Sui 18 anni del Pd

19 Ottobre 2025

[Matteo Lecis Cocco Ortu]

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Matteo Lecis Cocco Ortu sui 18 anni del Partito Democratico e una prima risposta di Roberto Loddo a cui auspichiamo che seguano altri contributi di dibattito.

Nella mia camera è appesa una bandiera del Partito Democratico che negli anni si è riempita di ricordi, tessere, pass, spille e simboli di campagne elettorali, battaglie civili e momenti di comunità. È diventata una sorta di mappa della memoria politica e personale, un collage di volti, luoghi, ideali e relazioni che hanno accompagnato un percorso iniziato con entusiasmo e che oggi continua con la stessa convinzione.

Rappresenta il PD che ho avuto l’opportunità di vivere dalla sua nascita: prima come elettore, dalle primarie di fondazione, poi come militante, amministratore e dirigente.

Un partito che diventa maggiorenne, in un mondo in cui la rappresentanza è sempre più in crisi e proliferano partiti personali, legati alle sorti di classi politiche sempre più autoreferenziali.

Quella bandiera per me tiene insieme partecipazione civica, impegno sociale, campagne elettorali, relazioni e reti costruite con una generazione di democratiche e democratici che in Italia stanno dando vita a un nuovo PD.

Un partito guidato da due anni con sapienza e intelligenza da chi ha capito che la priorità è tornare nei luoghi del disagio, dimostrare nei territori la capacità di buon governo, costruire ponti per rendere possibile un’alternativa e alzare l’asticella dell’ambizione, lottando contro le disuguaglianze e proponendo di superare un modello di sviluppo capitalista che le accresce in Italia, in Europa e nel mondo.

Un PD che, attraverso il confronto interno tra le diverse culture che lo compongono, elabora politiche per tenere insieme la crescita e la giustizia sociale: aumentando la produttività delle nostre imprese, investendo nella transizione ecologica e digitale, valorizzando il capitale umano e sociale, affrontando le sfide del cambiamento tecnologico e delle intelligenze artificiali, ripensando i servizi pubblici in sinergia con il terzo settore e rilanciando scuola e sanità pubblica come pilastri di uguaglianza e cittadinanza.

Un PD che non ha paura di condannare il genocidio in corso a Gaza, di scegliere la pace e l’integrazione europea, di stare accanto ai giovani che nelle piazze chiedono rispetto per l’ambiente, diritti per chi è ancora escluso, libertà e giustizia per le donne ancora vittime di una cultura patriarcale.

Sono orgoglioso, in questo compleanno, di essere dirigente nazionale di questo nuovo Partito Democratico guidato da Elly Schlein, e di vedere che anche in Sardegna — finalmente — si apre una nuova fase, in cui sono convinto che una nuova generazione sarà protagonista.

Buon compleanno a noi, e soprattutto a chi crede nei valori e nell’etica di questo partito per convinzione, non per opportunismo.

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