1° Congresso Provinciale dell’Anpi

16 Gennaio 2011

murgia

Antonello Murgia

Nella confusa contingenza politica italiana attuale, sembra lecito a molti rimettere in discussione canoni che parevano consolidati. Anche nell’area progressista si levano voci di 1° piano che una volta dichiarano la necessità di ammodernare la Costituzione, un’altra considerano ragionevole l’accordo FIAT (che tra le altre cose prevede la licenziabilità del lavoratore che scioperi), etc. Fra chi ha nascosto la bussola per proprio interesse e chi l’ha persa distratto da altre priorità, l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) ha compiuto un’operazione che trovo di intelligenza e sensibilità: ha allargato l’iscrizione a tutti gli antifascisti e ha esteso la presenza a tutto il territorio nazionale, anche a quelle regioni che, per essere state toccate, come la nostra, solo di striscio dalla guerra, non avevano sviluppato una Resistenza organizzata. Lo fa per mantenere vivo il ricordo degli orrori del nazifascismo e dei motivi che portarono alla stesura della nostra Costituzione, individuata come bussola indispensabile ed irrinunciabile per la navigazione futura. Perché negli ultimi anni sono aumentati notevolmente i motivi di preoccupazione per la nostra convivenza civile: come, recentemente, ha detto Raniero La Valle, prestigiosa figura di intellettuale cattolico e attuale presidente dei Comitati Dossetti per la difesa della Costituzione: la Costituzione “oggi è sotto attacco da parte di falsi novatori e veri guastatori, che usano il potere acquistato per instaurare un potere incontrollabile, dissolvere i mille volti del popolo nella maschera di un capo, fare dello Stato un patrimonio personale assicurato dal populismo e quotato dai sondaggi, estirpare la rappresentanza, rendere ordinaria la illegalità, strutturale la corruzione, vano il pluralismo politico”. Così, anche nella provincia di Cagliari, dopo la nascita delle prime sezioni locali (in città si è costituita nel giugno scorso e vanta al momento circa 170 iscritti), è stato organizzato il 1° Congresso, con il compito di eleggere l’organismo dirigente (il Comitato Provinciale, affiancato dal Comitato scientifico e d’onore), organizzare l’attività sul territorio ed eleggere i delegati per il Congresso nazionale di marzo. Le tesi congressuali mostrano chiaramente l’impegno che l’ANPI, in continuità con la sua storia, intende portare avanti: contrasto dell’attuale deriva populista e autoritaria, difesa dei principi della Costituzione e dell’architettura istituzionale e del meccanismo dei contrappesi da essa previsti. Oggi non occorre modificare la Costituzione, ma attuarla. Per farlo sono necessarie, in questo momento, l’unità degli antifascisti e una riduzione della distanza rappresentanti-cittadini.
Gli strumenti e le battaglie che l’ANPI ha finora individuato sono:
– Priorità odierna alla battaglia contro lo stravolgimento della Costituzione: sui temi costituzionali la contrapposizione non passa, in questo momento in Italia, fra destra e sinistra, ma fra chi difende il progetto di democrazia e libertà contenuto nella Costituzione e chi insegue interessi di parte per il cui raggiungimento ha bisogno di rimuovere  l’ostacolo costituito da essa;
– Riforma della legge elettorale che ripristini il diritto di scelta dell’elettore;
– Indipendenza della Magistratura e NO alle leggi ad personam;
– NO a razzismo e xenofobia; SI ad una battaglia politica e culturale per l’integrazione dei migranti;
– SI ad un federalismo solidale, NO ai 2 estremi del secessionismo e del centralismo che taglieggia le autonomie locali;
– Liberare l’Italia dalla questione morale; seria regolamentazione del conflitto di interessi, contrastare con efficacia l’evasione fiscale e l’illegalità diffusa;
– Una scuola che formi i cittadini anche attraverso un insegnamento più strutturato e rigoroso della storia dell’Antifascismo e della Resistenza e che sia motore dello sviluppo economico e civile del Paese;
– Lotta contro la disoccupazione e per la sicurezza sul lavoro e difesa della funzione del sindacato di tutela dei lavoratori ed in particolare di quelli più deboli;
– informazione libera e indipendente, presupposto cardine per una sana e robusta democrazia.
Onde evitare equivoci, l’ANPI sottolinea che non è (né vuole assolutamente essere) un partito, che ripudia e contrasta la violenza, che rispetta e collabora con le istituzioni della Repubblica, che è la casa comune degli antifascisti, ma Antifascismo, Resistenza e Costituzione non sono patrimonio della sola sinistra.
Pertanto l’ANPI propone una grande alleanza con l’associazionismo antifascista, le confederazioni sindacali e il vasto campo dell’associazionismo democratico italiano (su questo anche in Provincia c’è stato un primo proficuo incontro alla presenza di un membro del Direttivo nazionale) e intende dare ampio spazio al proprio interno ai giovani che in questi anni hanno subito particolarmente le conseguenze della crisi economica e di valori.

