Bambini e guerre

1 Marzo 2022

[Vincenzo Carlo Monaco]

Ci siamo adattati ad un destino ineluttabile di convivenza con le guerre e ci sembra normale che tutto ciò avvenga.

Le stragi dei bambini fanno parte della conseguenza dello sfruttamento delle risorse, mascherandole con diritti nazionali da difendere e autorizzazioni sovrannaturali che permettono sopraffazione e morte di persone ignare ed innocenti, solo perché vivono nella gran parte dei paesi del globo con disponibilità di queste risorse. I rapporti politici ed economici, le religioni e le diatribe storiche tra i popoli, non possono giustificare la tragica decadenza della nostra natura umana.

Che senso ha la vita se il suo valore è nullo difronte al dio denaro ed al potere? E noi sardi non sentiamo nessuna responsabilità nel favorire con la nostra indifferenza la concretizzazione di queste stragi? Siamo il popolo che al di là di tutti i principi internazionali e costituzionali sanciti dalla fine della seconda guerra mondiale, ospita sulla nostra terra l’economia delle armi che vengono da anni impegnate nello Yemen in una guerra senza senso ma con immani perdite di vite umane e di bambini. Proviamo ad andare a vedere i volti di questi bambini nel dramma della guerra nello Yemen e nel mondo, basta cercare in rete, bambini e guerre.

Se le nostre coscienze rimangono indifferenti guardando gli occhi, le ferite e la disperazione di questi bambini, non so con quale coraggio riusciamo a guardare i nostri di bambini. E se consideriamo gli sguardi di tutti i bambini nelle guerre di tutto il mondo o nei paesi poveri dove sono obbligati a lavori ignobili compresi quello dei bambini soldato, i bambini migranti vittime nei drammatici naufragi nel mediterraneo e non solo, i bambini che muoiono di fame in ogni angolo del mondo, mi chiedo che senso ha la nostra vita racchiusa in un egoismo sempre più grande se rapportato al falso benessere nei quali ci siamo abituati.

A ben poco vale l’impegno degli Organismi Internazionali per la Tutela dell’Infanzia o il lavoro delle ONG impegnate nei territori in guerra al servizio dei diritti riconosciuti a livello di stati e globale. Eppure i nostri figli del mondo, nel pensiero Montessoriano sono considerati divini perché nella loro innocenza sono i più vicini a Dio.  Rispetto a questo drammatico fallimento non ci resta altro da sognare che i bambini del mondo benestante possano aiutare i bambini del mondo offeso.

Proviamo a pensare in che modo una evoluzione generazionale ed umana possa invertire la infinita insensibilità degli esseri e trasformarsi in una azione concreta di difesa e salvaguardia di questa immensa innocenza. Una via da percorrere ci viene suggerita dallo spirito Montessoriano che anche in Sardegna si sta sviluppando nelle scuole materne e primarie. Aiutatati che il ciel ti aiuta ci dicevano quando eravamo bambini noi. Ebbene, la creatività incompresa dei bambini può essere valorizzata in un progetto regionale di sviluppo in ogni forma dell’arte in cui i bambini sono naturalmente portati aiutandoli a creare opere da interpretare e valorizzare in modo che possano diventare un patrimonio universale da dedicare a favore dei bambini delle guerre e del disagio infantile.

Se fosse veramente possibile immaginare una fondazione per la gestione anche economica di questo nuovo patrimonio di arti originali, si creerebbero delle risorse per intervenire nei luoghi di guerra ed in quelli come lo Yemen che ci riguarda direttamente come sardi ed in quei fronti su cui cresce l’oscurità di una guerra oggi, come in Ucraina e nelle altre zone contese dai grandi interessi globali. Con moratorie preliminari si deve preservare a priori dalle guerre in un tempo sufficiente per trasferirli in luoghi sicuri dove le bombe, le esplosioni e le morti non siano udibili neanche col pensiero. Luoghi in regioni lontani dagli interessi militari ed economici dei paesi contesi oppure in regioni di altre nazioni capaci di ospitarli e garantire loro una crescita serena come meritano tutti i bambini per divenire adulti incapaci di pensare neanche lontanamente alle guerre. Adulti di una nuova generazione che in base ad una crescita creativa e circondata da verti affetti insieme ai loro genitori e persone care siano circondati da affetti nuovi e da una accoglienza anche se di altre comunità votate al rispetto ed alla adorazione dei bimbi del mondo. Sarà mai possibile che in ognuno di noi possano scomparire le guerre, sostituendole con un animo nuovo con un bisogno ed una capacità di vivere in pace?

Da qualche anno rifletto e sogno sui Parchi delle arti dei Bambini. Con la pedagogia della liberazione dei bambini si punta ad eliminare l’azione negativa della repressione della spontaneità infantile ed a dare vita ad un nuovo mondo di pace. Nel libro di Giulia Spada, Sono morto come un vietcong – leucemie di guerra, Edizione Sensibili alle Foglie, si racconta un fatto sconosciuto ai sardi, avvenuto dopo la fine della guerra nel Vietnam. Tutti ricordiamo le stragi con le bome al napalm.

Ebbene questo velenosissimo e micidiale prodotto è stato stoccato dopo la guerra in bidoni nascosti che hanno iniziato anni dopo a deteriorarsi ed In tutta segretezza immaginate dove furono trasferiti? Sotterrati in un paesino della Sardegna e poiché nessuno lo sapeva, su quel terreno fu costruita una scuola per bambini. La scuola funzionò tranquillamente per alcuni anni sino a quando maestri e bambini non si ammalarono inspiegabilmente di leucemie. Il primo a morire fu un maestro e poi tragicamente diversi bambini. Questo per far capire come le guerre mietono vittime innocenti anche dopo la loro fine anche dopo aver fatto strage nei territori in cui sono state già devastanti.

