Pubblicità e demagogia

1 Settembre 2013
Marco Ligas
Non sappiamo se le elezioni regionali precederanno quelle politiche: tra l’ipotesi di amnistia o l’attesa per un improbabile provvedimento di grazia a favore di Berlusconi, fra i ricatti e le minacce di crisi da parte del Pdl e l’arrendevolezza inammissibile del Pd non è escluso che le regionali saranno precedute dallo scioglimento delle camere.
In Sardegna intanto, come se le vicende politiche del paese non ci riguardassero e non avessero effetti su ciò che avviene nell’isola, si continua a parlare di primarie e di coalizioni, e naturalmente di candidati.
Lo si fa con irresponsabilità; le questioni generali, quelle che riguardano le prospettive della Sardegna, il futuro di tante persone giovani e meno giovani, il lavoro innanzitutto o la tutela dei beni comuni, la difesa del territorio o la ricerca di nuove attività produttive non inquinanti, tutto ciò rimane, e chissà sino a quando, ai margini dei vari discorsi, come se fossero prevalenti altri aspetti, quali l’affidabilità o la credibilità dei candidati, considerati arbitrariamente rappresentanti di aspirazioni popolari non meglio definite.
Si cerca il consenso facendo leva sui mezzi di comunicazione che offrono, anche attraverso le sole immagini, messaggi che vorrebbero essere significativi dei propositi e delle sensibilità dei candidati. Ma sono ben lontani dal rispondere alle aspettative e ai bisogni dei cittadini; il più delle volte vorrebbero dare rappresentazioni accattivanti di coloro che li promuovono ma in realtà sono manipolanti. E non a caso vengono considerati ambigui o, peggio, sprezzanti.
In queste settimane è apparsa su facebook una foto che ritrae Francesca Barracciu mentre è impegnata a lavare i piatti. Sono state date diverse interpretazioni a questa immagine, chiaramente strumentale. È evidente come l’obiettivo della Barracciu tendesse ad un giudizio positivo del tipo: una candidata alla presidenza della Regione che non trascura quelli che ancora oggi vengono considerati compiti di una brava donna di casa va apprezzata e perciò merita un sostegno. Ma al tempo stesso è emersa anche un’altra considerazione, quasi simmetrica: ma come, proprio Francesca Barracciu, sostenitrice della doppia preferenza di genere, si presenta nella veste di casalinga? E le pari opportunità? E perché nella foto non compare, a sostegno della parità dei ruoli, anche una figura maschile?
Se questa forma di comunicazione ingannevole dovesse affermarsi potremo davvero aspettarci iniziative analoghe. Sono sicuro per esempio che se Roberto Deriu, anziché inviare ripetutamente mail con le quali ci informa delle sue iniziative elettorali, mettesse su facebook qualche foto che lo ritrae mentre stira le sue camicie o mette in funzione la lavatrice o la lavastoviglie, raccoglierebbe molti consensi, soprattutto fra le donne. E quando mai si è visto un uomo, per di più un politico, capace di svolgere queste mansioni? Grazie a questa immagine potrebbe persino essere eletto governatore (ma questo non sarebbe un bene! I sardi non lo meritano).
Ma che c’entra tutto ciò col futuro dell’isola?
Pare che anche Michela Murgia voglia seguire questa strada, ma sbaglierebbe se, per rimediare alla fretta che ha avuto nel decidere la sua candidatura senza aver verificato con altre componenti della sinistra la possibilità di alleanze più ampie, seguisse gli esempi citati. Non si diventa più affidabili agli occhi dei cittadini usando strumenti di comunicazione demagogici che appartengono agli avversari che si  vogliono contrastare e sconfiggere.
Purtroppo negli ultimi decenni si sono affermate modalità di impegno politico che non garantiscono la partecipazione democratica dei cittadini alle scelte che li riguardano. Le primarie sono un aspetto di questo decadimento: nessun candidato potrà mai garantire la democrazia se non è sorretto da una formazione/partito che trovi il consenso nella società. Al di fuori di questa prassi prevalgono e diventano decisive le influenze dei mezzi di comunicazione, anche delle sole immagini pubblicitarie.

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