuale fenomeno della speculazione energetica è uno degli aspetti sicuramente più pericolosi per l’ambiente e le casse pubbliche.

E’ necessario far fronte all’immane alluvione di progetti per impianti energetici produttivi di energia da fonti rinnovabili. Solo in Sardegna oltre 800 progetti presentati per quasi 58 GW di potenza (quasi 30 volte la potenza degli impianti oggi esistenti in Sardegna, ben 7 volte l’obiettivo al 2030 stabilito in sede comunitaria), mentre nessuna moratoria regionale è esecutiva e verosimilmente potrà evitare questa overdose di progetti, tantomeno dopo l’accordo Stato – Regioni per l’individuazione delle c.d. aree idonee e non idonee per l’ubicazione dei nuovi impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili, comprendente elevati limiti minimi di nuova potenza installabile (per la Sardegna GW 6,264, cioè circa tre volte e mezzo quanto oggi esistenze, GW 1,93).

Ricordiamo che in tutto il territorio nazionale le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 31 marzo 2024 risultano complessivamente ben 5.678, pari a 336,38 GW di potenza, suddivisi in 3.642 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 144,84 GW (43,06%), 1.897 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 101,14 GW (30,07%) e 139 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica  a mare 90,41 GW (26,88%).

La Soprintendenza speciale per il PNRR, organo del Ministero della Cultura, dopo approfondite valutazioni, ha evidenziato in modo chiaro e netto che “è in atto una complessiva azione per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica/agrivoltaica, eolico onshore ed offshore) …  a livello nazionale, ove le richieste di connessione alla RTN per nuovi impianti da fonte rinnovabile ha raggiunto il complessivo valore di circa 328 GW rispetto all’obiettivo FF55 al 2030 di 70 GW” (nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024), cioè 4,7 volte l’obiettivo previsto a livello europeo.

Ed è proprio una moratoria nazionale l’obiettivo della petizione Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! promossa dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) che ha già ricevuto più di diecimila adesioni.

Fra le migliaia di sottoscrizioni, quelle di personalità della cultura impegnate nella tutela del Bel Paese (fra queste Caterina Bon Valsassina, dirigente del Ministero della Cultura e Direttrice dell’Istituto Centrale del Restauro, Margherita Eichberg, Soprintendente per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale), archeologi (fra loro Carlo TronchettiAngela Antona), uomini di scienza (come lo psicoterapeuta Alberto Schön, il biologo ed etologo Sandro Lovari), personalità impegnate nella società, in politica e nell’economia, come Renato Soru, anche personaggi dello spettacolo, come la notissima cantante Nada, impegnata da tempo per contrastare la speculazione energetica nella sua Maremma.

Soprattutto migliaia e migliaia di cittadini che vogliono esser ascoltati.

Nessun cittadino che voglia difendere il proprio ambiente e il proprio territorio, salvaguardando contemporaneamente il proprio portafoglio, può lavarsene le mani.

Quanto sta accadendo oggi in Italia nell’ambito della transizione energetica sta dando corpo ai peggiori incubi sulla sorte di boschi, campi, prati, paesaggi storici del nostro Bel Paese.

Il sacrosanto passaggio all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile (sole, vento, acqua) dalle fonti fossili tradizionali (carbone, petrolio, gas naturale) in assenza di alcuna seria pianificazione e anche di semplice buon senso sta favorendo le peggiori iniziative di speculazione energetica.

E’ ora che ciascuno di noi faccia sentire la sua voce: firma, diffondi e fai firmare la petizione popolare Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! .

Ormai siamo più di diecimila ad averlo già fatto.

Stefano Deliperi è il portavoce del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

*****

Petizione popolare per la moratoria nazionale delle autorizzazioni per impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili.

(https://chng.it/MNPNNM9Q62)

Al Presidente del Consiglio dei Ministri,

al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica,

al Ministro della Cultura,

al Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste,

Gent.mo Sig. Presidente, Gent.mi Sigg.ri Ministri,

i sottoscritti Cittadini,

premesso che

l’Italia, come tutti gli altri Paesi della Terra, deve affrontare la difficile sfida vitale del contrasto al cambiamento climatico e conseguentemente ha la necessità di abbandonare quanto prima le tradizionali fonti fossili di produzione energetica.

Il passaggio alle fonti rinnovabili di produzione energetica non può e non deve trasformarsi in una disastrosa speculazione energetica ai danni dell’ambiente, del paesaggio, dei suoli agricoli, dei contesti economico-sociali locali, della stessa identità storico-culturale di tanti luoghi d’Italia, come purtroppo sta accadendo in questi ultimi tempi.

L’enorme numero di progetti di impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili (5.678 al 31 marzo 2024) ha già ampiamente superato il target previsto a livello comunitario al 2030 (oltre 336 GW rispetto ai 70 GW concordati).

