Al sindaco Zedda non piacciono le critiche

1 Maggio 2016
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Sulaiman Hijazi

Le riflessioni critiche sull’amministrazione della città di Cagliari non sono gradite al sindaco Massimo Zedda. Pubblichiamo l’appello dell’ex portavoce della comunità musulmana in Sardegna Sulaiman Hijazi censurato dalla pagina Facebook del sindaco, pensiero rimosso nel giro di 3 minuti. Hijazi punta il dito sul programma per Cagliari della coalizione di centrosinistra evidenziando l’assenza dei temi legati all’immigrazione, per l’ex portavoce l’attuale amministrazione ha dimostrato di non essere all’altezza dell’interazione con il mondo dei migranti. (Red)

Caro sindaco la città di Cagliari dovrebbe essere un esempio di integrazione vista la sua posizione geografica,ma nonostante tutto Lei continua a ignorare il bisogno di regolarizzare la posizione dei musulmani a Cagliari.
Il fatto di non aver neanche citato la questione vuol dire che l’idea non Le passa neanche per la testa nonostante tutte le promesse fatte in passato.
I musulmani sono una parte integrata della popolazione cagliaritana e stanno ancora pregando in mezzo alla strada sotto la pioggia e sotto il sole,sono persone che pagano le tasse e danno il contributo alla città da anni,possibile che il comune non riesca a trovare una sala nemmeno per il venerdì per dare anche un messaggio importante alla città ed essere un esempio di integrazione per tutta l’Italia?
Molti musulmani non vanno a pregare e nemmeno si avvicinano alla moschea per la questione della mancanza dello spazio soprattutto il venerdì.
Possibile che in questi 5 anni non si sia reso conto dell’esigenza di questi cagliaritani?
Spero che queste mie parole la facciano riflettere e soprattutto agire su questi temi.

1 Commento a “Al sindaco Zedda non piacciono le critiche”

  1. Maurizio Antenore scrive:

    La via che ritengo percorribile è l’unificazione culturale religiosa. La scuola deve essere promotrice insegnando, in modo laico, tutte le religioni e attuando un analisi per ricercare tutte le possibili similitudini e parallelismi “di fatto”, non strettamente ideologici. Chiese cristiane e Moschee sono siti che dirigono verso la divisione (e non solo culturale). Realizzare dei luoghi comuni di preghiera, magari simili a biblioteche dove poter leggere Corano, Bibbia, Bibbia Thailandese, ecc., può essere un idea per indottrinare il concetto di uguaglianza. Che ne dice, sig. Sindaco?

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