Come privatizzare le spiagge in Sardegna

16 Febbraio 2020
[Stefano Deliperi]

Il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato, a maggioranza, la proposta di legge regionale n. 83/A presentata il 5 dicembre 2019 dal centro-destra al governo regionale.

Ora è la legge regionale 12 febbraio 2020 in attesa di pubblicazione sul B.U.R.A.S. L’art. 4 prevede la possibilità per i concessionari di chioschi e stabilimenti sul demanio marittimo di mantenerli durante tutto l’anno nelle spiagge classificate “urbane” e in tutte le altre, sia che sia operativo il piano di utilizzo dei litorali (P.U.L.) sia che non vi sia, con una semplice comunicazione “per la durata del titolo della concessione demaniale marittima”.

La durata delle concessioni demaniali marittime sui litorali sardi è stata recentemente prorogata fino al 2033 (determinazione D.G. EE.LL., Finanze R.A.S. n. 54/1942 del 20 gennaio 2020 + allegato), in palese violazione della direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (c.d. direttiva Bolkestein) e in contrasto con l’orientamento giurisprudenziale (vds. Cass. pen. Sez. III, 12 giugno 2019, n. 25993).

In parole povere, per beceri calcoli elettoralistici, la maggioranza consiliare di centro-destra ha voluto privatizzare il demanio marittimo e le spiagge, occupati permanentemente da chioschi e stabilimenti che dovrebbero, invece, operare solo durante la stagione balneare. Chioschi e stabilimenti che potranno rimanere tutto l’anno a danneggiare con opere permanenti spiagge e dune e a impedire la pubblica fruizione del demanio marittimo.

La disposizione viola palesemente le competenze statali in materia di tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali (artt. 9 e 117, comma 2°, lettera s, cost.), per cui l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus procederà, al momento della pubblicazione della norma sul B.U.R.A.S., a segnalarla al Governo affinchè la impugni davanti alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzione (art. 127 cost.).

Questa disposizione scempia-spiagge fa il degno paio con la proposta di legge regionale sul c.d. piano casa (deliberazione Giunta regionale n. 52/40 del 23 dicembre 2019, relazione illustrativa, testo della proposta) avanzata dalla Giunta Solinas per consentire ingenti aumenti volumetrici nella fascia costiera e anche nella fascia di massima tutela dei 300 metri dalla battigia marina, nonché la pressochè liberalizzazione dell’edilizia in area agricola.

La petizione popolare per la salvaguardia delle coste sarde rivolta al Ministro per i beni e attività culturali e turismo, al Presidente della Regione autonoma della Sardegna e al Presidente del Consiglio regionale sardo con la richiesta di mantenimento dei vincoli di inedificabilità nella fascia dei 300 metri dalla battigia marina, stabiliti dalle normative vigenti e dalla disciplina del piano paesaggistico regionale (P.P.R.), ha già superato i 19 mila aderenti.

La petizione, promossa dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, è stata finora sottoscritta da cittadini di ogni estrazione sociale, sia sardi che turisti del resto d’Italia e stranieri. Abbiamo difeso, difendiamo e difenderemo la nostra Terra, millimetro per millimetro. Ne stiano certi.

Stefano Deliperi è il portavoce del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

La petizione per la salvaguardia delle coste sarde si firma qui.

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