Tuvixeddu, basta volerlo

16 Febbraio 2012

Stefano Deliperi

Che la sorte dell’area di Tuvixeddu sia un argomento “forte” a Cagliari da oltre vent’anni è cosa certa, anzi certissima.   Le polemiche di queste ultime settimane lo dimostrano ancora una volta. Da qualche mese, però, c’è un dato ulteriore da non tralasciare. Infatti, Cagliari ha per la prima volta nella sua storia recente un’amministrazione comunale di centro-sinistra. Massimo Zedda e la sua coalizione hanno battuto nettamente gli avversari del centro-destra in buona sostanza perché lustri di governo locale hanno consegnato ai giorni nostri una città semplicemente bollita.     In più c’è stata anche la ventata nazionale anti-berlusconiana, senza sminuire in alcun modo l’effetto novità Kasteddaio.  E le aspettative. Questo comporta però un assillo quotidiano da parte di mille parti che vorrebbero veder realizzate ora-subito-adesso le proprie istanze da parte del sindaco Zedda.    Che di nome fa Massimo, non Mandrake e nemmeno Merlino.  
E nemmeno è uno studente atteso dal compito in classe che deciderà il suo primo quadrimestre. Quanto accade in questi giorni riecheggia le vicende del settembre scorso.   Ricordiamole. Il 5 settembre 2011 si era tenuta la riunione del Comitato di sorveglianza per l’attuazione dell’accordo di programma Regione – Comune – Privati su Tuvixeddu–Tuvumannu, a Cagliari.      Dalle cronache e dalle dichiarazioni di tutte le parti era emersa una disponibilità alla trattativa per concludere nel più breve tempo possibile la vicenda con una soluzione definitiva e – per quanto riguarda gli interessi pubblici – la realizzazione del parco archeologico-ambientale di Tuvixeddu.  
Seguivano varie polemiche, vivacissime su blog, sulla presunta arrendevolezza del Sindaco Massimo Zedda alle pretese immobiliari, arrendevolezza che – a ben vedere – non si comprendeva dove si fosse concretizzata.   E non lo si comprende tuttora. Dura la reazione del sindaco Zedda. 
In riferimento al colloquio avuto da parte di Vincenzo Tiana (Legambiente), Maria Antonietta Mongiu (Sardegna Democratica), Maria Paola Morittu e Giorgio Todde (Italia Nostra) con alcuni consiglieri comunali di maggioranza  intervistato da Sardegna Quotidiano (11 settembre 2011) diceva testualmente: “D – Dicono che Renato Soru possa mettere bocca sulle sue decisioni… R – Ci parlo, come faccio con tutti. Ho incontrato tante volte Soru, ma mai mi ha detto cosa dovrei e non dovrei fare. Sono altri quelli che pretendono di dettare la linea. D – Chi, ad esempio? R – Per esempio gli ambientalisti che l’altro giorno sono stati accolti in Municipio dai consiglieri comunali della maggioranza, proprio per parlare di Tuvixeddu. Beh, sappiano che non mi faccio dettare l’agenda da nessuno”. Sulla pluriennale vicenda di Tuvixeddu, in realtà, era emersa l’esigenza di un approfondimento all’interno della maggioranza consiliare: Giuseppe Andreozzi (Rossomori), Francesco Ballero (P.D.) e Giovanni Dore (I.d.V.), consiglieri e avvocati, dovevano predisporre una base per una discussione comune per i  successivi sviluppi. Nei giorni scorsi è nata una nuova durissima polemica, vivace (e per ciò positiva) ma pesante nei toni e nelle allusioni.  
Avviata da un intervento dello scrittore Giorgio Todde (Italia Nostra) pubblicato su La Nuova Sardegna, proseguita sul blog del giornalista Vito Biolchini e ripresa in vari altri spazi web1.   