Per una campagna elettorale militante

1 Maggio 2014
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Franco Tronci

Mentre si avvicina la data delle elezioni europee, l’Europa è attraversata da un vento di guerra fredda, impensabile fino a poco tempo fa. Il presidente degli Stati Uniti, immeritatamente accreditato di un premio Nobel per la Pace, viaggia per il vecchio continente incoraggiandone l’acquisto di armamenti e la condivisione di sanzioni nei confronti della Russia.
il Segretario di stato e il vicepresidente della potenza più bellicista del mondo foraggiano di armi e dollari le bande di neonazisti che sostengono il governo di Kiev.
La Nato, non casualmente sopravissuta all’implosione dell’Urss, invia truppe nei paesi dell’ex patto di Varsavia e minaccia, dopo l’installazione del sistema antimissile, i confini della Russia.
Si cominciano a contare i morti.
Un oligarca russo, Putin, sogna di diventare il nuovo zar e si riprende la storica fortezza di Sebastopoli e tutta la Crimea.
I russofoni dell’Ucraina orientale immaginano una nuova guerra antinazista e rispolverano, togliendole ai vecchi cassetti, le bandiere rosse con la  falce e martello della gloriosa Unione Sovietica.
Tutta l’Europa meridionale e mediterranea è messa in ginocchio dalla finanza statunitense che ha, poi, deviato contro lo stato sociale le responsabilità delle banche nella generazione della crisi più grave che la storia del sistema capitalistico abbia mai conosciuto.
La grande finanza, assieme al Fondo Monetario Internazionale ed alla Banca Centrale Europea impone condizioni capestro a Grecia, Italia, Spagna, Portogallo e Irlanda. Le reazioni antieuropeiste, dall’Ungheria alla Francia sono segnate da nazionalismo e neo nazismo xenofobo.
Il quadro deprimente qui sopra sommariamente esposto può, tuttavia, trasformarsi in occasione per una proposta politica, complessa e ricca di potenzialità, come L’altra Europa. Per Tsipras, che non è viziata da antieuropeismo pregiudiziale e che, anzi, avanza proposte concrete per la trasformazione del continente in una terra di democrazia, diritti, giustizia sociale, pace.
Da quando la socialdemocrazia europea ha fatto sue le ragioni del liberismo e dell’austerità, i lavoratori, le donne, i giovani, gli immigrati sono rimasti privi di rappresentanza sia negli stati nazionali, avari nel concedere parti di sovranità in favore di un autentico federalismo continentale, sia nelle istituzioni europee.
Questo spiega l’ambizione della lista L’altra Europa di rappresentare le lotte che, pure in condizioni difficili, hanno condotto gruppi, movimenti, associazioni, aggregazioni territoriali per il lavoro, la democrazia, la tutela dell’ambiente, la garanzia dei beni comuni, lo sviluppo della ricerca e dell’arte.
E’, pertanto, auspicabile che il messaggio faccia presa soprattutto su quella parte della sinistra che ha scelto, per mancanza di rappresentatività, la via dell’astensione o la tentazione del populismo.
C’è, infine, un’ultima ragione per invogliare al voto dell’unica lista di sinistra che, non a caso, richiama l’esperienza della Syriza greca. Essa  consiste nell’urgenza di trasformare il mondo della resistenza sociale e democratica che combatte la difficile battaglia delle elezioni europee nel primo nucleo del futuro partito unico della sinistra sia a livello nazionale che continentale.
Il  che vuol dire che ciascuno di noi è chiamato, nello stesso tempo, ad essere militante  di base e dirigente di esso mettendo tutto l’impegno possibile per far superare alla lista lo scoglio dello sbarramento al 4% e per farle garantire la rappresentatività della sinistra nelle istituzioni europee.

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