Come scoraggiare le attività cinematografiche

16 Novembre 2008

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Davide Zanza

Mentre la Sardegna turistica e culturale ha fatto bella mostra di sè al New York Film Festival con una vetrina molto singolare e costosa, “Sardegna a New York”, ci chiediamo se non sarebbe stato meglio per tutti fare un passo indietro e avere l’umiltà di dichiarare pubblicamente alcune sconfitte, cercando di risolvere, ad esempio, i problemi ormai cronici per il settore cultura in generale e  cinematografico in particolare. Il 27 settembre scorso la Regione organizza a New York il convegno sul tema “Cinema e Turismo? “L’obiettivo –  si legge nel sito regionale –  è anche quello di far conoscere la Sardegna non solo come “tourism destination” ma anche come “movie destination”. Peccato che ormai il cinema in Sardegna come location, come lavoro, come sviluppo culturale, sia una cosa poco seria. Manca ancora la Film Commission, non si sa come verrà realizzata la Fondazione Cineteca sarda, spendiamo soldi nella costruzione di una library on-line della memoria della Sardegna della quale francamente nessuno sentiva l’impellente esigenza. Non siamo neanche in grado di far sedere ad un tavolo una commissione tecnico scientifica per la valutazione dei progetti (lungometraggi e cortometraggi) da finanziare, visto che giacciono ancora inutilizzate le risorse finanziarie. Circa un milione e trecentomila euro e le speranze di molte giovani autori sardi. Perché se chiami ora gli uffici competenti ti dicono “bisogna aspettare, la commissione si è insediata da poco e dovrà valutare”. Ed ecco la cronaca dell’ennesima beffa della politica amministrativa regionale sarda. Prima dell’estate la Regione ha pubblicato i primi risultati dei bandi per il finanziamento delle attività cinematografiche (festival e seminari, ricerca e scuola), lasciando alle calende greche la parte più importante, quella cioè sulla produzione di lungometraggi e cortometraggi. A decidere, come da legge, una commissione tecnico scientifica di alto livello: un produttore (Riccardo Tozzi), un esperto nella valutazione economica dei progetti (Gianluca Arcopinto), un regista (Giuliano Montaldo), una sceneggiatrice (Heidrun Schleef), una docente di storia del cinema che lavora in Sardegna (Lucia Cardone). Da più di un anno in carica, questa commissione (alla quale si sarebbe dovuta affiancare una consulta, della quale si è persa memoria – c’è, non c’è, esiste) si è riunita poche volte e mai completa. Colpa anche della disorganizzazione dell’assessorato competente. Finalmente a settembre la convocazione con tutti i rappresentanti e la sorpresa, o meglio la beffa. Giuliano Montaldo e Gianluca Arcopinto si devono dimettere! Il primo perché parente di un membro dello staff tecnico di un film che chiedeva il finanziamento (sua figlia compare come costumista nel nuovo progetto di Gianfranco Cabiddu). Il secondo perché (in)direttamente coinvolto nella produzione di un film sardo che chiedeva soldi per la distribuzione, Sonetaula di Salvatore Mereu. E’ questo però il caso che solleva le maggiori perplessità. “Quando mi hanno proposto di far parte della commissione – dichiara Gianluca Arcopinto – ho subito chiarito con lettera di dimissioni e e-mail agli uffici competenti, che avevo un conflitto di interessi, avendo lavorato a livello produttivo sul film di Salvatore Mereu. Ma per la Regione questo non era importante. Mi hanno pregato di rimanere. Non ci sarebbe stato nessun problema e nessuna incompatibilità. Così sono rimasto. Pensavo di astenermi durante le votazioni, come accade, in molti casi, soprattutto a livello nazionale. Ho accettato sapendo di non poter più lavorare in Sardegna, ma ho proseguito lo stesso, perché credevo nel progetto”. Così Arcopinto ha partecipato ad alcuni incontri, ma durante la valutazione delle oltre settanta domande pervenute alla Regione, un solerte impiegato dell’ufficio legale da lo stop, dichiarando la sua incompatibilità, nonostante molto, ma molto tempo prima, avesse ricevuto rassicurazioni di tutt’altro genere. Questo ha portato la commissione verso la rottura perché, fuori Montaldo e Arcopinto, pare che anche Tozzi e la Schleff, si stiano indirizzando verso l’abbandono di quell’incarico, forse quasi a rimarcare l’inefficienza di quest’enorme carrozzone della macchina amministrativa sarda. Amministrativa e politica, visto che, continua Arcopinto “l’Assessore alla Cultura Mongiu non si è nemmeno preoccupata in quel momento di trovare una soluzione. Ci ha salutati all’inizio, e non si è fatta più vedere”. Tutto da rifare quindi mentre il tempo passa inesorabilmente verso le elezioni del prossimo anno. Un appello al Presidente Soru e all’Assessore Mongiu: dateci una risposta, spiegateci cosa è realmente accaduto e come pensate di risolvere. Anche perché si parla dei nostri soldi, non dei vostri! Ma non finisce qui, perché se la vetrina di New York può sembrare appetibile come cassa di risonanza pubblicitaria, lo è stato meno la notizia di qualche mese fa, passata in sordina. L’annuncio però più politicamente appetibile che qualsiasi presidente di qualsiasi regione europea e qualsiasi assessore, vorrebbe sbandierare a tutti, per dire: “ecco, la strada percorsa da noi in questi anni, ha portato i frutti e la leggittimità”. L’Unione Europea dichiara rispetto alla nostra legge regionale sul cinema che è “un provvedimento sicuramente compatibile con la deroga culturale prevista dal Trattato Ue e con le norme sugli aiuti alla produzione cinematografica contenute nella comunicazione sul cinema del 2001. Di norma, film che riflettono la cultura di una regione europea come la Sardegna – ha tenuto a sottolineare il commissario Ue alla concorrenza Neelie Kroes – non sono sufficientemente commerciali da poter essere realizzati o distribuiti senza un sostegno pubblico”. Ma i nostri politici questo, lo sanno?

1 Commento a “Come scoraggiare le attività cinematografiche”

  1. Leonardo Boscani scrive:

    …sabbie mobili…LA CULTURA DELLE SABBIE MOBILI CHE CIRCONDA I PALAZZI DELLA POLITICA IN QUESTA REGIONE… inutile muoversi anzi a volte è pericoloso agitarsi..E quanti soldi per orrendi spot di propaganda elettorale i nostri politici usano…viva “BANDITI AD ORGOSOLO”…MA MAMMA MIA SONO QUASI PASSATI 40 ANNI…

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