Notti padane. Il ruolo dell’opposizione

16 Dicembre 2011

Valeria Piasentà

Salvare l’Italia? ma quale Italia? Italia fine 2011: quasi due milioni di bambini sono poveri  (Save the Children), un milione di anziani è denutrito perché non ha soldi neppure per  cibarsi (Sigg), la disoccupazione giovanile sfiora il 30% (Istat). Solo il 29% della  popolazione padroneggia la lingua italiana (de Mauro) e si investe per l’università meno  della metà di quanto accade negli altri paesi sviluppati. entre ci scopriamo tutti melomani  di fronte al mozartiano Don Giovanni (noi lo abbiamo visto in tv, altri italiani pagando  anche 2.200 euro per una poltrona alla prima), il Sovrintendente della Scala avvisa che  senza reintegro del Fus nel 2012 il teatro rischia la chiusura. el 2011 abbiamo speso  1.607 milioni di euro per missioni militari all’estero (traduzione: guerre) e stiamo  acquistando 131 cacciabombardieri invisibili per guerre preventive al costo, destinato a  salire, di 15 miliardi ma a parte quelli dell’Idv nessun politico s’indigna: qui c’è di mezzo  Alenia di Finmeccanica, una azienda ‘intoccabile’ in quanto ben frequentata dalla politica,  quella leghista in primis. La corruzione ci costa quasi 60 miliardi e l’evasione fiscale 120  l’anno (Transparency International).
L’Agenzia delle entrate ha accertato 450 miliardi evasi  di cui non riesce a rientrare in possesso forse perché non sono più in Italia, solo in  Svizzera ci sono depositi italiani per 150 miliardi. La mancata ICI sui beni commerciali del  Vaticano in Italia ci costa almeno 700 milioni e tutta la Chiesa cattolica almeno 6 miliardi di  euro l’anno (http://www.icostidellachiesa.it/ ). Le mafie sono la prima industria del Paese,  nel 2010 hanno fatturato 150 miliardi e forse più, in quanto non  sono conteggiati i proventi  di gioco d’azzardo e scommesse (Commissione bicamerale). Secondo la Banca d’Italia, il  10% delle famiglie italiane detiene il 45% della ricchezza nazionale, ma i dati si riferiscono  al 2008 e nel frattempo la sperequazione economica è aumentata col ritmo di una spirale  logaritmica. In questa situazione i politici hanno abdicato e i loro avatar hanno legiferato in  nome e per conto della politica, della finanza internazionale, dei paradisi fiscali con a  capofila l’Inghilterra più conservatrice, dei fondi pensionistici americani: la crisi la paghino i  poveri, i pensionati e i lavoratori dipendenti, che devono diventare sempre più poveri e  sempre più ignoranti in un contesto sempre meno democratico, così saranno finalmente e  del tutto funzionali al potere. 
Ma per fortuna c’è li difende. L’opposizione, ma non quella del Pd che da anni ha  abbandonato gli operai con i ceti più disagiati e ora decreta  la deriva verso l’indigenza e  l’ignoranza del ceto medio. L’opposizione più incisiva è della Lega, che per l’occorrenza ha  ripreso la sua definizione originaria: Lega Nord per l’indipendenza della Padania.  L’opposizione reale si è  riunita i primi giorni di dicembre a Vicenza. Qualche vicentino l’ha  accolta esponendo bandiere italiane alle finestre; qualche sede del partito è stata oggetto  di scherno come a Schio, dove è comparso un cartello sull’insegna della Lega Nord  sospesa a tre metri da terra, con la scritta «Chiuso, tornate a Roma!». Bossi ha aperto i  lavori del rinato parlamento rilanciando la secessione, così Calderoli: «La missione del  parlamento della Padania è l’indipendenza della Padania».
