Un investimento opportuno?

16 Giugno 2015
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Roberto Mirasola

La visita lampo a Olbia da parte del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, circa due settimane fa, riporta alla ribalta il progetto di prossima apertura dell’ospedale San Raffaele, oggi ribattezzato Mater Olbia.

Si parla di nuovo di investimenti e di creazione di posti di lavoro, quindi di una prospettiva di sviluppo per la sanità sarda e per l’occupazione. Un investimento da parte della Qatar Foundation (il fondo sovrano dello Stato del Qatar) di 1 miliardo e 200 milioni di cui 160 milioni subito e gli altri in 12 anni. Tale l’investimento sarà spalmato nel tempo e non avrà quindi un effetto immediato. Procediamo nell’analisi e nelle numerose domande che inevitabilmente sorgono. Da una dettagliata ricerca documentale emergono numerosi interrogativi, in particolare sembrerebbe che il fabbricato sul quale dovrebbe sorgere l’ospedale, necessiterebbe di un’autorizzazione da parte del tribunale fallimentare di Milano, in quanto rientrerebbe nel patrimonio di una società sottoposta a concordato fallimentare, la fondazione Monte Tabor San Raffaele. In realtà si scopre che il fabbricato fu costruito mediante un’operazione di leasing immobiliare che però non giunse mai a buon fine. La fondazione non portò a termine il pagamento delle rate con la conseguenza che diverse banche vanterebbero dei crediti cospicui che però oggi sarebbero impossibilitate ad incassare perché l’immobile sarebbe soggetto a proprietà vincolata in quanto i curatori devono garantire che il prezzo di vendita sia equo per tutti i creditori e non solo per le banche . Parrebbe pure che tre commissari nominati dal tribunale di Milano abbiano il timore che le banche cerchino un acquirente per poter rientrare in possesso dei loro crediti, danneggiando inevitabilmente gli altri creditori. A questo punto entrerebbe in gioco il Qatar che potrebbe essere l’acquirente che consentirebbe di portare in porto l’operazione. Se nonostante i problemi prima elencati l’operazione andasse a buon fine quali sarebbero le ricadute in Sardegna? Il governo e la regione avrebbero garantito alla Qatar Foundation 55,6 milioni di euro l’anno per le prestazioni sanitarie in regime di convenzione. La domanda che sorge è la seguente: come fa la Regione a far fronte a quest’impegno se ad aprile la consulente dell’Assessorato alla Sanità, Loredana Ruiu, in un convegno ha dichiarato che nel bilancio della sanità sarda il buco è di 270 milioni? Ancora, la spending review del governo obbliga la Sardegna, come le altre regioni, a ridurre il numero di posti letto degli ospedali pubblici e delle cliniche private, ma ecco che arriva subito il decreto sblocca Italia, autorizzando la Sardegna, in virtù dell’operazione San Raffaele, a rinviare di tre anni il taglio. Ciò significa che a partire dal 2018 saranno gli altri ospedali pubblici e case di cura convenzionate a subire i tagli. Siamo dunque sicuri che quest’operazione sia un beneficio per la Sardegna? Non sarebbe il caso di valorizzare invece le eccellenze presenti nel nostro territorio? Come sempre noi Sardi ci facciamo incantare dalle sirene e dal miraggio dei posti di lavoro. Chiediamoci invece di quali tipologie contrattuali stiamo parlando e per quanto tempo saranno garantiti questi ipotetici posti di lavoro vista la precedente esperienza fallimentare? Non dimentichiamo che secondo i commissari fu proprio l’operazione di Olbia a portare al crack il gruppo San Raffaele.

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