Una vera e propria arena di commenti dove insulti e prese di posizione tanto denigratorie quanto partigiane (e anche un po’ tafazziane) hanno soffocato ragionamenti e considerazioni, soprattutto dal punto di vista giuridico2, aspetto che – piaccia o no – nella complessa vicenda di Tuvixeddu ha un peso determinante. Si tratta, appunto, di una vicenda complessa, ma qualche punto fermo c’è e – per logica e buon senso – da qui si dovrebbe partire per raggiungere una soluzione definitiva che porti al soddisfacimento degli interessi pubblici per la salvaguardia e la realizzazione di un grande parco archeologico-ambientale. In primo luogo l’accordo di programma immobiliare (15 settembre 2000; art. 27 della legge n. 142/1990 e s.m.i., ora art. 34 del decreto legislativo n. 267/2000 e s.m.i., nonché art. 11 della legge n. 241/1990 e s.m.i.),  deleterio per i valori storico-culturali e ambientali del sito, è valido ed efficace, fin quando non verrà revisionato o reso nullo da decisioni amministrative o giurisdizionali o da esercizi della facoltà di recesso, salvo eventuali penali.  Il Comitato di sorveglianza è l’organo (di fonte pattizia) per la “gestione” dell’accordo medesimo. Chi non tiene conto di questo elemento fondamentale non può che avere una visione parziale e – in ultima analisi – deleteria per la salvaguardia del Colle, prospettando scenari già sanzionati quali illegittimi dai Giudici amministrativi. C’è da ricordare, specificamente, che la gran parte dei terreni compresi nell’area archeologica di Tuvixeddu sono pervenuti in proprietà al Comune di Cagliari proprio in forza del citato accordo di programma e un eventuale recesso unilaterale aprirebbe la strada ad azioni civili di rivendica da parte dei soggetti privati conferitori o – in caso di accessione invertita, applicabile quantomeno per i terreni oggetto dei lavori già avviati del parco archeologico-ambientale – a richieste di risarcimento dei danni nei confronti del Comune di Cagliari, ulteriori rispetto ai contenziosi già aperti.  E’ questo che si vuole? Chiunque semplicemente mastichi un po’ di diritto non può ignorare questi argomenti. In secondo luogo, il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 1366/2011 – molto importante, ma non risolutiva – ha dato forza alle ragioni della tutela delineando il percorso amministrativo che si dovrà seguire.   Lo ricordiamo. Il Consiglio di Stato, VI Sezione, con sentenza 3 marzo 2011, n, 1366 ha accolto il ricorso della Regione autonoma della Sardegna (Amministrazione Soru) avverso la sentenza del T.A.R. Sardegna, II Sezione, 14 novembre 2007, n. 2241, che aveva annullato le disposizioni di tutela discendenti dal piano paesaggistico regionale – P.P.R. La Regione aveva impugnato la sentenza del Giudice amministrativo sardo nella parte in cui aveva accolto i motivi di ricorso del Comune di Cagliari (difetto di istruttoria e di motivazione, illogicità delle previsioni di piano) relativi all’individuazione del complesso Tuvixeddu-Tuvumannu (circa 50 ettari) fra le “aree caratterizzate da preesistenze con valenza storico cultruale” tutelate ai sensi dell’art. 49 delle norme di attuazione del P.P.R.     Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso, confermando (come già il T.A.R. Sardegna) che la Regione possa mediante il piano paesaggistico prevedere motivatamente una specifica disciplina di tutela su aree di valore ambientale e storico-culturale (artt. 131 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e ricordando che “il piano paesaggistico è cogente e immediatamente prevalente sulla strumentazione della programmazione urbanistica degli enti locali” (art. 145, comma 3°, del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).   
