Poligono Teulada vs Deposito scorie

16 Febbraio 2021

[Antonio Muscas]

Mi sento in dovere di spendere alcune parole in merito a due vicende attuali che riguardano la Sardegna, ovvero il processo in cui sono imputati cinque capi di stato maggiore per omicidio colposo, lesioni gravi in concorso e disastro ambientale nel poligono di Teulada e l’individuazione in Sardegna di 14 delle 67 aree prescelte per il deposito delle scorie nucleari.

La sollevazione generale e unanime contro il deposito delle scorie a cui hanno preso parte anche Anci Sarda e Governo Sardo è stata per certi versi persino sorprendente, abituati come siamo a subire in silenzio, quando non addirittura in maniera complice. Il pericolo di compromettere irreversibilmente la nostra isola allocandovi rifiuti nucleari ha apparentemente fatto prendere coraggio anche ai più pacati e riflessivi. I mezzi di informazione sardi e italiani per giorni hanno dedicato spazio alla notizia, non inaspettata ma comunque traumatizzante. La mobilitazione per un momento ha fatto sperare in una presa di coscienza generale e generalizzata, quel la che servisse da stimolo per superare una nostra atavica riverenza nei confronti dello stato italiano e dei suoi soprusi. Ma è bastato attendere l’udienza per il processo di Teulada per capire che, fatta salva la questione scorie, agli altri appuntamenti non si vede nessuno, salvo chi si è sempre speso per rivendicare giustizia e diritti.

Eppure per le scorie trascorreranno almeno sette anni prima di adottare una decisione definitiva e la Sardegna, tra l’altro, non è manco in cima alla lista dei siti. Certo, meglio non dare niente per scontato, ma se vogliamo parlare di problemi ipotetici e problemi reali, il deposito delle scorie non è neppure paragonabile in termini di pericolo e importanza ai poligoni militari. Nei poligoni di Quirra, Teluada e Capo Frasca sostanze pesino peggiori dell’uranio sono state impiegate per i test e le esercitazioni e hanno prodotto danni irreversibili a cose e persone. L’inquinamento è fatto consolidato, sancito da inchieste e perizie. Ci sono aree come la Penisola Delta a Capo Teulada talmente compromesse da non essere ritenute neppure bonificabili. E allora, mi chiedo perché simili disastri non suscitano l’attenzione dei mezzi di comunicazione e l’ira e l’indignazione di sindaci, Anci Sarda e governo sardo allo stesso modo delle scorie.

L’inquinamento dei poligoni militari è la piena evidenza degli abusi e delle prevaricazioni ai danni della nostra terra, delle comunità limitrofe alle basi e del personale militare e civile lì impiegato. Perché l’Anci Sarda non invia a tutti i sindaci della Sardegna, e perché no a tutti i sindaci italiani, una proposta di delibera in cui si chieda finalmente giustizia? Eppure la nostra salute è sempre la stessa, che a minacciarla sia un missile armato con torio o un deposito di rifiuti nucleari. Non vorrei, ma lo temo, che per carenza di attenta attenzione e riflessione, ci muovessimo un po’ a comando e a convenienza, cioè esclusivamente laddove c’è spazio per mettersi in mostra e si ha da rischiare poco. Diversamente non riesco a spiegarmi la ragione di tanto disinteresse quando in gioco c’è il nostro diritto a vivere bene e sani, il diritto ad autodeterminarci e scegliere liberamente il nostro percorso di vita.

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