Cheremule o della Costa Azzurra

16 Ottobre 2008

turista.jpg

Sandro Roggio

Governo del territorio in Sardegna. Molte stranezze nello sfondo del referendum. C’è sempre quest’idea storta dello sviluppo che coincide con i dividendi dei costruttori. Sviluppo turistico sta per crescita del numero dei cantieri edili. Non di una migliore organizzazione per accogliere i visitatori. Turismo è fare case. Molte case in Sardegna non si abitano mai, neppure a Ferragosto, sono un buon investimento dicono gli immobiliaristi. Meglio di altri investimenti come ormai è chiaro a tutti , e il valore glielo diamo noi che concediamo il paesaggio, la location.
Ad Alghero si protesta, servono altri alberghi che il Ppr non impedisce. Ma nelle spiagge a luglio e agosto “non c’è posto per stendere un asciugamano”, scrivono i giornali. Un bellissimo albergo in centro ospita una scuola, altri chiudono a novembre quando arrivano ancora molti turisti grazie a Ryanair e non per le promozioni speciali.
Nessuno ha sottolineato abbastanza che il flusso di turisti in Sardegna è aumentato molto in questi ultimi anni. E allora non si capisce questa levata di scudi di un moderato come l’ex ministro Pisanu secondo il quale la politica della Regione ha ucciso il turismo. Parla dei dividendi dei costruttori, anche lui. Di case ne sono state fatte tante, ne stanno facendo ancora, e i prezzi scendono.
Referendum stermina-coste. A sentire gli argomenti della CdL e degli associati, c’era una adunata sediziosa contro il Ppr in ogni angolo di strada dei paesi sardi, nei bar del Marghine e della Baronia riunioni ogni sera per organizzare la riscossa. Rischi d’insurrezione è stato detto. Non era vero nulla, ma qualcuno ci ha creduto alla balla che il Ppr stava rendendo impossibile la vita delle famiglie sarde. La Confindustria ha schierato i suoi per l’abrogazione della legge salvacoste, per il bene delle popolazioni della Sardegna.
Ci hanno creduto davvero a Cheremule, piccolissimo paese del Capo di Sopra molto lontano dal mare i cui abitanti sono andati a votare in massa ( si fa per dire). Gli hanno fatto temere ai pochi che sono rimasti, chissà che cosa per via del demonio Ppr: non sappiamo quali ricadute negative per lo sviluppo di Cheremule, con la tecnica del passaparola.
I Verdi di Sardegna ( quelli del “Sole che ride”, immagino) non hanno dato indicazioni di voto, così hanno dichiarato con orgoglio. Inspiegabile. Ho mandato un messaggio alla portavoce Grazia Francescato perché spieghi se crede. Aspetto inutilmente, temo, come i promotori del referendum hanno atteso l’appello n.2 di B. il giorno della consultazione.
Apprendo ora, appunto, ma non c’è modo di verificare la notizia, che era stato promesso un nuovo appello di B. sul Tg3 delle 14 di domenica 5. Nulla. Altra attesa trepidante ma fatalista verso le 18, per un (ormai inutile) intervento su Videolina. Zero appelli di B. Eppure in videoconferenza con gli azzurri più fedeli di Gallura, pare abbia detto entusiasta la sera prima: “Ci batteremo fino alla fine e se vinciamo ribattezziamo Costa Azzurra la nostra meravigliosa costa”. C’è già una Costa Azzurra, hanno pensato gli azzurri perplessi e ammutoliti: contraddire B. non è roba per tutti. Primum vincere.
Sui sardi che non sono andati a votare, infine. Sono apprezzabili almeno quanto quelli che sono andati. Io li preferisco. Hanno capito che era meglio ignorarlo il referendum alla bottariga, spot imbroglio ad uso della destra con soldi nostri. In democrazia l’astensione di queste proporzioni è missiva ricca di senso: non può essere scambiata per codardia, fuga dalla democrazia, messa caso mai a rischio dalle furbizie di parte, ad esempio dall’uso abnorme e strumentale dell’istituto referendario.

Scrivi un commento


Ciascun commento potrà avere una lunghezza massima di 1500 battute.
Non sono ammessi commenti consecutivi.


caratteri disponibili

----------------------------------------------------------------------------------------
ALTRI ARTICOLI