Ecco i nuovi reati ambientali: fumo negli occhi e nei polmoni

1 Giugno 2015
reati_ambientali
Stefano Deliperi

Il Senato della Repubblica ha approvato, a larga maggioranza (P.D., M5S, N.C.D.-U.D.C., qui i dati) in via definitiva il testo del disegno di legge n. 1345-B sui delitti contro l’ambiente, i nuovi reati ambientali.

Cancellato il reato concernente l’utilizzo delle tecniche di airgun, contiene delle ambiguità (per non dire altro) che rischiano di svuotare i contenuti innovativi della norma. Basti pensare al nuovo “disastro ambientale”, norma speciale rispetto al c.d. disastro innominato (art. 434 cod. pen.): andrà a normare specificamente il “disastro ambientale” e tutte le condotte che integreranno tale fattispecie dovranno tendenzialmente esser contestate come “disastro ambientale” e non “disastro innominato”.            

Come già ampiamente argomentato, la nuova ipotesi di reato sanziona chi abusivamente causa un disastro ambientale. Nessuno, per fare un esempio, ha mai sentito il bisogno di specificare che un omicidio è “abusivo” per poter essere punito, perché tale necessità è stata sentita per il disastro ambientale?Abusivamente vuol dire in assenza di autorizzazioni e chi causerà disastri ambientali in presenza delle necessarie autorizzazioni amministrative molto probabilmente la farà franca.

Una volta buona che – finalmente – si giunge a inserire i delitti ambientali nel codice penale (fra l’altro in attuazione della direttiva n. 2008/99/CE sulla tutela penale dell’ambiente) sarebbe stato il caso che gli equivoci interpretativi fossero ridotti al minimo. L’approvazione di tale testo fa il degno paio con la depenalizzazione strisciante dei reati ambientali. In poche parole, fumo negli occhi e nei polmoni del popolo inquinatoIn tanti gioiscono per l’approvazione e fanno a gara per rivendicarne i meriti, dal P.D. a Legambiente, dal Movimento 5 Stelle a Greenpeace, dalle mille sfaccettature politiche che si richiamano al centro-destra. In qualche caso la superficialità è imbarazzante.

Per convincere i sempre più numerosi critici della norma farlocca, Legambiente riferisce che “numerosi magistrati … hanno evidenziato la maggiore completezza e ampiezza di questa definizione”, cioè han consigliato l’inserimento della “parola ‘abusivamente’”. Anche il sen. Cotti, del M5S, ripete che “i giuristi coi quali ci siamo consultati” han detto che il termine “abusivamente” “non inficia la bontà della legge”Nessuno di costoro, però, è in grado di fare alcun nome di “magistrato” o di “giurista” che accetti di metter la faccia in difesa di una norma mal scritta e peggio efficace.

Fra i pochi che denunciamo con cognizione di causa e chiaramente le pesanti ambiguità del testo Gianfranco Amendola, uno dei padri del diritto ambientale in Italia, e Raffaele Guariniello, fra i magistrati schierati in difesa del popolo inquinato e molto deluso dalle nuove disposizioni. Purtroppo una grande occasione persa, una grande battaglia di civiltà annacquata da opaca ipocrisia.

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