Essi sono finanziati o incentivati a vario titolo con fondi pubblici, in particolare del piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), e l’intervento pubblico per la promozione di fonti di energia rinnovabilenon può trasformarsi in un incentivo ad imprese predatorie per puro business.

In tutto il territorio nazionale le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a.(gestore della rete elettrica nazionale) al 31 marzo 2024 risultano complessivamente ben 5.678, pari a 336,38 GW di potenza, suddivisi in 3.642 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 144,84 GW (43,06%), 1.897 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 101,14 GW (30,07%) e 139 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica  a mare 90,41 GW (26,88%).

La Soprintendenza speciale per il PNRR, organo del Ministero della Cultura, dopo approfondite valutazioni, ha evidenziato in modo chiaro e netto che “è in atto una complessiva azione per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica/agrivoltaica, eolico onshore ed offshore) …  a livello nazionale, ove le richieste di connessione alla RTN per nuovi impianti da fonte rinnovabile ha raggiunto il complessivo valore di circa 328 GW rispetto all’obiettivo FF55 al 2030 di 70 GW” (nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024), cioè 4,7 volte l’obiettivo previsto a livello europeo.

In alcune regioni, per giunta aventi un sistema elettrico collegato al resto d’Italia con connessioni a portata contenuta (massimo 2 mila MW nei prossimi anni), come la Sardegna, la Soprintendenza speciale per il PNRR ha registrato “una complessiva azione per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica/agrivoltaica, eolico onshore ed offshore)tale da superare già oggi di ben 7 volte quanto previsto come obiettivo da raggiungersi al 2030 sulla base del FF55, tanto da prefigurarsi la sostanziale sostituzione del patrimonio culturale e del paesaggio con impianti di taglia industriale per la produzione di energia elettrica oltre il fabbisogno regionale previsto” (nota Sopr. PNRR prot. n. 27154 del 20 novembre 2023 e nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024).

Qui siamo alla reale sostituzione paesaggistica e culturale, alla sostituzione economico-sociale, alla sostituzione identitaria.  

In Sardegna, le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 31 marzo 2024 risultavano complessivamente ben 809, pari a 57,67 GW di potenza, suddivisi in 524 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 22,99 GW (39,87%), 254 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 16,86 GW (29,23%) e 31 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica  a mare 17,82 GW (30,90%).

57,67 GW significa quasi 30 volte gli impianti oggi esistenti in Sardegna, aventi una potenza complessiva di 1,93 GW (i 1.926 MW esistenti, di cui 1.054 MW di energia eolica a terra + 872 di energia solare fotovoltaica, dati Terna, 2021).

Un’overdose di energia che non potrebbe esser consumata sull’Isola (che già oggi ha circa il 38% di energia prodotta in più rispetto al proprio fabbisogno), non potrebbe esser trasportata verso la Penisola (quando entrerà in funzione il Thyrrenian Link la potenza complessiva dei tre cavidotti sarà di circa 2 mila MW), non potrebbe esser conservata (a oggi gli impianti di conservazione approvati sono molto pochi e di potenza estremamente contenuta).

Significa energia che dovrà esser pagata dal gestore unico della Rete (cioè soldi che usciranno dalle tasse dei contribuenti.

Gli unici che guadagneranno in ogni caso saranno le società energetiche.

Ma sono anche tante altre le aree del Bel Paese ormai aggredite da una speculazione energetica priva di remore e di utilità collettiva: la Tuscia, la Puglia, la Sicilia, la Maremma, i crinali appenninici.

Insomma, siamo all’overdose di energia producibile da impianti che servono soltanto agli speculatori energetici.

Attualmente, in attesa della pianificazione delle aree idonee e non idonee per l’installazione degli impianti (direttiva n. 2018/2001/UEart. 5 della legge 22 aprile 2021, n. 53) esiste soltanto una fascia di rispetto nel caso delle centrali eoliche estesa tre chilometri dal limite delle zone tutelate con vincolo culturale e/o con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).

Essere a favore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili non vuol dire avere ottusi paraocchi, non vuol dire aver versato il cervello all’ammasso della vulgata dell’ambientalismo politicamente corretto.

Pertanto,

RITENGONO

che debba essere lo Stato a pianificare in base ai reali fabbisogni energetici le aree a mare e a terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici e, dopo coinvolgimento di Regioni ed Enti locali e svolgimento delle procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), metta a bando di gara i siti così individuati al migliore offerente per realizzazione, gestione e rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica e conseguentemente

CHIEDONO

alle SS.VV., nell’ambito delle rispettive competenze (vds. sentenza Corte cost. n. 27/2023), l’adozione di un provvedimento di moratoria nazionale che sospenda qualsiasi autorizzazione per nuovi impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili in attesa della suddetta necessaria pianificazione condivisa.

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