Il nuovo piano paesaggistico. Illegittimo tanto per cambiare

1 Novembre 2013
cappellacci4
Stefano Deliperi

La Giunta Cappellacci, con la  deliberazione Giunta regionale n. 45/2 del 25 ottobre 2013, ha adottato l’aggiornamento e revisione del piano paesaggistico regionale (P.P.R. – 1° stralcio costiero).
Già la denominazione fa un po’ sorridere: “piano paesaggistico dei sardi”, come se dovesse stabilire tipologie architettoniche degli occhiali degli abitanti del Campidano o le volumetrie massime ammissibili delle giacche dei galluresi. Ma siamo in campagna elettorale e (quasi) tutto è permesso.
Il piano paesaggistico riguarda il territorio, da tutelare e gestire correttamente, ed è disciplinato fondamentalmente dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).
Sono invece stati completati sul sito web istituzionale solo nella serata del 30 ottobre gli allegati disponibili, fondamentali per comprendere appieno l’operazione condotta dalla Giunta Cappellacci.
Al di là del fiume di dichiarazioni provenienti dall’Esecutivo regionale in questi ultimi giorni e delle reazioni, emergono chiaramente alcuni fatti concreti che danno la giusta luce su quanto effettuato e ne chiariscono gli obiettivi. Obiettivi fondamentalmente elettoralistici, anche se supportati da metodi e procedure sgangherati sul piano giuridico.
Basti, in primo luogo, leggere il lapidario e inusuale comunicato stampa della Direzione per i beni Culturali e il Paesaggio per la Sardegna, l’organo periferico del Ministero per i Beni e Attività Culturali, durissimo nella sostanza e nella forma.
Eccolo, integrale:
“25 ottobre 2013
Comunicato della Direzione regionale sull’adozione del Piano Paesaggistico
Si è appreso dalla stampa odierna che la Giunta Regionale avrebbe adottato in via provvisoria  il nuovo Piano Paesaggistico della Sardegna.
Il Ministero dei beni e delle attività culturali precisa che trattasi, evidentemente, di una iniziativa unilateralmente assunta dalla Regione Sardegna in quanto sono attualmente ancora in itinere tutte le attività inerenti la copianificazione   prevista dal Codice Urbani e così come recepite dagli accordi sottoscritti fra le due Amministrazioni.”
Al contrario di quanto sostenuto dal Presidente della Regione Ugo Cappellacci, le procedure di co-pianificazione Ministero per i Beni e Attività Culturali – Regione autonoma della Sardegna sono necessarie per legge (artt. 143 e 156 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i., protocollo d’intesa Ministero B.A.C-Regione del 19 febbraio 2007, disciplinare tecnico dell’1 marzo 2013).
Un altro aspetto è fondamentale: sui “beni paesaggistici”, il “nocciolo” della pianificazione del paesaggio, contrariamente a quanto sostenuto ancora dal Presidente Cappellacci, la Regione non ha per niente “competenza primaria”. Tutt’altro, rientrano nella materia “tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali” di competenza esclusiva statale (art. 117, comma 2°, lettera s, cost.), dove norme di riforma sostanziale come il Codice dei beni culturali e del paesaggio costituiscono “limite” anche per le competenze primarie regionali, come riconosciuto dalla giurisprudenza costituzionale costante (Corte cost. n. 238/2013, 101/2010, 164/2009, 367/2007, n. 51/2006, n. 108/2005).
I “beni paesaggistici” sono indicati specificamente dall’art. 134 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i. (Codice dei beni culturali e del paesaggio):
a) gli immobili e le aree tutelate con vincolo paesaggistico derivante da singolo provvedimento di individuazione (artt. 136 e ss. del Codice);
b) le aree tutelate con vincolo paesaggistico ex lege, come le fasce costiere dei mt. 300 dalla battigia marina, i boschi, le fasce spondali dei corsi d’acqua pubblici, ecc. (art. 142 del Codice);
c) gli immobili e le aree individuati e sottoposti a tutela dai piani paesaggistici (artt. 143 e 156 del Codice).
Se, poi, alcune anticipazioni giornalistiche fossero confermate ci ritroveremo davanti a ulteriori palesi illegittimità.
Per esempio, l’affermazione “solo fiumi e torrenti di rilievo paesaggistico sono vincolati”, che sarebbe presente nella relazione illustrativa e farebbe supporre un’individuazione da parte della Regione dei fiumi e torrenti da tutelare, si rompe le ossa – giuridicamente – contro l’art. 142, comma 1°, lettera c, del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i. che tutela “i fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna”.
Così come l’ipotizzato inserimento automatico delle disposizioni del c.d. piano per l’edilizia (legge regionale n. 4/2009 e s.m.i.) e della legge per il golf (legge regionale n. 19/2011), ambedue sotto giudizio da parte della Corte costituzionale, o le operazioni comunali di disarticolazione dei demani civici in corso in questi mesi, anch’esse riferentesi al contenuto della pianificazione paesaggistica e a giudizio davanti alla Corte costituzionale.
Ma una valutazione sensata e compiuta si potrà fare solo quando disciplina e cartografia saranno compiutamente disponibili (finora mancano la relazione illustrativa e le fondamentali norme tecniche di attuazione) e, naturalmente, saranno poste in essere tutte le azioni necessarie per la salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio, dei valori storico-culturali della Sardegna.
Ricordiamo, poi, che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari avrebbe aperto un’indagine penale sulle modalità scelte dalla Giunta Cappellacci per la predisposizione delle modifiche al piano paesaggistico regionale (P.P.R.). Sarebbe un ulteriore indizio dell’opacità di indirizzi e obiettivi nel campo odierno della pianificazione paesaggistica sarda e della gestione delle coste.
Infine, che cosa farà ancora il Ministero per i beni e attività culturali, coinvolto necessariamente nella procedura di co-pianificazione e destinatario degli obblighi di conservazione e tutela?
Le prime dichiarazioni propendono per una prossima adozione di provvedimenti nei confronti del “piano paesaggistico dei sardi” illegittimo.
Ai tentativi di travolgimento della disciplina di tutela complicheremo la vita in ogni modo, con ogni appiglio legale, con ogni attività di sensibilizzazione, ma chiunque di noi può fare nel suo piccolo qualcosa di utile e importante: chi volesse far sapere che cosa ne pensa al Ministro dei beni e attività culturali Bray, al Presidente Cappellacci e alla Presidente del Consiglio regionale Lombardo può andare al link http://gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress.com/2012/11/28/rimbocchiamoci-le-maniche-per-difendere-lambiente-e-il-territorio-della-sardegna/.
Sono ormai tantissimi i messaggi inviati, facciamo sentire la nostra voce!

