Il Comitato Madri per Roma Città Aperta incontra la Sardegna

9 Maggio 2018
[red]

R.U.A.S. – Rete Unitaria Antifascista Sulcis-Iglesiente ha promosso gli incontri in Sardegna del Comitato Madri per Roma Città Aperta. Le iniziative del 20 e 21 nelle scuole ad Alghero e Olbia sono state curate dal Coordinamento Antifascista di Alghero, dalla sezione locale Anpi Alghero e dall’Anpi Provinciale di Olbia e Sassari.

Nel Sulcis-Iglesiente il primo incontro, organizzato da RUAS, si è svolto domenica 22 aprile, nell’ex Asilo Comunale di Villarios, mentre il 23 aprile il Comitato ha incontrato gli studenti del Liceo Classico Antonio Gramsci, con la collaborazione della Società Umanitaria.

Le Madri hanno aperto gli incontri con la proiezione delle pagine del fumetto “Prossima fermata. Una storia per Renato” realizzato da Zerocalcare e Erre Push, scritto e disegnato in occasione della ricorrenza dei dieci anni dalla morte di Renato Biagetti, giovane ingegnere del suono, assassinato da due neofascisti all’uscita di una dance hall nella spiaggia di Focene, nell’agosto del 2006. Renato, insieme a Paolo e Laura, è stato aggredito, semplicemente perché riconosciuto come estraneo rispetto a quella zona ma soprattutto perché identificato come “zecca”, se questi possono mai essere due motivi per stroncare la vita di un venticinquenne.

Stefania Zuccari, madre di Renato, ha ripercorso le vicende di quei tragici giorni. Ha raccontato dell’estremo dolore per la perdita di un figlio, della violenza, della ferocia e dell’odio con cui i due assassini – due giovani, di cui uno minorenne – si sono scagliati contro Renato, ucciso da otto coltellate di cui una al cuore, così forte da lasciare stampato sulla pelle il segno del manico del coltello. Ha raccontato di come, all’indomani dell’omicidio, i giornali abbiano dipinto l’accaduto come “una rissa tra balordi”, del fatto che nessun segno di pentimento é mai arrivato da parte degli assassini, né una parola di dispiacere da parte dei genitori di questi ultimi, nemmeno a distanza di anni. Ma ha parlato anche di Renato, delle sue idee, delle sue passioni, dei suoi sogni, del suo amore per la vita, della sua avversione per la violenza e per le idee fasciste.

Germana, altra componente del Comitato, insieme a Stefania, ha raccontato di come questo drammatico episodio abbia dato vita al Comitato Madri per Roma Città Aperta, nato, appunto, su iniziativa di Stefania Zuccari. Ispirandosi all’esperienza delle Madri di Plaza de Mayo – che hanno incontrato proprio l’anno scorso a Buens Aires – Stefania, con altre madri disposte a “portare avanti il peso di un lutto condiviso”, fonda il Comitato, che da allora si impegna nel far conoscere la storia di Renato e nel portare l’antifascismo nei luoghi di resistenza e, principalmente, nelle scuole. Il Comitato, negli anni, è entrato in contatto con altre madri che, in Italia e in Europa, hanno subito la perdita dei loro figli per mano di neofascisti.

Specialmente di fronte al pubblico di studenti, Stefania ha messo in evidenza il fatto che non tutte le idee sono uguali, non tutte devono essere accettate. Il fascismo è un’ideologia portatrice di idee mortifere, impregnate di odio e di violenza; il fascismo è un crimine di cui ancora si muore. Perciò è necessario contrastare questo processo di “normalizzazione”, di continuo sdoganamento – in televisione e nella politica – che il fascismo sta conoscendo negli ultimi anni. Non ci si deve abituare alle manifestazioni e all’esternazione delle idee fasciste! Si deve scongiurare la creazione di quel clima di indifferenza che poi consente a questi personaggi di compiere azioni atroci, come pestaggi e assassinii. Per questo è fondamentale portare avanti un lavoro culturale, che parta dalle scuole, luoghi di sapere libero e combattere il malessere sociale e l’ignoranza: elementi, questi ultimi, che preparano il terreno affinché il fascismo trovi accettazione e consenso.

RUAS ringrazia il Comitato Madri per Roma Città Aperta, non soltanto per l’esperienza vissuta in questi giorni, ma anche per il lavoro che incessantemente porta avanti da oltre dieci anni, nonostante l’immensa difficoltà e il grandissimo dolore che una madre sente nel ripercorrere e nel ricordare la morte di suo figlio. Ringraziamo anche la Società Umanitaria di Carbonia, i professori e gli studenti del Liceo Classico Antonio Gramsci, il Comune di Giba, il Coordinamento Antifascista di Alghero, la sezione locale Anpi Alghero e l’Anpi Provinciale di Olbia e Sassari e tutti e tutte coloro che hanno partecipato agli eventi. Il nostro lavoro sul territorio, come quello del Comitato delle Madri, continua.

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