Dall’Isis alla questione curda: al via il Babel Film Festival

1 Dicembre 2015
2 Unig
Redazione

Dalla resistenza di Kobane, la città curdo-siriana diventata il simbolo dell’opposizione all’Isis, alla questione curda che costituisce ancora una ferita aperta per la Turchia, come ha dimostra l’omicidio del capo degli avvocati curdi a Diyarbakir.

Storie che prendono vita con le voci delle minoranze linguistiche di tutto il mondo: saranno loro ad animare la quarta edizione del Babel Film Festival, in programma a Cagliari da oggi al 5 dicembre presso la Cineteca sarda. Un festival che alla luce degli attentati di Parigi e in Mali e della situazione in Turchia vuole valorizzare e promuovere le minoranze linguistiche e l’idea del dialogo interculturale, inteso come comprensione reciproca tra individui e gruppi che hanno origini e patrimoni linguistici, culturali, etnici e religiosi differenti. Un dialogo fondamentale per lo sviluppo delle relazioni tra persone, Paesi e culture perché favorisce la crescita personale e collettiva, contribuendo alla coesione, all’inclusione e all’equità.

L’inaugurazione del Festival al cinema Odissea con ‘Song of my mother’ di Erol Mintaş: un film in curdo che racconta la storia di un giovane insegnante, Ali, che vive con Nigra, l’anziana madre, nel quartiere Tarlabaşi di Istanbul, che dagli anni Novanta ospita tantissimi immigrati curdi. Quando la riqualificazione della città li costringe a trasferirsi per la seconda volta, i due finiscono per vivere nella periferia estrema della città. Nigar crede che i suoi vecchi vicini di casa siano tornati nei loro paesi della Turchia orientale.

Ogni mattina prepara le sue cose e si mette in viaggio per il suo paese: vaga per la città, alla ricerca del suo villaggio e della canzone che continua a tornare nei suoi sogni. I protagonisti del Festival saranno le 79 pellicole nazionali e internazionali (41 documentari, 24 cortometraggi, 14 lungometraggi e 6 film fuori concorso) selezionate tra i 115 film pervenuti, 44 le lingue minoritarie coinvolte, 16 i Paesi (8 europei e 8 extraeuropei) rappresentati. Il festival, che si articola in tre sezioni (lungometraggi, cortometraggi e documentari) è riservato ai film in lingua minoritaria, dialetto, slang, lingua morta e linguaggio dei segni. La giuria principale, composta da cinque membri, è presieduta dal regista Daniele Ciprì. Per la prima volta in un festival del cinema anche gli immigrati saranno protagonisti: gli ospiti del centro di accoglienza per richiedenti asilo di Elmas parteciperanno alla proiezione dei film e assegneranno il premio ‘One Wor(l)d’.

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