25 aprile, una ricorrenza da praticare ogni giorno

24 Aprile 2019
[Marco Noris]

Una riflessione di Marco Noris sul significato dei fascismi e sull’attualità della guerra di liberazione partigiana.

Siamo di nuovo alla vigilia del 25 aprile e ritorna la solita discussione sul superamento della data, del fascismo, della contrapposizione, il rito divisivo ecc, ecc. Già questo basterebbe per capire che la questione non è risolta per niente nel paese indiscusso inventore del fascismo ma tutte le volte che si fa una discussione bisognerebbe mettersi d’accordo perlomeno su quello che si discute in termini definitori. Nel caso specifico abbiamo bisogno almeno di due imprescindibili definizioni: la prima riguarda il termine “fascismo”, la seconda quella di “superamento”.
Per quanto riguarda la prima mi limito al copia e incolla di quanto propone la rete non appena si cerca la definizione: fascismo /fa•scì•ṣmo/ sostantivo maschile
1. Il movimento costituitosi in partito nel 1921 e trasformato in regime di governo dittatoriale in Italia tra il 1922 e il 1943; estens., ogni regime politico di destra a carattere totalitario.”il fascismo di Pinochet”
2. Dottrina e prassi politica fondata sulla violenta e indiscriminata affermazione di motivi nazionalistici e imperialistici, sulla presunta loro adeguatezza a superare e armonizzare i conflitti economici, politici e sociali, e sull’imposizione del principio gerarchico a tutti i livelli della vita nazionale; estens., qualsiasi concezione della vita politica e dei rapporti umani e sociali basata sull’uso indiscriminato della forza e della sopraffazione.
Per quanto riguarda la definizione di “superamento” la cosa è meno semplice, i dizionari sono generalmente più limitati e forse vale la pena affidarsi a concetti più specificatamente filosofici.
Probabilmente il concetto di Aufheben o Aufhebung è quello più appropriato. È stato utilizzato da Hegel per indicare quel processo dialettico che, al contempo, conserva e mette via ciascuno dei suoi momenti e passaggi. Se dovessimo trovare una seppur parziale traduzione italiana al termine dovremmo indicare “toglimento” oppure, appunto, “superamento”. Alla luce di questa particolare visione, in termini politici, potremmo immaginare il superamento attraverso un processo dialettico che, nello stesso tempo, con cura mantiene perfetta conoscenza e coscienza di ciò che è stato in precedenza.
Ora, né la definizione di fascismo né tantomeno quella di superamento come Aufhebung si adattano al caso italiano. Se dovessimo trovare una definizione più appropriata del rapporto tra una buona fetta di Italiani e il fascismo dovremmo probabilmente utilizzare il concetto di Verdrängung e cioè la rimozione in senso psicanalitico che stando alla definizione usuale è un processo inconscio con il quale vengono esclusi dalla coscienza i contenuti che potrebbero essere fonte di angoscia o di senso di colpa. Direi che in alcuni casi il processo non è neppure tanto inconscio poiché privo persino dei sensi di colpa.
Quindi, se la questione non si risolve, se non possiamo sperare in nessun reale Aufhebung, per quanto mi riguarda, il 25 aprile, la festa della Liberazione, credo sia utile prolungarla anche per il prossimo millennio.

 

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