Il piano urbanistico comunale di Pula mette a rischio coste e beni archeologici

16 Febbraio 2016
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Stefano Deliperi

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Amici della Terra hanno inoltrato (16 novembre 2013) un atto di intervento con “osservazioni” nel procedimento di approvazione del piano urbanistico comunale (P.U.C.) di Pula (CA) e nel connesso procedimento di valutazione ambientale strategica (V.A.S.).

Il nuovo P.U.C. è stato adottato con la deliberazione del Consiglio Comunale n. 15 del 7 giugno 2013, successivamente integrata dalla deliberazione C.C. n. 16 del 16 luglio 2013,  dovrà sostituire il vecchio programma di fabbricazione (P.d.F.) del 1989 e dovrà esser in adeguamento alle previsioni del piano paesaggistico regionale (P.P.R.), attualmente procedura resa contraddittoria e poco lineare dall’adozione di stampo elettoralistico del “piano paesaggistico dei sardi” (P.P.S.) voluta dalla Giunta Cappellacci.

Anche la procedura seguita dall’Amministrazione comunale di Pula per l’adozione del nuovo P.U.C. è stata abbastanza farraginosa, con fasi di pubblicità solo recentemente svolte in modo parziale con un’assemblea pubblica di presentazione (inizialmente solo la pubblicazione dell’avviso sul sito internet istituzionale il 31 luglio 2013, in seguito la pubblicazione sul BURAS, parte III, n. 42 del 19 settembre 2013).

Dopo il primo atto di intervento nella procedura di approvazione del P.U.C. (25 settembre 2013), incentrato sulle carenze nelle fasi di pubblicità di legge, ora le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Amici della Terra hanno inoltrato un atto di intervento con “osservazioni” sul merito delle scelte pianificatorie, in particolare riguardo l’individuazione dell’area litoranea di Agumu come zona omogena “G/F” per servizi generali e alberghieri e per la realizzazione di un porto turistico, in contrasto con norme di legge (legge regionale n. 23/1993), disciplina del P.P.R. e già irreversibilmente valutata dalla Direzione generale per i beni culturali e paesaggistici per la Sardegna (nota n. 1944 del 20 marzo 2007) e dalla Soprintendenza per i beni archeologici di Cagliari (nota n. 2799 del 20 aprile 2007 e n. 1756 del 9 marzo 2007) in contrasto con le esigenze di salvaguardia dell’area archeologica emersa e sommersa di Nora.

La classificazione come altamente edificabile dell’area di Agumu contrasta, inoltre, con l’individuazione parziale quale zona “Hi4” (pericolosità molto elevata) sotto il profilo idrogeologico. Altra indicazione del P.U.C. adottato in palese contrasto con le disposizioni normative di tutela (legge regionale n. 23/1993) è la previsione di “valorizzazione ai fini turistici-ricreazionali” relativamente alla zona omogenea di salvaguardia costiera “H1” degli isolotti di S. Macario e Coltellazzo, nonché la conferma dell’edificabilità dell’area “Pineta Is Morus” (ex S.A.I.A. – Sant’Angelo Immobiliare Alberghiera s.p.a.), ormai non più tollerabile vista la presenza di oltre 150 unità immobiliari in completa assenza di fognature e impianto di depurazione, come stigmatizzato dalla sentenza T.A.R. Sardegna, sez. II, 23 ottobre 2013, n. 664.

L’istanza ecologista – indirizzata al Comune di Pula, alla Direzione generale regionale della Pianificazione territoriale e della Vigilanza edilizia, alla Provincia di Cagliari (Ufficio V.A.S.), alla Direzione generale per i beni culturali e paesaggistici – chiede la modifica delle previsioni del P.U.C. adottato nel senso del rispetto della normativa ambientale e di corretta gestione del territorio.

Nell’immagine: Paul Klee – pavillion

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