Continua la lotta per il diritto alla salute in Sardegna

1 Ottobre 2021

[Francesco Carta]

Il 24 settembre costituisce una tappa importante della lotta per il diritto alla salute in Sardegna. Una bella giornata di mobilitazione popolare, di cittadini, operatori sanitari.

Va riconosciuto il merito  al Comitato SOS sanità Barbagia-Mandrolisai -promotore della manifestazione e della richiesta di incontro con il Consiglio regionale- e alle decine di comitati e associazioni che si battono da decenni per il diritto alla salute (Rete Sarda, comitati provinciali, locali e territoriali) associazioni dei malati che vivono sulla propria pelle la mancanza di una sanità pubblica che si prenda cura della persona e delle problematiche assistenziali. Importante e determinante la stessa presenza dei sindaci che chiedono di poter partecipare alle decisioni in materia sanitaria. 

Per la prima volta migliaia di persone hanno manifestato a Cagliari con i comitati di tutta la Sardegna, i malati, sindaci e gli amministratori, per chiedere la centralità della sanità pubblica, come viene stabilito dalla Costituzione e dalla legge di Riforma sanitaria n. 833/78. 

Le critiche sono dirette a chi ha gestito la sanità negli ultimi decenni, nessuno escluso. Si richiede un cambiamento, un’inversione di rotta. E’ naturale che le richieste vengano avanzate alla Giunta  attuale e a tutto il Consiglio regionale. 

Mi preme sottolineare due vicende che confermano quale strada stia seguendo la politica: 

– il Presidente Solinas, come prima iniziativa pubblica del suo mandato, rese omaggio al Mater Olbia (nota struttura privata), non visitò i piccoli ospedali in sofferenza, i Pronto Soccorso o le strutture ospedaliere pubbliche da anni in gravi difficoltà.    

– Nel 2019 la Giunta Solinas, con un’ampia maggioranza in Consiglio regionale,

approvò la convenzione col Mater Olbia per 60 milioni annui (circa 150 milioni in 2 anni e mezzo) e nei mesi successivi decise di aumentare i fondi alle restanti strutture sanitarie private convenzionate, di ulteriori 100 milioni annui. 

Noi criticammo duramente queste scelte in quanto avrebbero aggravato la crisi della sanità pubblica in Sardegna. 

Non siamo pregiudizialmente contrari né al Mater né alla sanità privata, la cui presenza è garantita dalle leggi e dalla Costituzione,  ad una condizione: essa (la sanità privata) deve svolgere una funzione integrativa e non sostitutiva della sanità pubblica. Oggi purtroppo la sanità privata (convenzionata e in libera professione pura, quindi a pagamento) sta diventando sostitutiva della sanità pubblica. Aumenta enormemente il ricorso alle prestazioni a pagamento o in convenzione, a causa del blocco della sanità pubblica e delle infinite liste di attesa per le prenotazioni. 

Oggi vengono al pettine i nodi delle scelte sbagliate fatte negli ultimi decenni: ridurre i finanziamenti alla sanità pubblica e trasferirli alle strutture private. Con conseguenti convenzioni a carico del servizio sanitario regionale, appalti, esternalizzazioni dei servizi, gestioni in affitto, precarizzazione del rapporto di lavoro degli operatori sanitari. Si rinuncia a dare una risposta complessiva di presa in carico del malato e del cittadino e si erogano “prestazioni” , sempre e solo se riesci a prenotarti. 

Ai rappresentanti istituzionali chiediamo di operare un’inversione di tendenza: ribadire la centralità della sanità pubblica. Le risorse per la sanità privata vengono sottratte alla sanità pubblica. Si ruba ai poveri per dare ai ricchi. 

Molti studi della O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) hanno ampiamente dimostrato che gli indicatori di salute migliorano dove esiste la sanità pubblica, universalistica, gratuita per tutti, anche le spese complessive si riducono. La sanità pubblica dà migliori garanzie in termini di efficacia ed efficienza. Purtroppo questo non è il caso della Sardegna, dove crescenti fasce di popolazione rinunciano alle cure, interi territori sono privi di servizi sanitari e molti comuni sono privi della stessa medicina di base. 

La principale causa della crisi della sanità anche in Sardegna è determinata dal trasferimento di ingenti risorse finanziarie dalla sanità pubblica a quella privata, che per sua natura lavora per realizzare profitto. Si sta attuando una sorta di accanimento ideologico contro la sanità pubblica da parte delle istituzioni che dovrebbero garantirne il buon funzionamento. E’ necessaria un’inversione di rotta. 

Chi è chiamato a gestire la sanità pubblica deve difenderne il primato e il suo funzionamento. Abbiamo l’impressione che avvenga il contrario.  Chi non condivide il primato della sanità pubblica ne deve trarre le conseguenze. 

Impedire il funzionamento della sanità pubblica è il modo migliore per favorire la sanità privata, la quale peraltro dichiara di non essere i grado di far fronte all’enorme aumento delle richieste. 

L’eccellenza della sanità non è rappresentata dalle mega strutture private bensì dall’assistenza gratuita per tutti, in tutto il territorio regionale. 

Le privatizzazioni non sono la soluzione ma la causa dei gravi problemi che affliggono la sanità in Sardegna.  Pertanto si i rende necessario uno straordinario investimento a livello regionale e nazionale sulla sanità pubblica. 

A giudicare dalle prime reazioni i comitati manifestano delusione per le ennesime promesse della Regione. In futuro saremo chiamati a manifestare ancora a Cagliari, più numerosi e determinati. 

Francesco Carta è il portavoce di Medicina Democratica Sardegna

Foto di Gianni Dessì

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