La sentenza, come prevedibile, aveva già suscitato reazioni contrastanti, molto “vivaci”, riguardo le conseguenze sulle sorti di un’area che accoglie il più importante sito sepolcrale punico-romano (con testimonianze fino all’epoca alto-medievale) del Mediterraneo. Proviamo, quindi, in estrema sintesi, a verificare quale via abbia indicato il Consiglio di Stato per il futuro di Tuvixeddu. La sentenza rappresenta un deciso riconoscimento del valore ambientale, archeologico e paesaggistico di Tuvixeddu e riporta l’area nell’alveo della tutela del piano paesaggistico regionale, con tutte le disposizioni di carattere generale e particolare.       Fra le disposizioni di carattere generale (Parte prima, Titolo II “Disciplina generale” delle norme di attuazione del P.P.R.) c’è, comunque, l’art. 15, comma 3°, delle norme di attuazione, che consente “per i Comuni dotati di P.U.C. approvato … nelle … zone C, D, F e G” la realizzazione degli “interventi previsti negli strumenti urbanistici attuativi purchè approvati e con convenzione efficace alla data di adozione del Piano Paesaggistico Regionale”.    Tali disposizioni si applicano agli “ambiti di paesaggio costieri di cui all’articolo 14″, cioè a tutto il territorio del Comune di Cagliari, già dotato di P.U.C. e rientrante nell’ambito di paesaggio costiero n. 1 “Golfo di Cagliari”.
Il noto progetto edilizio Iniziative Coimpresa è oggetto di un accordo di programma immobiliare, cioè uno strumento attuativo del P.U.C. di Cagliari, approvato e convenzionato prima della data di adozione del P.P.R. La previsione della subordinazione a successiva “intesa” Regione-Provincia-Comune delle parti di tali interventi non munite di titoli abilitativi (es. concessioni edilizie), disposta dal successivo comma 4°, è stata annullata dai Giudici amministrativi. Però le parti del progetto immobiliare Iniziative Coimpresa, così come di altri progetti immobiliari presenti nelle aree interessate, ricadenti nelle zone C–completamento, D–industriali e G–servizi (zone F–turistiche non ve ne sono) non riguardano certo tutta l’area disciplinata ora nuovamente con il P.P.R.   Anzi. E qui interviene chiaramente il Consiglio di Stato che ha esplicitamente affermato: “Resta stabilito, quanto alla concreta ed autonoma disciplina di salvaguardia, che la regolamentazione definitiva dell’area è rinviata ad un’intesa tra Comune e Regione, fermo che ‘all’interno dell’area individuata è prevista una zona di tutela integrale, dove non è consentito alcun intervento di modificazione dello stato dei luoghi, e una fascia di tutela condizionata’ (art. 48, comma 2, delle NTA)”. In buona sostanza – al di là di divergenze interpretative sempre possibili – il Consiglio di Stato ha ritenuto opportuno ricordare che c’è “una zona di tutela integrale”, “una fascia di tutela condizionata” e una restante area da disciplinare mediante intesa fra Regione e Comune.     Sicuramente oggi è radicalmente complicata la vita ai progetti edilizi nelle aree interessate, le esigenze della tutela sono state nettamente rafforzate, ma sarà fondamentale seguire attivamente le fasi di formazione della prevista “intesa” Regione-Comune indicata dal Consiglio di Stato.3 I tentativi scomposti di variante urbanistica effettuati nel giugno 2011 dalla vecchia Amministrazione Floris sono giunti all’attenzione della magistratura inquirente proprio su segnalazione delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra.
A tutt’oggi, però, rimangono necessari la revisione del piano urbanistico comunale nel senso indicato dal Consiglio di Stato e la revisione dell’accordo di programma.   A meno che non si voglia puntare sul recesso comunale dall’accordo di programma – sempre possibile – con tutte le conseguenze economiche del caso e la conseguente retrocessione delle aree ai Privati.   E nuovi probabili contenziosi oltre a quelli già aperti. E qui si inserisce il primo atto rilevante della nuova Amministrazione Zedda in proposito. Con la deliberazione n. 1 dell’11 gennaio 2012 la Giunta comunale di Cagliari ha proposto al Consiglio l’adozione dei criteri a cui attenersi per la definizione del futuro dell’area d’interesse archeologico-ambientale di Tuvixeddu in sede di attuazione del P.P.R., alla luce della nota sentenza Cons. Stato 3 marzo 2011, n. 1366.
