Guerre e governi. Il fallimento della dignità

1 Marzo 2008

MINACCE DI GUERRA
Raffaello Ugo

Abbiamo perso. Non facciamola lunga. Abbiamo perso la guerra. Non è che sono di cattivo umore, abbiamo perso. Il futuro appare molto più che fosco, è svanito. Le masse, attestate saldamente all’interno del supermercato, ondeggiano da uno scaffale all’altro. Alcuni di noi che pensavano di essere un’avanguardia di qualcosa si sono voltati e hanno visto cartacce svolazzanti, cani randagi ciondolare in cerca di cibo e qualche mulinello di polvere. Bene. Ripartiamo da qui. Può essere che ci sia ancora qualcosa che si può fare. Ma ci vuole dignità. C’è anche un po’ d’acqua che entra dagli oblò. Ma non facciamoci prendere dal panico. Non diamo la sensazione che siamo disperati. Le frustrazioni continue ci hanno un po’ fiaccato ma non è un buon motivo per farci vedere da loro mentre ci azzuffiamo. Non è un bello spettacolo. Dice che fra un po’ si va a votare. Non so se sia vero e non conosco il significato dell’operazione. Nel 2000 è uscito un libro, un romanzo di Susan George, Il Rapporto Lugano. Racconta di un mondo in cui un ristretto numero di burattinai decide le sorti dell’umanità in eccedenza. Noi allora si bombardava la Jugoslavia. Poi c’è stato l’11 settembre, i massacri dell’Afghanistan e dell’Iraq. Adesso lavorano per attaccare l’Iran. Sullo sfondo la Cina, nel 2020. Pare che una parte del lavoro sia stata portata a temine ma rimane ancora molto da fare. Mi chiedo se circoli una lista degli umani eccedenti e se sia consultabile. Mi chiedo anche, se fossi per qualche motivo compreso nella lista, se mi verrebbe comunicato tempestivamente. Potrei allora far valere qualche ragionamento a mio favore? Nelle ultime elezioni statunitensi i due candidati avevano diverse cose in comune, ma probabilmente la più inquietante è l’appartenenza di entrambi a una setta satanica, la Skull and Bones. Chissà se oltre a farsi gavettoni d’acqua e lanciarsi pezzi di cadavere durante le loro riunioni prendono magari decisioni che riguardano l’umanità al di là di qualunque processo democratico. Una cosa tipo la P2 ma un po’ più splatter. E noi qui a lamentarci del G8. Ma naturalmente non vorrei sembrare catastrofico. Intanto un tale D’Alema dice che riconosciamo il Kosovo. Non so, non credo proprio. Non si era detto che fa parte della Serbia? D’Alema è affiliato alla stessa setta? E invece bisognerebbe organizzare qualcosa. Non un sit-in però. Si potrebbe cominciare a ritirare i soldi dalla banca e nasconderli sotto le mattonelle. Così, tanto per non lasciarli in mano alle banche centrali. Magari si possono solo fare delle scelte, individualmente, quotidianamente. Ognuno si prende la responsabilità di quello che fa e ne trae le conseguenze. Parlano di nulla al telegiornale, io mi sento offeso e lo spengo. Ciao. Non mi dai lo scontrino per le zucchine? Io mi offendo e non torno più qui. Ciao. Vuoi vendermi un prodotto che non mi serve? Gentilmente ti informo e poi chiudo il telefono. Stai cercando di invitarmi a una grande festa? Sorry. Non posso ridere, ho dimenticato il burrocacao. Granelli di sabbia. Nessun riflusso prego, io sono in guerra. E’ solo una banale questione di dignità. Pazienza per le masse, semmai si adegueranno più in là. Intanto, nell’attesa che entrino in gioco le corazzate, cerco di portarmi avanti con il lavoro e continuo una piccola, tignosa, battaglia contro le multinazionali. Tutti i giorni. Rappresento semplicemente una nicchia di mercato lo so, ma comunque mi spulcio lo stesso tutte le etichette anche quelle piccoline piccoline. Le masse seguiranno. Oh se seguiranno. Intanto cerco di non prendermi in giro da me e a volte ci riesco. E preferirei che anche gli altri non mi venissero a raccontare che è una questione di sistema elettorale e che se vince Obama finisce la guerra. Poi, è vero, ci sono le elezioni, magari da noi ci sarà anche l’arcobaleno. Ma intanto per vederlo l’arcobaleno ci vorrebbe almeno un po’ di luce. E’ proprio una questione di fisica ottica. Buonanotte.

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