Governare il mondo senza dominarlo

6 Ottobre 2022

The face of war di Salvador Dalì (1940)

[Vincenzo Carlo Monaco]

La nostra corresponsabilità nel colonialismo sardo e nel mondo, nella pace o nella guerra, nello sviluppo relativo o nella povertà assoluta, nel rispetto o nel non rispetto della terra che ci ospita, nell’evolversi o involvere delle nostre alternanze generazionali, nel nostro essere umani sensibili o umani non completamento sensibili, nel nostro sentirci o non sentirci parte del globo terrestre, nel nostro limite di appartenenza alla immensità dell’universo o nel nostro adattarci alla piccolezza del nostro essere.

Tutto questo è molto di più in quanto incide nello scorrere dei nostri interessi individuali e collettivi? Noi siamo compartecipi delle scelte che condizionano le nostre vite. Non possiamo accusare o assolvere gli uni o gli altri che agiscono con la nostra delega.  La attuale scelta sulla dissoluzione o permanenza della nostra vita su questa terra ci riguarda tutti. Ma proprio tutti, come cosiddetto genere umano, compresi i bambini e gli anziani. La continuità del nostro passaggio è una responsabilità dalla quale nessuno può estraniarsi affidandosi alle verità di questa o quella parte. Le verità, spesso bugie scientificamente comunicate, non sono assolute e noi dobbiamo pretendere le verità vere.

È il momento di sentirci un unico popolo su questa terra e di scoprire insieme la verità del nostro essere popolo globale, meravigliosamente diverso in ogni individualità e felicemente consapevole della grandezza del nostro unico genere, l’umanità nelle diversità. Ed allora quella felicità, sempre fugace, che ricerchiamo nell’animo durante lo scorrere della vita, troviamola oggi nel momento storico più pericoloso della nostra storia umana. Le alternative sono semplicemente la dissoluzione collettiva o la rinascita collettiva. Che cosa ostacola questa rinascita? La necessità di disporre a qualsiasi costo delle risorse naturali per trasformarle in materie utilizzabili per confermare il potere parziale e il dominio degli Stati e nelle nazioni colonizzanti o colonizzate.

In questo momento storico lo strumento per dominare è il capitalismo. Ne viviamo uno storico americano. E vi sono poi, un neocapitalismo russo, che deriva dal superamento della esperienza sovietica, e un capitalismo cinese, che ha trasformato il comunismo in una variante del capitalismo russo – americano. Questi capitalismi si esprimono nel mondo con il BRICS costituito tra il Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa. Tutti gli altri capitalismi, intermedi, sono in gran parte subordinati a uno di questi. Il peso economico, finanziario e produttivo e di potere sul mondo è rappresentato secondo accreditati pareri, dal 13% degli USA e dall’87% del BRICS. La guerra in atto non è solo una guerra sul controllo dei territori e di conseguenza delle risorse e delle energie conseguenti, bensì è anche una guerra monetaria tra il dominio dei petrodollari e l’insieme delle monete del BRICS, monete che in questo momento sostengono con gli scambi internazionali i valori delle singole valute e delle liquidità di ogni stato.

Ecco perché la Russia chiede il pagamento del gas e del petrolio in rubli (rubly gaz), ancorando l’emissione di moneta al valore delle materie prime e dell’oro, che auspicano un ritorno al Gold Standard. Abbiamo bisogno di una moneta unica globale, strumento di una politica unica tra gli stati del mondo. E’ giunto il momento che i cittadini del mondo si mobilitino per far sentire la propria volontà con congiunte manifestazioni in ogni città del chiedendo l’immediata pace totale e la costituzione di una unità delle nazioni per la vita. E’ giunto il momento che i rappresentanti delle grandi potenze si incontrino per mettere in atto questa volontà superando gli interessi esclusivamente economico-finanziari che li dividono. Una nuova economia è possibile sia pur nelle diversità attuali. Si incontrino i potenti difronte ad uno dei milioni di bambini affetti da malattie rare e spieghino che la loro vita può essere più breve a dispetto della ricerca di soluzioni che ne possano alleviare le sofferenze, garantendo loro una vita più serena.

Ebbene, è giunto il momento di prendere atto che la natura del nostro essere non dipende dal luogo e dal sistema in cui siamo nati o ci siamo trasferiti, ma dall’insieme globale del nostro essere cittadini del mondo. I sette e più miliardi di cittadini del mondo devono mobilitarsi per decidere di agire insieme e chiedere ai potenti di creare il comunitarismo delle risorse che la terra ancora contiene. E’ giunto il momento di considerare le risorse un insieme di beni comuni appartenenti all’intera umanità. Dobbiamo rivedere le nostre forme istituzionali e di governo, dandoci regole globali per il loro utilizzo parsimonioso, perché queste risorse non sono infinite. Dobbiamo lavorare insieme per una riforma istituzionale del mondo e un governo globale di conservazione e valorizzazione di queste risorse nell’interesse equo della intera umanità. Altro che guerra nucleare e globale, ci attende il più fantastico periodo storico dell’evolversi umano su questa terra. 

