La censura neosabauda e la proposta di “ritoccare il titolo del libro” perché “Tiranni sabaudi” poteva urtare qualche sensibilità

26 Aprile 2022

[Francesco Casula]

Lo strano caso della informale richiesta di cambio del nome all’iniziativa di presentazione del libro “Carlo Felice e i tiranni sabaudi” in occasione della celebrazione di Sa Die de sa Sardigna a Torino. Pubblichiamo l’opinione di Francesco Casula (red).

Questi i fatti. L’associazione dei sardi “Antonio Gramsci” di Torino decide di festeggiare quest’anno Sa Die de sa Sardigna presentando il mio libro “Carlo Felice e i tiranni sabaudi”.

In largo anticipo rispetto alla data (28 aprile) presenta una richiesta formale per poter utilizzare come location il Museo del Risorgimento, all’interno di Palazzo Carignano. sede storica del primo Parlamento subalpino (1848-1861) e del primo Parlamento del Regno d’Italia (1861-1864).

Per settimane l’Associazione aspetta inutilmente una risposta. Che non arriva. Arriva invece – dichiara Enzo Cugusi, componente del direttivo dell’Associazione e già Consigliere comunale a Torino – “una richiesta informale di ritoccare il titolo dell’appuntamento perché poteva urtare qualche sensibilità”. Richiesta risibile e provocatoria che giustamente e opportunamente viene respinta: si doveva cambiare il titolo stesso del libro! E magari il contenuto?

Alla provocazione della richiesta, si aggiunge l’ipocrisia del direttore del Museo del Risorgimento, Ferruccio Martinotti che nega il tutto. “Sono innocente – scherza – e sottoporrò al consiglio del Museo la proposta dell’associazione il 26 aprile e se sarà approvata daremo disponibilità della sala prossimamente”. Sapendo che la presentazione del libro si farà il 28 aprile e quindi mancherebbero comunque i tempi tecnici necessari.

Tempi che il direttore ha avuto a iosa, essendo stata presentata la richiesta più di un mese fa. Insomma ai neosabaudi torinesi fa paura la stessa parola “tiranni sabaudi”. E, si licet parare magna cum parvis, tale comportamento ricorda la Russia di Putin in cui è proibito pronunciare la stessa parola “Guerra” a proposito dell’aggressione alla Ucraina. Si rischia fino a 15 anni di carcere. Aspettiamo la quantificazione della pena per chi insistesse nel continuare a etichettare come “tiranni” i re savoiardi.

Ma non si preoccupino: la critica alla politica funesta dei tiranni sabaudi in Sardegna la sentiranno ugualmente, forte e decisa. Perché il libro, a Torino, alla faccia della loro censura, verrà presentato ugualmente: e in una sede ugualmente simbolica.

L’appuntamento è per il 28 aprile nel Municipio (Sala Colonne), Palazzo di Città,1. Coordinerà i lavori Enzo Cugusi. Presenterà il libro Giuseppe Melis Giordano. Mentre concluderà l’Autore Francesco Casula. Tina Cosseddu canterà, accompagnato dalle launeddas di Nicola Diana, alcune ottave dell’Inno “Su patriota sardu a sos feudatarios” e di “Nanneddu meu” di Peppino Mereu. Parteciperanno alla Presentazione Parlamentari, Consiglieri regionali, comunali e sindaci sardi, eletti a Torino e in Piemonte.

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