6 Commenti a “1° Congresso Provinciale dell’Anpi”

  1. Marco Ligas scrive:

    Penso che la decisione di ricostruire l’Anpi sia molto importante. Tutte le persone che hanno a cuore la tutela della Costituzione e della democrazia dovrebbero sentirsi coinvolte in questo progetto. A nome del Manifesto sardo faccio gli auguri perché l’iniziativa vada avanti. Noi stessi ci sentiamo partecipi.
    Voglio fare comunque due osservazioni:
    1) Leggo dal documento costitutivo: “sui temi costituzionali la contrapposizione non passa … fra destra e sinistra, ma fra chi difende il progetto di democrazia e libertà contenuto nella Costituzione e chi insegue interessi di parte …”. Mi chiedo: ci sono forse nel nostro paese forze di sinistra che non difendono il progetto di democrazia e libertà contenuto nella Costituzione? Credo di no, me lo auguro per lo meno. E non sono le forze di destra che cercano di demolire la Costituzione? Mi pare di si. La classificazione è schematica però mi sembra corretta. E allora qual è il significato di questa precisazione?
    2) Perché si ribadisce che Antifascismo, Resistenza e Costituzione non sono patrimonio della sola sinistra? Questa esigenza l’ho sentita spesso sia da chi accetta con fastidio che la sinistra, non da sola naturalmente, ha contribuito all’approvazione della Costituzione, sia da chi sostiene genericamente che la stessa Carta andrebbe adeguata ai tempi. E allora, per evitare ambiguità non sarebbe sufficiente affermare che Antifascismo, Resistenza e Costituzione sono patrimonio delle forze che tutelano le libertà e la democrazia?

  2. Antonello Murgia scrive:

    Sul primo punto la frase “la contrapposizione non passa…” significa che, mentre in ambito economico, sociale etc. c’è (ci dovrebbe essere) una chiara divisione fra destra e sinistra, per quanto riguarda il significato attribuito alla Costituzione non c’è (non ci dovrebbe essere) divisione, a meno che non si abbia intenzione di rimuoverla in quanto ostacolo ad interessi di parte. La frase non intendeva quindi criticare una qualche parte della sinistra, ma demistificare il sedicente intento riformatore delle attuali forze di governo: non è vero che vogliono migliorare le regole di convivenza della nostra comunità nazionale. Intendono inseguire un progetto autoritario, che ha già fatto tanti passi avanti, ma che per arrivare a compimento ha bisogno della rimozione di questa Costituzione. In ambito di diritto costituzionale, la contrapposizione, oggi, è nei loro confronti.
    Sul secondo punto, il fatto che Antifascismo, Resistenza e Costituzione non siano patrimonio della sola sinistra è per me (e, ritengo, per l’ANPI) un valore. Che dell’Assemblea Costituente abbiano fatto parte anche forze liberali, è stato un fatto positivo perché ha consentito il confezionamento di una Carta ben bilanciata (contrariamente ad altre), che ha consentito il dispiegamento di un progetto di riduzione delle disuguaglianze senza sacrificare le libertà civili. Per questo motivo la Costituzione non ha la necessità di essere modificata (qualche piccola modifica si può fare, ma non è necessaria)

  3. Marcello Madau scrive:

    Intanto auguri e poi due righe, per vivacizzare l’eccezionale tema (con il revisionismo degli ultimi decenni lo è) della memoria partigiana e della sua riattualizzazione. C’è davvero bisogno di riflessione su cosa sia stata la Resistenza, delle radici e del senso dell’esperienza fascista, di coglierne i nessi attuali. Sono d’accordo con Marco sulla sua proposta di semplificazione, ma voglio aggiungere che non bisogna neanche nascondere per esigenze contemporanee il peso determinante e non casuale della sinistra, del suo contributo di sangue e idee: non c’è da stare tiotalmente tranquilli, perchè negli ultimi decenni (vedi Violante) a sinistra si è anche dato un certo contributo al revisionismo, con risultati devastanti.
    Penso anche che i troppi temi politici indicati rischino di crearne una sorta di surrogato, a fronte della giusta affermazione di Antonello che l’ANPI non è nè vuol essere un partito, e fatta salva volta per volta l’adesione e lo schieramento nelle varie battaglie democratiche: L’ANPI oggi potrebbe dare un grandissimo contributo diventando luogo di riflessione sulle radici del fascismo e dell’autoritarismo, al consolidamento e approfondimento della Costituzione, che ancora non vedo così condivisa fra ‘Destra’ e ‘Sinistra’. Forse davvero servono, come qualcuno ha detto, nuove modalità da CLN, ma, prima ancora che fra i nuovi democratici post-fascisti (l’unità antifascista non può essere fatta che con chi l’antifascismo lo ha praticato), cercherei di rafforzare nella critica a capitalismo e imperialismo la coscienza delle ragioni dei fascismi di ieri e di oggi.