La Regione autonoma della Sardegna (nota del 31 maggio 2011) aveva, infatti, da tempo invitato il Comune di Cagliari e le strutture del Ministero per i beni e attività culturali ad avviare la relativa procedura di co-pianificazione attraverso l’istituto dell’intesa. Proprio la via indicata dal Consiglio di Stato. L’area archeologica di Tuvixeddu è un’area caratterizzata da edifici e manufatti di valenza storico culturale, un bene paesaggistico (art. 48, comma 1°, lettera a 3, delle norme tecniche di attuazione del P.P.R., legge regionale n. 13/2008), tutelata con una fascia di rispetto esterna larga almeno mt. 100 “sino all’analitica delimitazione cartografica delle aree”, d’intesa fra Regione, Comune e Ministero per i beni e attività culturali, esclusivi soggetti pubblici individuati dalla norma.
La Giunta comunale ha ritenuto di proporre al Consiglio la linea da seguire nel corso della suddetta procedura indicando nell’area tutelata con il vincolo storico-culturale-archeologico (D.M. 2 dicembre 1996) quale fascia di tutela integrale, mentre l’area di tutela condizionata sarà esterna e della profondità di mt. 100 riducibili, se non si creano problemi per la tutela del bene e tenendo conto della zonizzazione urbanistica presente nel vigente P.U.C. (che ricalca l’accordo di programma immobiliare del 2000).    A esse si aggiungeranno i beni paesaggistici già individuati (es. Grotta della Vipera) e da individuare puntualmente. Naturalmente dovranno fare la loro parte – in particolare per le competenze in materia di tutela paesaggistica – la Regione e, soprattutto, gli organi del Ministero per i beni e attività culturali, ad esempio anche imponendo sacrosante “prescrizioni di tutela indiretta” per la salvaguardia e la migliore fruizione del “bene culturale” (Tuvixeddu), ai sensi degli artt. 45-47 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i. Preferibile, comunque, eliminare ogni riferimento all’eventuale contrazione della fascia di rispetto, per evitare di offrire qualsiasi appiglio a chi di “rispetto” verso il bene culturale-ambientale ne ha sempre avuto poco. In buona sostanza, si tratta della mera “base di partenza” (per conto del Comune) per la definizione puntuale dell’area come individuata nel P.P.R. e indicata dal Consiglio di Stato.   Difficile cogliere quando, dove e come l’Amministrazione Zedda abbia dato il “via libera al cemento sul colle di Tuvixeddu”. A meno che non si voglia inibire rigorosamente qualsiasi attività edilizia in Via Is Mirrionis, in Via Asiago e dintorni o nell’Ospedale “SS. Trinità”, ad esempio, rientranti nella medesima individuazione del P.P.R. ma difficilmente qualificabili come “beni ambientali” o “beni culturali”
Ciò non toglie che un po’ di sana comunicazione istituzionale in favore dei cittadini non farebbe male, visto che si tratta di vicende complesse e scelte importanti per la Città. Dopo la definizione puntuale dell’area dovrà esser avanzata la proposta di modifica del noto accordo di programma secondo le indicazioni del P.P.R. (così integrato) e del Consiglio di Stato. Ultimi, non marginali, elementi. E’ stato avviato l’intervento di bonifica ambientale, messa in sicurezza e valorizzazione della via sepolcrale romana alle pendici di Tuvixeddu, verso Viale S. Avendrace.  
Qui non ci sono ricorsi, giudizi, procedimenti penali, sequestri, rinvii a giudizio e polemiche di alcun genere.   Può e deve esser tutelata, in sicurezza, visitabile e fruibile.    Oggi, subito, adesso. Infine, davanti al Tribunale di Cagliari, Sez. I (presidente Mauro Grandesso, giudici Carlo Renoldi e Alessandra Angioni) è in corso il dibattimento penale relativo a varie ipotesi di reato concernente lavori edilizi e opere finalizzate al parco archeologico-ambientale di Tuvixeddu. Sono costituiti parte civile (avv. Lia Pacifico) le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico.  In splendida solitudine, perché?

