La massiccia protesta di tutto il Sulcis Iglesiente contro la chiusura del pronto soccorso del CTO di Iglesias e l’implosione del PS di Carbonia

1 Luglio 2022

[Claudia Zuncheddu e Rita Melis]

La massiccia protesta di tutto il Sulcis Iglesiente contro la chiusura del Pronto soccorso del CTO di Iglesias e l’implosione del PS di Carbonia, il 5 luglio si trasferisce a Cagliari.

Dopo la chiusura del PS del CTO di Iglesias, con dirottamento del personale sanitario al PS del Sirai di Carbonia, implode il servizio di emergenza urgenza anche a Carbonia. Lunghe file di ambulanze e pazienti con livelli diversi di gravità, sono abbandonati al destino. Protestano anche i volontari.

Ad accrescere le preoccupazioni, oltre che per i residenti, è la notevole affluenza di turisti sia per l’attrazione dei luoghi, che per gli eventi in corso tra visite programmate al sito minerario di Porto Flavia, alla manifestazione settimanale “Notteggiando”, all’imminente concerto di Mahmmood, sino al richiamo di numerosi stranieri per la svendita delle case di patrimonio edilizio di molti comuni di questo territorio.

Una situazione critica che richiede assunzioni di responsabilità sulla gestione dei PS e la garanzia di sicurezza per la salute di residenti e stranieri.

La protesta da tutto il Sulcis Iglesiente, il 5 luglio si trasferisce a Villa Devoto, residenza del presidente della Sardegna per sollecitare il ripristino delle attività nei due Pronto Soccorso sulcitani. Questo scenario, da tempo preannunciato, non si risolve con i “medici in affitto”, né trasferendo medici e infermieri da sedi notoriamente precarie ad altre sedi e ancor meno con la chiusura dei PS.

La responsabilità non è per “la mancanza improvvisa di medici”, come dichiarato dal Direttore Generale della Asl del Sulcis Iglesiente. E’ da tempo che la Sanità opera in tutta la Sardegna sottorganico e i medici operativi si ammalano sempre di più per il sovraccarico di lavoro.

La Rete Sarda non da oggi denuncia la necessità che si investano maggiori risorse sui medici specialisti in Medicina d’emergenza urgenza. Sono medici sottopagati e che non usufruiscono di riposi aggiuntivi per il lavoro usurante. Bisogna assumere personale dedicato, aumentare le retribuzioni e puntare sulla formazione.

Non è la crisi dei PS con la richiesta di medici da altri reparti, che smantella gli ospedali sardi, ma è lo smantellamento del sistema ospedaliero che porta alla chiusura dei PS.

Claudia Zuncheddu è la portavoce della Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica e Rita Melis è la portavoce del Coordinamento della Rete Sarda del Sulcis Iglesiente.

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