  4. Oretta Iacopini scrive:

    Da 10 anni “lavoro” nell’ANPI,è interessante tutto quello che scrivete, ma ad oggi sono arrivata ad un punto di rottura: da 10 anni anche l’ANPI ripete le stesse cose, poco è cambiato. Sono entrati i giovani, questi hanno voglia di cambiamenti ,ma trovano ostacoli. E’ bene ribadire e far capire che l’associazione non è un partito, non è trampolino di lancio per futiri politici, nell’ANPI, come ,lo intendo io e come mi hanno insegnato i miei genitori (entrambi Partigiani) siamo tutti uguali e volontari. Il nostro compito deve essere quello di fare cultura, parlare alle persone, insegnare ai giovani i valori della Resistenza che hanno portato alla scrittura della Carta Costituzionale. Il nostro dovere è combattere la cultura berlusconiana.
    Purtroppo questo è quasi un sogno : basta leggere il documento programmatico nazionale, all’acqua di rose, non è questo che i giovani sognano.
    Certo ANPI casa dei democratici, ma i nostri che hanno combattuto e si sono formati con i commissari politici non hanno mai rinnegato la “sinistra”.
    L’ANPI è nata di sinistra.
    Esistono le altre sigle partigiane, già allora i partigiani si erano divisi, cerchiamo di non dimenticarlo.
    W la Resistenza, W i Partigiani

  5. Antonello Murgia scrive:

    Immagino che Marcello Madau volesse dire “l’unità antifascista non può essere fatta che con chi il fascismo lo ha praticato”. Sono d’accordo con molte cose che ha detto, ma su questa ho idee diverse. Penso ad es. ad un Montanelli che partito fascista e protagonista dell’avventura imperialista in Abissinia diventò alla fine un convinto sostenitore della cultura delle regole e della Costituzione. Così, oggi, se un Fabio Granata o un Benedetto Della Vedova dichiarano di accettare la Costituzione italiana (e hanno un comportamento conseguente), non ho nulla da eccepire; anzi, mi ritengo soddisfatto perché compito delle Associazioni che difendono la Costituzione non è quello di convincere chi non ne ha bisogno come Pietro Ingrao, ma chi sta nella zona di mezzo o addirittura dall’altra parte. Poi le mie cose in comune con un Della Vedova finirebbero lì, perché mi sento d’avere poco da spartire con un neoliberista; ma questo distinguo lo faccio come militante di sinistra, che aderisce ad un progetto di trasformazione della società incompatibile con il neoliberismo. Questa impostazione mi sembra garantisca anche dal rischio di surroga dell’ANPI nei confronti dei partiti.
    Certo, la Costituzione non è così condivisa fra destra e sinistra come auspicheremmo, ma per questo è importante che esista l’ANPI. Purché, con le ipotizzate “nuove modalità da CLN” non si intenda una nuova fase costituente che la nostra Costituzione non prevede e che ci esporrebbe a pericolosi colpi di mano

  6. Marcello Madau scrive:

    Antonello, non pensavo che la mia frase fosse così oscura da richiedere di essere immaginata. Volevo dire quello che ho scritto, a garanzia di un antifascismo attivo, praticato e quindi pienamente condiviso.
    C’è differenza, e sono certo che non ti sfugge, fra il ‘semplice rispetto delle regole’, che può essere patrimonio di una destra democratica e liberale, e analisi e pratica antifascista, che si pone su un altro piano. E’ perciò probabile che mi possa anche trovare assieme a Granata e Della Vedova per difendere alcuni principi giuridici, ma francamente bizzarro che possa pensare, con loro, ad una condivisione antifascista basata su pratiche e valori della Resistenza italiana.
    Infine: nessun surrogato della politica ma qualche lezione dalla sua crisi, della cui ‘ideologia’ percepisco il riflesso: ad esempio quella del PD, che, pensando di allargare la sua base perdendo i punti di riferimento a sinistra, si trova incapace di produrre un messaggio coerente, e costante preda di ogni eclettismo. We can?

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