Sardegna chiama Sardegna: «Sardi per strada, turisti sotto un tetto. Subito una legge per il diritto all’abitare»

11 Aprile 2024

[red]

In Sardegna trovare una casa in affitto a lungo termine, soprattutto nelle coste, sta diventando sempre più un’impresa per single, famiglie, studenti e lavoratori stagionali, per via del boom degli affitti brevi legati al turismo.

Secondo quanto riportato dalla stampa, i dati di Immobiliare.it raccontano che a marzo 2024, per gli immobili residenziali in affitto, sono stati richiesti in media 14,62 euro al mese per metro quadrato, con un aumento del 11,8 % rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. In un solo anno, nella Provincia del Sud Sardegna i canoni proposti alle famiglie per affitti tradizionali hanno fatto un balzo del 32 %; nella Città Metropolitana di Cagliari del 12,3 %; nella Provincia di Sassari l’incremento è stato del 5,4 %; nell’Oristanese il 4,8 %; nella Provincia di Nuoro alcuni comuni costieri hanno dovuto aggiornare le tariffe medie quasi quadruplicandole. Ma non è tutto: negli ultimi 2 anni il prezzo medio in Sardegna ha raggiunto il suo massimo storico.

Dichiarano Danilo Lampis e Nicoletta Pucci, portavoce di Sardegna chiama Sardegna: 

«Chiediamo alla nuova Giunta della Regione Autonoma della Sardegna di inserire, tra le priorità dell’azione di governo, l’apertura di una discussione su una legge regionale che abbia come scopo la limitazione del numero degli immobili dati in locazione breve, al fine di contenere le ricadute negative sul mercato delle locazioni residenziali di lungo periodo. Una legge regionale che richieda ai singoli Comuni l’individuazione delle aree più colpite dagli aumenti degli affitti (siano quartieri o frazioni) ed introduca limitazioni per i grandi multiproprietari consentendo agli enti locali una certa autonomia nella loro concreta individuazione.

Pensiamo che vada tutelata la funzione di integrazione al reddito dell’attività di locazione breve per tante famiglie che hanno un secondo immobile di proprietà. Serve però chi si limiti l’aggregazione di autorizzazioni di locazione breve in capo a singoli proprietari che hanno tanti immobili, imponendo che una quota sia destinata ad essere affittata a lungo termine. Un’azione che andrebbe accompagnata con un complesso di politiche abitative pubbliche rivolte alle fasce più povere. 

Il diritto all’abitare per chi decide di vivere, studiare e lavorare stabilmente in Sardegna viene prima del profitto dei grandi proprietari.»

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