Continuons le combat

1 Dicembre 2011

La morte di Lucio Magri ci rattrista. Magri è stato una figura importante della sinistra comunista, oltre che uno dei fondatori del manifesto. È sempre difficile parlare delle persone che ci lasciano; ciò che colpiva in lui era la determinazione con cui faceva le sue scelte, la stessa che lo ha accompagnato nella decisione finale.
Le riflessioni e le analisi che conduceva erano sempre nette, non lasciavano spazio a molte interpretazioni. Così ‘la crisi del capitalismo’ o ‘la maturità del comunismo’ di cui ha spesso parlato apparivano eventi ravvicinati: in realtà era il rigore delle sue analisi che riduceva la dimensione temporale dei processi sociali e dava a noi l’impressione di obiettivi prossimi.
È venuto spesso in Sardegna e talvolta le riunioni con lui sono state accese, soprattutto in occasione della nascita del Pdup e della nostra presentazione alle elezioni del’76. Ma anche in quelle occasioni abbiamo colto la sua capacità nel sapersi collegare ai processi reali in atto nel paese.
Ecco come lo ricorda Valentino Parlato sul manifesto. (red)

Valentino Parlato
Lucio Magri da molto tempo ci aveva comunicato la sua decisione di togliersi la vita. Avevamo discusso e cercato di dissuaderlo perché avevamo bisogno di lui, della sua intelligenza e del suo impegno. Non ci siamo riusciti. È stata una decisione di estrema razionalità. A quasi 80 anni, la perdita della compagna Mara era stata tremenda. La vita non era più vita. Anche la situazione generale non incoraggiava. Con razionalità addirittura estremistica Lucio prese la decisione (e quando decideva non cambiava idea) e attuò quel che aveva stabilito. Il suicidio è una fondamentale libertà della persona. Chi è padrone della propria vita, come ogni umano lo è, può legittimamente e moralmente decidere di mettere la parola fine.
Lucio è stato anima e mente della nostra vita. Insieme abbiamo incominciato con la rivista e poi con il quotidiano. Ci fu una breve separazione ai tempi del Pdup, ma i legami sono rimasti forti, anche quando c’era polemica.
L’interrogativo è: che cosa ci lascia Lucio con il suo suicidio. Provo a rispondere. Innanzitutto a criticare e combattere la società presente. La sua cultura, la sua politica e gli scritti ci danno stimoli e conoscenza. Il sarto di Ulm, che tentò anzitempo di volare si sfracellò, ma poi gli uomini cominciarono a volare. Questo il messaggio e il suo suicidio, ancorché dovuto ai sentimenti, è un atto di rifiuto, di combattimento. Tutto il contrario della passiva rassegnazione.
Questo nostro giornale, “quotidiano comunista”, è oggi nelle più gravi delle sue tante crisi e dal gesto e dall’opera di Lucio trae motivazione e forza nel rifiutare lo stato presente delle cose. Le analisi di Lucio, la lettura della storia sono alimento essenziale e per questo ci impegniamo a pubblicarne gli scritti inediti, tanti e importanti. Utilizzeremo meglio che nel recente passato gli insegnamenti, per rinnovarci e combattere più efficacemente. Per affrontare l’attuale, e storica, crisi della sinistra, per ridare alle donne e agli uomini la speranza di un cambiamento, di un’uscita dall’attuale stato di mortificazione degli esseri umani.
Il suicidio di Lucio non è stato un fatto personale, di chiusura in se stesso. Lucio ne aveva ripetutamente parlato con noi e anche alla fine del percorso è stato accompagnato da Rossana Rossanda.
Domani è un altro giorno, come si diceva nel ‘68, continuons le combat.

6 Commenti a “Continuons le combat”

  1. Natalino Piras scrive:

    Né si può dire
    di Lucio Magri
    che non sia stato coerente
    a nostra sorella morte
    quando interpreta
    nostra sorella vita
    se la vita ultima
    appartiene agli ultimi.
    Apparterrà.

  2. Marcello Madau scrive:

    Faro si spegne.
    Sulle onde eretiche
    ancora luce.

  3. Pietrina Chessa scrive:

    i suoi occhi azzurri sono appartenuti a noi e ora illuminano l’universo .

  4. Piero Careddu scrive:

    continuons!

  5. Graziano Pintori scrive:

    AUGH! Penna Bianca

  6. Elio Pillai scrive:

    E’ gia’ stato detto tutto su Magri. Negli primi anni del Manifesto ricordo che veniva spesso in sardegna io lo ascoltavo incantato come si ascolta un bravo professore.
    Il suo libro è un bel pezzo di Storia che andrebbe letto e divulgato.
    Forse una iniziativa pubblica andrebbe fatta.
    Non sono facile alle commozione, ma per la morte di Lucio Magri mi sono commosso, non per come ha deciso di morire ma perche è morto.

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