1 da La Nuova Sardegna, 6 febbraio 2012, Dalla giunta Zedda via libera al cemento sul colle di Tuvixeddu. (Giorgio Todde): http://lanuovasardegna.gelocal.it/cronaca/2012/02/06/news/dalla-giunta-zedda-via-libera-al-cemento-sul-colle-di-tuvixeddu-5603197

dal blog di Vito Biolchini, 7 febbraio 2012, Apocalittico Todde! “Con Zedda, cemento selvaggio a Tuvixeddu e in tutta Cagliari!”. È vero? Secondo me no. E vi spiego il perché: http://vitobiolchini.wordpress.com/2012/02/07/apocalittico-todde-con-zedda-cemento-selvaggio-a-tuvixeddu-e-in-tutta-cagliari-e-vero-secondo-me-no-e-vi-spiego-il-perche/

9 febbraio 2012, Todde su Tuvixeddu l’ha sparata grossa, ma Zedda perché non ha risposto? La paura di “farsi dettare la linea” non può mortificare il confronto: http://vitobiolchini.wordpress.com/2012/02/09/todde-su-tuvixeddu-lha-sparata-grossa-ma-zedda-perche-non-ha-risposto-la-paura-di-farsi-dettare-la-linea-non-puo-mortificare-il-confronto/

dal blog di Matteo Lecis Cocco Ortu (consigliere comunale P.D.), 6 febbraio 2012
Sicuri che la giunta Zedda dia il via libera al cemento?: http://matteoleciscoccoortu.wordpress.com/2012/02/06/sicuri-che-la-giunta-zedda-dia-il-via-libera-al-cemento/

dal sito web di Sardegna Democratica, 6 febbraio 2012, Dalla giunta Zedda via libera al cemento sul colle di Tuvixeddu: http://www.sardegnademocratica.it/culture/dalla-giunta-zedda-via-libera-al-cemento-sul-colle-di-tuvixeddu-1.25865

9 febbraio 2012, lettera aperta su Tuvixeddu (Italia Nostra): http://www.sardegnademocratica.it/culture/lettera-aperta-su-tuvixeddu-1.25933


2
fra i pochi contributi in tal senso sicuramente quello di Andrea Pubusa, apprezzato docente di diritto amministrativo. Vds. “Tuvixeddu: è ragionevole l’alea del giudizio?” (13 febbraio 2012): http://www.democraziaoggi.it/?p=2352, “Tuvixeddu: Zedda ha paura, Italia nostra incalza. Che fare?” (11 febbraio 2012): http://www.democraziaoggi.it/?p=2351.


3 Inoltre, sarà importante l’esito del ricorso n. 4444/2010 degli Amici della Terra pendente sempre davanti al Consiglio di Stato e riguardante l’autorizzazione paesaggistica emanata nel lontano 1999 in favore dell’intero accordo di programma immobiliare. Se sarà annullata, cade l’accordo di programma immobiliare.

12 Commenti a “Tuvixeddu, basta volerlo”

  1. Andrea Nurcis scrive:

    Agli amministratori di Cagliari chiedo di vedere il futuro di Tuvixeddu come una importante risorsa da mettere in relazione con quello che sta accadendo oggi nell’area del Mediterraneo a causa dei cambiamenti politici che stanno sconvolgendo il Nordafrica.
    Abbiamo visto popoli che si sono liberati dalle dittature per chiedere la democrazia; è sicuro che nei prossimi decenni il Mediterraneo sarà un’area in cui avverranno scambi economici e culturali fondamentali per tutto il pianeta. La Sardegna e Cagliari si trovano al centro di tutto questo, come un ponte ideale tra l’ Africa e l’Europa. Tuvixeddu-Tuvumannu sono la testimonianza millenaria dei rapporti che i popoli nordafricani hanno avuto con la Sardegna. Da queste basi bisognerebbe immaginare e progettare il futuro di Cagliari e dei suoi colli e non da una semplice concezione urbanistica nella riorganizzazione di un’area verde, che dovrà essere restituita ai cittadini di Cagliari e quindi “consumata” da un turismo richiamato dalla presenza della necropoli. Più che gli gli architetti o gli ingegneri forse dovrebbero essere interpellati i botanici, i geologi e gli zoologi, per la ricostruzione di quel paesaggio che per decenni ha subito gravi ferite, affinchè la morfologia di quell’area e le sue caratteristiche fauno-floristiche ritornino il più possibile vicino ai loro valori originali. Tuvixeddu-Tuvumannu dovrebbero diventare un centro culturale di riferimento per i popoli del mediterraneo, nostri fratelli.

