Fridays For Future a Cagliari convoca un corteo contro il metano

13 Febbraio 2020
[red]

Fridays For Future a Cagliari convoca un corteo per chiedere alla Regione Sardegna di bloccare il progetto di metanizzazione dell’Isola e cambiare la rotta di un modello di sviluppo fallimentare di attività inquinanti ed estranee ai territori che sta danneggiando, in modo irreversibile, il paesaggio e l’ambiente. L’appuntamento è domani, Venerdì 14 febbraio, alle ore 9.00 in Piazza del Carmine a Cagliari. Pubblichiamo il comunicato della convocazione del corteo.

Venerdì 14 febbraio, giornata in cui in gran parte del mondo si celebra l’amore in tutte le sue forme, invitiamo i sardi ad abbandonare le consuete celebrazioni consumistiche e a fare un grande gesto d’amore per la loro terra, scendendo in piazza con noi per chiedere alla Regione di bloccare lo sciagurato progetto di metanizzazione dell’Isola.

Gli studi più recenti dimostrano che il metano non può essere considerato un combustibile di transizione, poiché questo è un potente gas serra il cui effetto – in termini di riscaldamento dell’atmosfera – è 80 volte superiore a quello della CO2 nei primi 20 anni dopo l’emissione. E se la sua combustione è meno impattante a livello climatico, le perdite nei processi di estrazione e trasporto sono ingenti, e negli ultimi due decenni avrebbero azzerato i benefici sul clima portati dalla conversione a metano degli impianti a carbone nello stesso periodo.

C’è chi nonostante ciò parla ancora della metanizzazione come di un progetto innovativo, ma era tale soltanto decenni fa. Il metano è un progetto scaduto! Oggi come oggi, la sua assenza non è uno svantaggio, ma rappresenta al contrario un’occasione per la Sardegna, che può investire da subito nella ricerca e nella produzione di energia con sistemi alternativi e nell’efficientamento energetico; evitando gli inevitabili successivi costi di smaltimento dell’infrastruttura del metano.

La metanizzazione suona come l’ennesima servitù imposta alla Sardegna, insieme alle deleterie servitù militari, e dopo i tristemente famosi piani di rinascita dei decenni passati – che hanno lasciato sull’isola devastazione ambientale e disoccupazione – decantati dall’Assessoressa Pili, che in una recente dichiarazione paragonava la metanizzazione alla forzata industrializzazione dell’isola, in un parallelismo che aveva del grottesco.

Benché la metanizzazione non presenti alcun risvolto positivo per i sardi, sono consistenti i profitti prospettati per le aziende coinvolte, le quali hanno da tempo avviato una campagna di disinformazione. Ne è un esempio la vergognosa presenza della SNAM – una delle più grandi aziende costruttrice di metanodotti nel mondo – in un istituto scolastico di Sassari, dove, pochi giorni fa, ha spiegato in un incontro con gli studenti l’imprescindibile necessità della metanizzazione della Sardegna: un luogo di crescita e sviluppo di spirito critico come la scuola trasformato in uno spazio di propaganda. Come voler affidare la sicurezza della propria abitazione a un ladro seriale.

Nel corso del corteo incontreremo anche i precari della scuola in lotta per non perdere il loro lavoro dopo anni di servizio. Solidarizzare con loro è molto importante, perché le nostre rivendicazioni fanno parte di un’unica lotta: quella degli sfruttati contro gli sfruttatori, quella contro un sistema capitalista predatore che non ha alcuna remora a sfruttare il nostro pianeta fino all’ultimo albero e per trarne profitto, e allo stesso modo sfrutta le persone fino all’ultima goccia di sudore per poi abbandonarle a loro stesse, senza un lavoro, in un pianeta devastato. Soltanto con rovesciamento di questo modello, soltanto quando i diritti degli esseri umani a un lavoro dignitoso e a un ambiente sano verranno messi sopra il profitto di pochi, avremo quella giustizia climatica e sociale che chiediamo a gran voce.

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