P.S. c’è però un altro piano sul quale leggere quest’operazione, quello politico-elettorale. Siamo in campagna elettorale e il presidente-candidato Cappellacci spara le sue bordate elettorali a spese pubbliche.
Gli altri candidati (quelli che affermano di esistere) o inseguono affannati o rimangono inerti. Oppure tuttora non esistono. Sul piano giuridico gli complicheremo parecchio la vita, sul piano politico – con questa legge elettorale, dove vince anche chi prende un solo voto in più degli altri – Cappellacci sta agendo in modo spregiudicato e demagogico. Dice fesserie, ma dice quello che i “suoi” elettori vogliono sentirsi dire. Bravo, non c’è che dire.

2 Commenti a “Il nuovo piano paesaggistico. Illegittimo tanto per cambiare”

  1. Invia anche tu una mail per difendere il paesaggio della Sardegna, patrimonio di tutti! | www.salviamoilpaesaggio.it scrive:

    […] Ora o mai più!” dello scorso giugno e la vicenda ha avuto rilevanza anche sulla stampa regionale e […]

  2. Invia anche tu una mail per difendere il paesaggio della Sardegna, patrimonio di tutti! — Idea Comune | Lista Civica per Nuoro | benvenuti in ideacomune.net scrive:

    […] Se n’è già parlato nel nostro sito con l’articolo “Salviamo la Sardegna dal cemento. Ora o mai più!” dello scorso giugno e la vicenda ha avuto rilevanza anche sulla stampa regionale e nazionale. […]

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