E’ possibile pensare che anche i nostri concittadini dell’universo possano essere d’accordo considerando quanto sarà destabilizzante per l’equilibrio complessivo la esplosione di un piccolo pianeta nascosto in un angolo disperso della via lattea. Ma questo lavorare insieme lo dobbiamo ai nostri figli, nipoti e pronipoti. È vitale pensare che questo impegno collettivo possa diffondere nel genere umano quella straordinaria sensazione ai quali aspiriamo tutti. Il vero senso della felicità. Ma quanto lavoro interiore e collettivo dobbiamo sviluppare per raggiungere questo obiettivo in pochissimo tempo? I principi che ispirano questa teoria ci vengono suggeriti dall’agire di tanti esseri umani che si sono sacrificati sulla terra a partire dai filosofi del passato e dai rappresentanti di tutte espressioni del nostro patrimonio interreligioso sui principi universali. Le teorie storiche inossidabili che da Kant ad oggi si sono sviluppate sul federalismo stanno dimostrando che questa forma istituzionale può essere una di quelle percorribili per unire le diverse nazioni. L’America, la Russia, la Cina, il BRICS, con diversità di metodo, e di origine, ne hanno creato forme diverse unendo i diversi stati che oggi le compongono. 

Dobbiamo rappresentare la necessità delle vittime delle centinaia di guerre presenti oggi in troppe regioni del mondo e tra queste l’ultima causata dal blocco del grano nel Corno dell’Africa sulle rotte del Mar Rosso. Milioni e milioni di vittime innocenti, soprattutto bambini, sacrificati per il dio denaro. Non dimentichiamo le vittime delle guerre che hanno portato le attuali istituzioni aggregate tramite le storiche guerre di unificazione, diventando la soluzione di governabilità altrimenti impossibili nei grandi stati federali. Ed allora, queste importanti esperienze politiche vanno messe insieme in un nuovo federalismo che oggi deve essere globale e con un unico governo che rappresenti l’affermazione della democrazia nel mondo. Un sogno? Sì, perché sognare fa parte della nostra vita e di quella serenità che rincorriamo sin dalla nascita. Un federalismo globale e tanti federalismi regionali garantiranno quell’equilibrio che da sempre rincorriamo.

Ma La felicità è basata sul sentimento più profondo che accompagna l’essere umano. L’Amore. L’amore si evolve in ogni fase e si trasforma in tante forme diverse di manifestazione. Le parole scritte in queste pagine possono portare alla vera felicità solo se siamo capaci di capire ed interiorizzare il senso dell’amore nella dimensione globale e universale. Si deve credere e volere che questa evoluzione è possibile, perché questi pensieri sono sostenuti da un profondo e diffuso sentimento verso ogni persona che oggi e domani vive e vivrà sulla terra. La nostra famiglia globale. La consapevole della stranezza che può pervadere coloro che rifletteranno su questi pensieri e riterranno di condividerli per agire, porterà a quella che è stata definita come la felicità dopo la pandemia, le guerre, la felicità dopo le crisi energetiche e i cambiamenti climatici e chissà quanti altri fenomeni globali che sono possibili. Basta crederci. Fermiamo quindi tutte le guerre con la pace e l’unione federale nel mondo.

Non c’è altra via. Come? Usando l’unica forma evidente di comunicazione collettiva, la marcia nei nostri villaggi, paesi e città in tutto il mondo con un calendario che a partire dal 17 ottobre 2022, data storica per la Russia, ogni 10 giorni si sviluppi per le nostre strade in un silenzio assoluto, partendo dai Comuni della Sardegna. Non c’è nulla da dire o gridare, saranno le immagini a dimostrare la volontà dei popoli ai nostri potenti della terra- Due uniche bandiere, quella universale arcobaleno della pace e quella del Movimento Mondiale Federalista, rappresentata in Europa dalla E verde su sfondo bianco. Una manifestazione ogni 7, 17, e 27 dei mesi da ottobre a gennaio 2023. Ma non basta, in quei giorni in modo particolare accendiamo le luci strettamente necessarie con l’obiettivo di superare il buio di questa storia tenebrosa. Iniziando dalla Sardegna.

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