Democrazia con sorpresa

16 Marzo 2014
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Franco Tronci

A circa un mese dalle elezioni regionali, i magistrati preposti, seppure con un evidente  ritardo, hanno proclamato i nomi degli eletti al Consiglio regionale. Si preannunciano non pochi ricorsi.
Eppure qualche giustificazione bisogna riconoscerla a chi ha dovuto lavorare sulla base della legge elettorale più ingarbugliata e truffaldina della storia dell’autonomia sarda.
Così, ancora una volta, la Sardegna diventa terreno di anticipazione delle tendenze politiche nazionali. Il dibattito in corso sul progetto di legge elettorale in discussione in Parlamento ci autorizza ad assimilare le modeste vicende nostrane alle più importanti sorti della Repubblica. Il cosiddetto Italicum, anziché da incontri segreti tra i più autorevoli capi-partito, nasce da un patto scellerato tra il nuovo segretario del PD e un notorio personaggio recentemente estromesso dal Senato per indegnità. E’ come se si fosse deciso di elaborare una legge antimafia con il preventivo accordo con Totò Riina. Nel generale cinismo che caratterizza l’attuale fase politica, nessuno si sorprende del fatto che l’impianto dell’accordo contraddica totalmente le indicazioni recentemente espresse dalla Corte Costituzionale nel cancellare senza appello il cosiddetto porcellum. (Chissà perché si ricorra sempre al latino in presenza di simili nefandezze!)
Le evidenze truffaldine e l’incostituzionalità sono, peraltro, davanti agli occhi di tutti: a cominciare dalla illogicità della pretesa che una Camera destinata all’estinzione, il Senato, sia chiamata a decidere delle sorti dell’unica Camera elettiva destinata a sopravviverle.
A questo proposito, sono consapevole di muovermi controcorrente quando sostengo che, in diverse occasioni, il bicameralismo perfetto ha prodotto risultati positivi quando si è trattato di indurre a una riflessione più meditata intorno a leggi provviste di una particolare rilevanza costituzionale. Ciò detto, e mentre va ribadito che deve essere salvaguardato il carattere elettivo di entrambi i rami del Parlamento, si potrebbe risolvere il problema suggerendo un più attento uso della doppia  votazione riservandola, ad esempio, soltanto agli argomenti di particolare rilevanza legislativa differenziando le materie di attribuzione legislativa tra Camera e Senato.
Le intenzioni truffaldine dell’Italicum riguardano, inoltre, le forzature impresse al bipolarismo (forzoso), del quale abbiamo fatto cenno in altra occasione, attraverso l’invenzione,  addirittura, di ben tre soglie di sbarramento e dell’abbinamento,  micidiale per i cosiddetti “piccoli partiti”, tra sbarramento e premio di maggioranza.
Su tutto questo, l’ipercinetico presidente del consiglio cerca di gettare un velo, spostando l’attenzione sul problema della rappresentanza di genere e delle preferenze. L’argomento, in sé, non è privo di rilievo e meriterebbe una trattazione adeguata. Quel che non si capisce, però, è come un partito che si vanta d’aver iscritto l’uguaglianza di genere nel proprio statuto voti compatto contro le “quote rosa in lista. Misteri di un partito che qualcuno, ingenuamente, definisce ancora di sinistra…
Sinceramente preferiremmo una democrazia tout-court, senza sorprese. E’ per questo che auspichiamo la sconfitta dell’Italicum, la formulazione, senza accordi con i malfattori, di una legge elettorale secondo le indicazioni della Corte Costituzionale e le elezioni nei tempi più rapidi possibili.
Nel frattempo, potremo esercitarci con un forte impegno alle elezioni europee di maggio.

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