Anime sperse

16 Novembre 2023

Cagliari, Corso Vittorio Emanuele, xilografia del 1891

[Gianfranca Fois]

Paesaggi, donne e uomini, Storia e storie. Sono questi gli elementi che nel loro saldo intrecciarsi compongono il romanzo Anime sperse di Pina Ligas, edito nel 2023 da iacobellieditore, e che porta in calce l’atto firmato dal re Carlo Alberto il 18 luglio 1843 che autorizza e registra la fondazione dell’Istituto delle Suore del Buon Pastore a Torino.

Partiamo dalle descrizioni dei paesaggi, soprattutto esterni, marini, montani, lacustri, urbani, ma anche qualche interno, abitazioni, reggia, carcere e istituti religiosi, nei quali si muovono i personaggi e le loro storie.

Sono paesaggi costruiti con cura attraverso i sensi, la vista innanzi tutto ma anche l’udito e l’odorato, ricchi di particolari che ci permettono di inserirci quasi in prima persona nei luoghi, nelle vicende, ci preparano a incontri, ci distolgono da momenti di tristezza o di tensione, ci fanno “vedere” e capire alcuni snodi importanti.

Perché ho usato i termini donne e uomini anziché personaggi? Perché sono descritti così vivi e così intensi che li riconosciamo subito come persone esistenti, reali. Appartengono a diverse classi sociali, aristocrazia, media borghesia, mondo del lavoro contadino, mondo religioso, ognuno con i propri pregi e i propri difetti, sono donne e uomini analizzati con una certa profondità che ne mette in luce momenti di bontà, momenti di ribellione, momenti di egoismo o di solidarietà, tormenti interiori.

Per esempio Filippo, il capofamiglia, che ama intensamente i suoi cari ma anche la carriera, l’apprezzamento del re e dà importanza alle apparenze. Sono sentimenti forti che si scontrano nel suo animo e che lo porteranno a scelte difficili ma non sempre coraggiose. Sono numerose le persone che animano questo romanzo, più o meno significative, ma la loro singolarità è data dal fatto che al termine della lettura ci rimangono impresse tutte perché tutte ci parlano, ci coinvolgono nelle loro vicende, nei loro problemi, nel più profondo delle loro anime.

Ho scritto prima re, siamo infatti nella seconda metà del 1800, nei primissimi anni dopo la proclamazione del regno d’Italia, periodo accompagnato da profondi cambiamenti storici, economici, sociali soprattutto nell’Italia meridionale e in particolar modo in Sardegna dove sono ambientati alcuni momenti difficili della vicenda.  Anche se in modo indiretto infatti la Storia, con la esse maiuscola, si affaccia e interferisce sulle storie raccontate che si svolgono in anni così difficili per il nostro paese, e per la Sardegna in particolare. Purtroppo questi anni raramente hanno costituito materia di narrazione sia per gli autori contemporanei agli eventi sia per quelli successivi. La nascita della nostra nazione forse avrebbe bisogno di una narrativa che ne individui e sviluppi i nodi e i cambiamenti, ne ricostruisca i momenti oscuri e quelli segnati dalle lotte dei cittadini del nuovo regno.

Al centro della vicenda c’è un’importante famiglia aristocratica che prende una decisione che in gran parte determinerà il destino di ognuno dei suoi componenti ma che avrà differenti ricadute anche su coloro con cui entreranno in stretto contatto. È rilevante anche lo spazio destinato al mondo femminile e dell’infanzia, spesso sfruttato o abusato, narrato in modo forse talvolta crudo ma che rende conto della difficile situazione delle bambine e delle donne del tempo, una difficoltà che accomuna, anche se in gradi e modi diversi, le appartenenti alle differenti classi sociali.

L’autrice con la sua scrittura scorrevole ma precisa e concreta, con l’efficacia della scelta strutturale di alternare i quadri narrativi di ognuna delle storie e di fermarli in momenti decisivi non ancora risolti riesce a catturare l’interesse di chi legge.

Infine, il titolo Anime sperse. Il vocabolario ci indica con questo termine chi ha perduto chi lo accompagnava, chi lo custodiva, ma significa anche chi è spaesato, disorientato, a disagio in ambienti estranei.       I protagonisti di questo romanzo custodiscono in sé ambedue i significati, lunga, dolorosa e contraddittoria sarà la strada che li porterà a riappropriarsi finalmente della propria umanità. 

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