  2. Elio Pillai scrive:

    Devo confessare che ne’ ho letto solo meta’ di quest’articolo,non sono riuscito ad andare oltre,ma sinceramente devo dire che mi è bastato.
    “il codice Urbani,obbliga i comuni ad adeguare i puc al piano paesaggisto regionale,in sei anni l’amministrazione Floris non l’ha fatto,”uniamoci sull’urbanistica”,a Cagliari abbiamo un puc non adeguato al ppr””Il piano particolareggiato del centro storico,quello che riempie di cemento i vuoti urbani è la conseguenza di quest’ omissione” ,” A Cagliari non restera’ un fazzoletto di terra dove i ragazzi possono giocare a pallone”ecc ecc…
    Queste solo alcune delle dichiarzazioni del consigliere regionale e del consigliere comunale Massimo Zedda,fatte durante la sua campagna elettorale a Sindaco di Cagliari.
    Ora sinceramente dott. Deliperi non siamo davanti a uno sprovveduto che ha sbagliato la sua campagna elettorale perchè non era sufficientemente informato su Tuvixeddu e di cio che succedeva a Cagliari, e precisamente dentro il comune. Lo sapeva eccome, era lì che studiava le mosse degli avversari attaccando e ironizzando sui progetti della giunta Floris.
    Zedda su questo ha costruito la sua fortuna elettorale.
    Ora cosa succede…gli elettori presentano il conto a Zedda, chiedono giustamente conto delle sue scelte, e se le sue scelte appaiono contigue alla giunta Floris in materia urbanistica bisogna avere il coraggio di criticarlo.
    Cio’ che separa la sinistra dalla destra è la cultura e per dirla in termini Gramsciani dire la verita’.

  3. Tuvixeddu: Deliperi molla due schiaffoni a Todde, La Nuova ancora contro Zedda e il centrosinistra alla Regione presenta una proposta di legge sul colle! « vitobiolchini scrive:

    […] Todde che qualche giorno fa aveva lanciato l’allarme cemento. Nel suo articolo dal titolo “Tuvixeddu, basta volerlo”, Deliperi […]

  4. Musu Altieri scrive:

    Deliperi fa una grande confusione e confonde il giovane sindaco che teme di non avere carte sufficienti e invece è forte. Deliperi confonde i vincoli. Quello del 96 con quello del 97. Uno piccolo e l’altro molto grande. Uno ministeriale – quello richiamato da Zedda – l’altro regionale. Sorvola sulla subordinazione espressa dal Comune: che annuncia di stare in ossequio a Puc ovvero a Accordo di programma assunto in toto da Puc. Perché? Il grande Pillai al quale mando mail personale di consenso a suo post dice cose molto interessanti e che spiegano le contraddizioni in corso,interpreta in modo saggio la bagarre che la delibera ha sollevato. Se fosse tutto normale vi pare che ci sarebbe questa levata di scudi? Contro Zedda perchè mai? Chi spaccava il capello in 12 e in 24 prima del “processo” a Soru ora non lo osserva neppure il capello e sta pensando di mettere una pietra sopra a Tuvi ( o molte pietre).