Scottato dalle defezioni interne  alla sua ex-maggioranza e più probabilmente dalle molte leghiste e territoriali, Calderoli  ha poi dichiarato: «la Lega dovrà sottoscrivere un giuramento per cui ciascuno si impegna  affinché si possa realizzare l’indipendenza della Padania…se prendi la tessera la prendi  per fare l’indipendenza della Padania. Punto. Se ci fossero cose diverse, sarebbero degli  spergiuro e trattati da tali». Che la ‘padania’ sia una realtà  conclamata ce lo ha insegnato  Buonanno, ora ne vengono definiti i confini. Bossi ha mostrato una cartina della ‘padania’  «Dopo le guerre si scrivono i trattati e dobbiamo essere noi, la Padania, a scriverli da  popolo vincitore» e Calderoli si è dato il compito di allargare le intese. Formigoni ha aderito  subito al Manifesto programmatico di Vicenza, mentre non più di un mese fa dichiarò a  Radio 24 «La adania? Non esiste». 
La Lega che ha iniziato a Vicenza la campagna elettorale, si prepara alla discussione  parlamentare sulla manovra economica individuando in Roberto Maroni l’«ambasciatore a  Roma per fare il culo in Parlamento» (Calderoli), e rafforzando l’operazione con una  manifestazione indetta per il 15 dicembre. Non voterà la fiducia e sta presentando 600  emendamenti che riguardano soprattutto i provvedimenti su sistema pensionistico e  reintroduzione dell’Ici, ma anche la riduzione di competenze delle Provincie, giudicata  anticostituzionale. Si unisce all’Idv proponendo un’asta per l’assegnazione dei diritti d’uso  delle frequenze televisive che porterebbe almeno 4 miliardi nelle casse dello Stato. Erano  state assegnate gratuitamente a Rai e Mediaset dall’ultimo governo Berlusconi, un bel  regalo alle aziende di Berlusconi al quale tutti noi cittadini doniamo già 130 milioni di euro  ogni anno dal 2006 per una multa imposta dalla Ue, causa l’occupazione abusiva delle  frequenze di Europa7 da parte di Rete4.
E così lo strappo della Lega dal Pdl diventa  irreversibile, il resto già lo urla la prima pagina de La Padania «L’asse BossiBerlusconi non  c’è più. Adesso ognuno sta a casa sua e Berlusconi sta con i comunisti» (Bossi, 13  dicembre). Nella stessa intervista milanese, Bossi annuncia che la ‘padania’ batterà  moneta. L’aveva già fatto. Nel 1992 a Brescia aveva coniato (?), emesso e venduto le  ‘leghe’, una ‘lega’ valeva 1.000 lire. Ci compravano merce in qualche supermercato e un  profetico Bossi l’aveva lanciata così «Il governo se non riesce a tamponare il deficit può  rivolgersi alla moneta leghista». Nello stesso anno accadde un fatto strano denunciato  durante una conferenza stampa bollente dall’europarlamentare e allora capogruppo in  Senato, Speroni: dal sud stavano arrivando al nord ‘leghe’ contraffatte da una zecca  clandestina. Il partito incaricò i legali di presentare diffida. Si può denunciare un reato  commesso in capo a un reato?
Intanto in ‘padania’ la vita prosegue. Il presidente Cota ha tagliato un nastro verde-lega per  inaugurare in pompa magna il solito negozio natalizio leghista in centro a Novara, si potrà  far acquisti con le ‘leghe’?
E la crisi economica ha fatto tornare i cercatori d’oro sulle rive  del Ticino, secondo una tradizione che risale alla Roma antica. Sono riapparsi fra  Piemonte e Lombardia dopo le piene del fiume, piegati col loro setaccio a filtrare l’acqua  per giorni finché qualche pagliuzza d’oro proveniente dal Monte Rosa vi si incaglia. Poca  roba ma  con un valore in salita a differenza dell’euro, e certo anche della ‘lega’ con  l’Alberto da Giussano e tutto intorno la scritta “Repubblica del nord – Libertà ai popoli”.

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