Negli ultimi anni in Italia si sono sviluppate diverse iniziative nel campo delle medical humanities (la medicina vista come un’unità di scienze naturali e di scienze umane) e dell’umanizzazione delle cure.
«Oggi sono 24 milioni le persone con una patologia cronica e 4 milioni quelle con disabilità, in Italia. Secondo le stime dei demografi, nel 2040 accadrà qualcosa che non ha precedenti nella storia: gli over 50 saranno più degli under 50 e nel 2050 il 35% della popolazione avrà più di 65 anni. Un mix micidiale per la società tutta». Lo ha detto Barbara Mangiacavalli, Presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), aprendo i lavori del Congresso nazionale Infermiere³ – Innovazione, sfide e soluzioni, dal 20 al 22 a Rimini.
Il 17 marzo, nella sala del Centro di Psichiatria di Consultazione e Psicosomatica dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Cagliari, diretto dal Professor Mauro Carta, si è svolta la proiezione del docufilm Profondo Nero, diretto da Roberto Pili e prodotto da Francesco Pili.
L’opinione di Francesco Carta, referente di Medicina Democratica in Sardegna sulla riorganizzazione della sanità territoriale e sulle cure primarie. Una proposta per rilanciare il Servizio Sanitario regionale, dotare la Regione Sardegna di un Piano Socio-Sanitario e per dare risposte all’attuale emergenza sanitaria.
È di queste settimane la notizia che la Lega di Salvini ha presentato una legge per far uscire l’Italia dall’OMS, l’organizzazione mondiale della Sanità. Sarebbe una ulteriore disgrazia per una Sanità pubblica aggravata da anni da perenne carenza di personale, ma perché è importante stare nell’OMS?
Nel fare un bilancio dell’attività lavorativa dentro il Servizio Sanitario della Regione Sardegna provo a descrivere le diverse stagioni che il medesimo Servizio Sanitario Nazionale (SSN) ha vissuto, pur senza la pretesa di ritenere questa descrizione esaustiva.
La resistenza agli antimicrobici, di cui l’antibiotico resistenza rappresenta il fattore di maggiore rilevanza, è un fenomeno che avviene naturalmente nei microrganismi come forma di adattamento all’ambiente.
A fine ottobre il 25, si è svolto un convegno con dibattito, nell’ospedale Businco, definito nei Piani Sanitari un Hub, ovvero un centro di eccellenza per la cura dei malati di cancro.
La sanità in Sardegna è un quadro emblematico dove le difficoltà strutturali dell’assistenza al malato, la penuria di personale medico e paramedico e la insufficiente copertura del territorio di una rete ospedaliera diventa un esempio della spaccatura tra il Sud e il resto d’Italia.
“Il ruolo del Registro Tumori. Uno strumento necessario per la salute della collettività”: è questo il tema al centro del convegno che si terrà venerdì 25 ottobre, dalle ore 16:00, nella Sala Convegni dell’Ospedale Oncologico Businco, in Via Jenner a Cagliari.
Foto Claudio Furlan – LaPresse, murale a Quarto Oggiaro realizzato da Cosimo Cheone e dedicato al sanitario dell’ospedale Sacco di Milano
[Valter Canavese]
Se mettessimo in fila i sei rapporti della fondazione Gimbe (Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze, associazione fondata nel 1996) sullo stato della Sanità Nazionale la prima sincera reazione sarebbe quella di protestare contro un accanimento terapeutico, non dettato da tentativi forzosi e reiterati di animare il sistema pubblico ma dal progressivo abbandono, dai tagli di bilancio, uno strisciante svuotamento di quello che negli anni 80, all’indomani della legge 833/78,era un fiore all’occhiello apprezzato in Europa.
A distanza di 15 anni dalla legge sulle cure palliative, – già riconosciute e inserite nel Sistema Sanitario Nazionale Italiano nel 1999, con la legge n. 39/99 e strutturate con la legge n. 38 del 2010, la percentuale di persone che dichiarano di avere un’idea vaga di cosa siano le cure palliative è del 25%, mentre il 44% delle persone interpellate dichiara di non aver mai sentito parlare di hospice.
Venerdì 30 agosto alla Fondazione di Sardegna a Cagliari, in Via San Salvatore da Horta n°2 alle ore 17:00 si svolgerà un confronto organizzato dall’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica sulla questione del fine vita dal titolo Liberi subito: chi ha rispetto, non aspetti tempo insieme alla proiezione del docufilm “Confine, la scelta di Laura Santi”.
In tempi di forti pressioni popolari per la difesa dei territori aggrediti dalla speculazione energetica da fonti rinnovabili e provati dal crollo della sanità pubblica, in Aula torna inaspettatamente il tema della Fibromialgia. Una pallina di ping pong sui tavoli dei consiglieri distratti e annoiati.