Senza casa, senza futuro

19 Maggio 2023

Foto Alessandra Cecchetto

[Roberto Loddo]

La fotografa Alessandra Cecchetto ha seguito per il manifesto sardo la protesta contro il caro affitti di Ilaria Lamera, studentessa bergamasca ventitreenne che la mattina del 4 maggio ha deciso di dormire in una tenda montata di fronte al Politecnico di Milano in Piazza Leonardo da Vinci. Una protesta che ha portato centinaia di studenti e studentesse a seguirne l’esempio e piantare le tende davanti alle loro università in tutta Italia.

Foto Alessandra Cecchetto

Ilaria Lamera in questi giorni è stata intervistata da tutti i giornali, visitata da sindacalisti, segretari di partito delle forze d’opposizione, sindaci, docenti e rettori solidali con la mobilitazione che ha svelato una situazione insostenibile che costringe una intera generazione di non privilegiati alla esclusione del diritto allo studio e all’emarginazione. I dati Istat mostrano una situazione drammatica con i prezzi delle camere singole che risultano aumentati di ben 11 punti percentuali rispetto al 2021, e di 13 punti rispetto al 2022, fino a raggiungere un agghiacciante costo medio mensile di 539 euro e annuale di oltre sei mila euro con picchi massimi nelle grandi città come Milano, Padova, Roma, Firenze e Bologna, che hanno toccato affitti mensili anche di 700 euro al mese. E parliamo delle città dove si concentra circa un quarto del totale dei fuori sede italiani.

Foto Alessandra Cecchetto

Ilaria Lamera non è sola. Accanto alla sua tenda sono comparse altre tende e il sostegno alla mobilitazione si è così connesso con le istanze che da tempo i collettivi universitari e le organizzazioni studentesche portano avanti ormai da decenni nel vergognoso e complice silenzio delle politiche degli ultimi governi e delle giunte regionali che hanno scelto di favorire la speculazione immobiliare a discapito di chi cerca di costruire il proprio futuro.

Foto Alessandra Cecchetto

“Senza casa, senza futuro” è lo slogan che ha accompagnato questa protesta dall’inizio. Un motto a cui si sono riconosciuti subito altri studenti e studentesse che hanno montato le loro tende anche alla Sapienza di Roma, Torino, Firenze, Pavia e Cagliari. A Cagliari il sindacato universitario dell’Unione degli universitari ha piazzato una tenda da campeggio davanti all’ingresso del polo universitario dell’ex clinica Aresu. Una protesta partita proprio nel giorno in cui la ministra dell’Università e ricerca, Anna Maria Bernini, è intervenuta in videocollegamento nel capoluogo durante un evento sull’Einstein Telescope. Una situazione intollerabile anche in Sardegna. “A Cagliari, per esempio, dopo la pandemia stiamo assistendo a dei forti rincari. Si parte da 250-300 euro a letto, ma la domanda è superiore all’offerta. E questo è un meccanismo che fa salire i costi per esercitare il diritto allo studio “, ha commentato Matteo Pisu, coordinatore di UniCaralis, rappresentante della facoltà di Scienze politiche, economiche e sociali e del dipartimento di Giurisprudenza.

Foto Alessandra Cecchetto

Gli studenti chiedono di realizzare residenze universitarie che rientrino nel diritto allo studio, le uniche che possono garantire a tutti gli studenti di studiare, indifferentemente dalla loro situazione economica, ma anche l’incremento del fondo di sostegno ai fuorisede. Troppo pochi i 4 milioni di euro previsti dalla legge di bilancio: una cifra ridicola vista la colossale crisi abitativa e il caro affitti. L’emendamento presentato dal Governo che sbloccava i 660milioni del PNRR in residenzialità universitaria è stato ritirato due giorni fa. L’Unione degli Universitari non si stupisce e dichiara in una nota che “L’emendamento era stato inserito all’interno di un provvedimento che non trattava la materia in questione. Non solo siamo statə presə in giro negli ultimi giorni con l’illusione di uno stanziamento straordinario che straordinario non era, oggi questi fondi – oltre ad essere insufficienti ed erogati perlopiù nel privato – continuano a non essere sbloccati. Noi continueremo i nostri presidi in tutti gli atenei italiani finché non riceveremo ascolto: senza casa, senza futuro”.

Foto Alessandra Cecchetto

Per Link Coordinamento Universitario, la ministra dell’Università durante un’interrogazione alla camera ha ribadito quello denunciano da mesi: “L’obiettivo dei famosi 660 milioni previsti dal PNRR è quello di aprire un nuovo mercato regalando fondi a privati. Come è possibile che dopo tutte le proteste non si metta ancora al centro delle scelte politiche i bisogni delle migliaia di persone che sono fuorisede? Non ci fermiamo! In questi giorni in tutto il paese stiamo continuando le azioni di protesta nelle città universitarie”. Basta farsi un giro per Cagliari e nelle piattaforme online per comprendere che oggi affittare una casa ai turisti è molto più conveniente in termini economici e di garanzie. Come ogni anno il centro storico in questi giorni sta per essere trasformato in una Disneyland per turisti grazie anche al sistema di legge sulle locazioni abitative che favoriscono con importanti sgravi fiscali gli affitti brevi.

Foto Alessandra Cecchetto

Gli affitti brevi sono causati da un sistema di ingiustizie e disuguaglianze denunciato da tempo Cgil e Sunia, la principale organizzazione degli inquilini privati e degli assegnatari di edilizia pubblica: “Occorre una nuova politica e un progetto complessivo di diritto allo studio, all’interno del quale devono essere individuate anche forme di sostegno abitativo per gli studenti fuori sede, altrimenti il concetto stesso di mobilità studentesca rischia di scomparire nel nostro Paese, bloccando ulteriormente le sue possibilità di sviluppo ed evoluzione sociale. Occorre che Governo, Regioni e Comuni intervengano”.

Foto Alessandra Cecchetto

Secondo i sindacati infatti i fondi del Pnrr non stanno andando nella direzione di favorire il diritto allo studio, ma soprattutto sono indirizzati verso il settore privato e il libero mercato. Secondo Cgil e Sunia “occorre istituire dei fondi a favore dei Comuni per coofinanziare l’acquisto e la ristrutturazione di alloggi, a partire dal patrimonio invenduto degli enti previdenziali, di aziende pubbliche e private fallite, dai beni confiscati alla mafia, battaglia culturale oltre che vertenziale. C’è la necessità – concludono – di costruire e attuare un welfare che si misuri con il mutato assetto sia sociale che economico delle città e con i molti aspetti delle nuove povertà e con le nuove disuguaglianze”.

Quali soluzioni possono essere applicate oggi, nell’emergenza? Tutte le organizzazioni studentesche evidenziano come una soluzione all’emergenza passi per un tetto agli affitti, una prospettiva che potrebbe fermare la speculazione delle multinazionali della casa e del cemento.

C’è poi la grande questione degli immobili vuoti che potrebbero fare aumentare l’offerta se trasformati in studentati. Spazi che potrebbero essere resi pubblici e fruiti dalla collettività, ma che oggi rimangono sospesi, inutili, vuoti e funzionali alla speculazione. Si comprende subito che va fatta una scelta politica precisa: O il mercato o gli studenti.

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