  5. Gabriele Ainis scrive:

    Gentile Deliperi,
    premessi l’apprezzamento per lo sforzo chiarificatore e la condivisione delle sue conclusioni, nutro qualche dubbio che il suo intervento possa contribuire al rasserenamento di una polemica innescata da altro che non il bene pubblico.
    Direi che la controversia sia da imputare alla consapevolezza che si è giunti in dirittura di arrivo e sono molti, a livello politico e culturale, che desiderano (forse a ragione, sia chiaro) vantare un apporto positivo alla buona conclusione della vicenda. Il sindaco, per ovvi motivi, incasserà un elevato ritorno di immagine e si percepisce, da parte di molti (e ripeto, forse non a torto) la determinazione di ottenerne una parte. Ho come l’impressione che un po’ tutti considerino conveniente un atteggiamento di mediazione ma la politica è anche questo.
    Rallegriamoci che si stia arrivando ad una soluzione accettabile e speriamo di poter arrivare, finalmente e in modo definitivo, alla tutela dell’area di Tuvixeddu.
    Ce lo meritiamo? Facciamo finta di nulla: vi siete impegnati in tanti e bisogna render merito a ciascuno degli sforzi profusi. Forse un maggior coinvolgimento degli attori avrebbe evitato il litigio, ma prendiamola come la vedo io: il segno che le cose stanno andando a buon fine e tutti reclamano un posticino sul palcoscenico.
    Per lo “splendido isolamento”, devo aver già detto da qualche parte che lei, essendo persona seria e competente nell’Italia d’oggi, si merita ogni male: se ne faccia una ragione!:D
    Cordialmente,

  6. Red scrive:

    Nei vari dibattiti c’è in uso il malvezzo di non firmarsi con il proprio nome, e di apparire con diverse identità. Ci sembra che anche il singor Musu Altieri posti per noi un commento in parte identico a quello inviato nel sito di Vito Biolchini, dove si qualifica come [email protected] (una e-mail diversa da quella di Musu Altieri). Forse anche altri fanno lo stesso. Noi non siamo la polizia informatica e ci limitiamo a dire che si tratta di una cattiva abitudine. Preferiamo gli interlocutori che usano la loro vera identità: è più leale confrontarsi.

  7. Natalino Piras scrive:

    Cari Compagni,
    certa gente non ha mai imparato né lo vorrà mai. E’ il loro metodo, quelli che la società pastorale, quella buona, chiama titules. Per mia sventura li ho incrociati diverse volte. E’ gente supponente, arrogante, accademica e filo accademica. Non porta mai niente di buono. Sono compagni per modo di dire, ti cavano l’occhio se possono. E’ bene che impariamo a conoscere chi saltabecca dallo sciovinismo parolaio, quelli che si dicono sardi interi e non sanno parlare in sardo, all’opportunismo più spietato. Nessuna solidarietà verso costoro. Ignorano le regole del gioco e soprattutto hanno la falsità come metodo, come modo di essere. Tutto siamo ma non farisei.

  8. Stefano Deliperi scrive:

    Cercherò di rispondere sinteticamente ai vari commenti:

    * per Andrea Nurcis: sono pienamente d’accordo con lei. Il problema è acquisire l’intero Colle di Tuvixeddu per farne un grande parco archeologico-ambientale. La soluzione non è facile e ho provato a indicarla;

    * per Elio Pillai: in questo articolo ho cercato di indicare una soluzione percorribile per salvaguardare gli importantissimi valori storico-culturali e paesaggistici di Tuvixeddu, acquisire l’intero Colle di Tuvixeddu e realizzarvi – finalmente – quel grande parco archeologico-ambientale che migliaia di cagliaritani (e non solo) attendono da anni. Personalmente credo poco agli argomenti da campagna elettorale. Il percorso per raggiungere gli obiettivi non è così semplice e banale come alcuni dicono e il giudizio sull’Amministrazione Zedda si potrà dare più avanti: non mi pare che finora “le sue scelte appaiono contigue alla giunta Floris in materia urbanistica”;

    * per Musu Altieri alias millealtrinomi: spiace contraddirla, ma non ho confuso un bel niente. Legga bene.
    Il Consiglio di Stato (sentenza n. 1366/2011 più volte citata) ha esplicitamente affermato: “Resta stabilito, quanto alla concreta ed autonoma disciplina di salvaguardia, che la regolamentazione definitiva dell’area è rinviata ad un’intesa tra Comune e Regione, fermo che ‘all’interno dell’area individuata è prevista una zona di tutela integrale, dove non è consentito alcun intervento di modificazione dello stato dei luoghi,

  9. Stefano Deliperi scrive:

    la regola delle 1500 battute ha colpito duro! Vabbè, Musu Altieri o comediavolosichiama se ne farà una ragione per il resto della risposta.
    Per Gabriele Ainis: speriamo solo che Tuvixeddu se la cavi..e noi con loro!