Claudio Lamparelli, è autore del libro Montessori, educare alla libertà, Oscar Mondadori, che mi ha illuminato rispetto al sogno che pare impossibile. E partendo dallo spirito di affermazione Montessoriana, che con la massima umiltà e rispetto, mi permetto di proporre un progetto possibile che favorirà l’esprimersi spontaneo della enorme creatività dei bambini nelle nostre città come ricerca delle libertà e come insegnamento vitale per i bambini, per i genitori, gli educatori e soprattutto noi tutti. Il progetto nasce dagli stimoli diffusi di un bisogno di interpretare i luoghi del riuso di spazi abbandonati, gli spazi aperti e chiusi del nostro vivere quotidiano, come piazze cittadine e giardini, edifici o parchi abbandonati capaci di esprimere con l’uso, una vitalità tradita dall’oblio, dalla trascuratezza e dall’abbandono, legata ad una visione di non interesse economico e di sfruttamento.

Una grande opportunità ed una fortuna che può trasformarsi in una occasione collettiva di recupero e di valorizzazione dedicata proprio alle arti dei bambini. Ho vissuto per qualche mese di fronte al cosiddetto “Parco in abbandono” che i piani urbanistici dichiarano per l’area di un ex Orto Botanico nella mia città. Un parco che mostra le sue potenzialità di riuso e di elevato interesse ecologico e sociologico se affidato alla creatività dei bambini e dei loro docenti illuminati. Un terreno di proprietà privata che contiene al suo interno un pericoloso rudere decadente.

Occhi sognatori ci hanno visto uno spazio di riqualificazione con la realizzazione di un “Parco delle arti dei bambini” con una possibile finanziabilità pubblico e privata tramite un progetto di livello europeo per la Riqualificazione Urbana destinata alla conquista della libertà creativa dei bambini della mia città. Parlo di una città della Sardegna, ma questo modello può essere adottato in qualsiasi realtà sarda. Il progetto ipotizza un risanamento complessivo dell’area considerata e l’abbattimento del rudere esistente e se urbanisticamente possibile, la realizzazione di un nuovo edificio di pari volumetria, se consentita, predisposto per accogliere spazi espositivi e di presentazione delle Arti dei Bambini. La costruzione poi di Padiglioni realizzati con materiali eco compatibili e termici, potrebbero ospitare gli spazi dedicati alle Arti della Pittura, della Musica, per la Poesia, per la Scultura dei materiali locali, compreso un padiglione per la realizzazione dei Giochi Tradizionali Sardi ed uno per la Conoscenza e Valorizzazione della Cultura Sarda vissuta dai bambini.

Infine un laboratorio per la piantumazione e crescita delle Piante Aromatiche Tipiche della Sardegna ed uno per le altre Arti e quant’altro. Inseriti in un nuovo Parco Verde con vialetti e spazi per i giochi e le creatività all’aperto, protetti con la valorizzazione delle piante esistenti e con la piantumazione di nuove, sapientemente inserite per creare zone d’ombra e spazi soleggiati per passeggiate e soste immersi in una nuova natura di viali alberati per collegare i percorsi verso i Padiglioni. Una presenza di uno spazio destinato ad alcune razze sarde di animali, compatibili con la cura che i bambini potranno accudire ed ammirare, completerebbe l’insieme degli stimoli creativi e di ispirazione per i bambini. E se tutto ciò non fosse possibile, ho sognato il vociare di tanti bambini nelle piazze dei centri storici o nei giardini e spazi pubblici adatti in qualsiasi città o paese o luogo sardo. Ad ognuno di voi la libertà di condividere tutto questo negli spazi del vostro vissuto. I principali partner di questo progetto potranno essere le Famiglie e la Fondazione Montessori, la Scuola Montessoriana di San Donato e le scuole nido materne e primarie delle città, in ogni altro comune della Sardegna. Le Istituzioni Comunali, la Regione Sarda ed i Ministeri competenti, gli Istituti d’Arte e le Accademie di Belle Arti, i Dipartimenti Universitari insieme a partner italiani ed europei. Avviare una evoluzione sociale ripartendo dai bambini, dai genitori, dal sistema scolastico e dalle Istituzioni nelle nostre città è sicuramente il modo migliore per risolvere il grave problema che vede oggi più che mai i bambini come parte più debole della società contemporanea, bisognosi di una crescita nella libertà e nella auto creatività e nella nuova formazione. Sono il futuro, messo oggi sotto una ingiusta pressione rispetto al dominio degli adulti.

Guerre, violenze, solitudini e discriminazioni, consumismo sfrenato e spesso anche disattenzione da parte degli adulti, hanno scaricato sui bambini colpe ingiuste ed immeritate, producendo derive sociali gravi ed insensibilità diffuse. Gli adulti devono prendere coscienza dei fallimenti generazionali realizzati in questi decenni ma anche della possibilità di dar vita ad una nuova generazione che potrà crescere nella giustizia, nella pace e nella libertà. E se gli organismi internazionali ed i governi non sono in grado di evitare il perpetrarsi di questi atti disumani, proviamoci noi partendo da adesso. La felicità dopo la pandemia la si conquista creando in Sardegna l’Isola della Pace.

Nella foto: bambini profughi ucraini – Fonte Il riformista.it

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