  10. Elio Pillai scrive:

    Tuvixeddu -Tuvumanno è un aspetto,seppure importante, del problema di questa citta’.
    Cagliari è una citta’ senza regole sul piano urbanistico,o meglio le attuali regole sono inadeguate e di conseguenza devono essere adeguate…
    Ora, è mia convinzione che la giunta Zedda su questa partita abbia commesso due errori:
    Primo, non aver stabilito le nuove regole o di non avviato il procedimento che stabilissero le nuove regole che dovevano governare l’urbanistica a Cagliari, su Tuvixeddu e sul resto della citta’.
    Il secondo errore politico formidabile è stato che, in assenza di queste nuove regole il sindaco non abbia sentito il dovere di avviare una consultazione con quelle associazioni che sono state parte attiva e forse anche decisiva per la sua elezione,ovviamente insieme ai partiti che compongono questa maggioranza.
    E’ evidente che tutto cio’ che è avvenuto ha creato dubbi e disorientamento tra gli elettori attenti al problema del futuro urbanistico di Cagliari,e ben vengano le critiche di Todde. LE NUOVE REGOLE SI STABILISCONO,PER LEGGE, ADEGUANDO IL PUC AL PPR. SU QUESTO VERIFICHEREMO LA REALE VOLONTA POLITICA DELLA GIUNTA ZEDDA.
    L’adeguamento al Puc è una procedura lunga, se non sbaglio sono previsti due passaggi in consiglio comunale, ma se mai si inizia mai si adegua.
    Venerdi, i Rosso Mori hanno promosso una bella iniziativa su questa vicenda, spero ce ne siano altre, molte,e che la parola passi di nuovo alla politica partecipata. “UNIAMOCI SULL’URBANISTICA”.

  11. Giancarlo Nonis scrive:

    Dopo il coraggioso dibattito promosso dai Rossomori, si sono chiariti gli schieramenti, è chiaro. Arridaatece er nemico, Deliperi è stato definito da alcuni come un “collaborazionista del cementificatore e traditore Zedda”, peraltro altre associazioni difese da citazioni di buonanime che si stanno rivoltando nella loro tomba, quella vera. Capisco, è triste dirlo, ma io non ho cercato nè votato Zedda, ma ORA E’ ANCHE IL MIO SINDACO, e sino a delibera approvata secondo le leggi vigenti, non quelle che preferiremmo avere, devo credere che opererà per il Parco Archeologico comunale di Tuvixeddu, esteso con i vincoli a viale S.Avendrace e privo purtroppo dal 1940 del Monte della Pace e di quel che resta di Tuvumannu via Is Maglias non urbanizzato leggasi case, strade e ospedali. A si biri tottus in pari e in Paxi

  12. Stefano Deliperi scrive:

    con tutto il rispetto, Elio Pillai, mi pare che faccia una bella “insalata” di buone intenzioni che – però – non sempre combaciano con il quadro normativo. Il P.U.C. di Cagliari (come quello di tanti altri Comuni sardi) dev’essere adeguato al P.P.R. E sta bene. Il P.P.R. su Tuvixeddu dev’essere specificato mediante intesa Regione-Comune-Ministero. E qui da qualche parte si dovrà partire. Alla fine sarà possibile modificare il “famigerato” accordo di programma partendo da posizioni (pubbliche) di forza. Vie alternative? Non se ne vedono ancora, se si vogliono evitare ulteriori contenziosi. Dove e come la Giunta Zedda “sta cementificando Tuvixeddu”, com’è stato detto?
    Criticare va bene, tutto è migliorabile. E cose da migliorare ce ne sono. Condannare senza appello come se si trattasse di un “venduto” alla speculazione immobiliare in questo caso pare proprio fuori luogo.
    Di geni della lampada che salvano Tuvixeddu in quattro e quattr’otto “gratis” ancora non ne ho conosciuto uno.
    E di pifferai magici non c’è bisogno.

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