La nascita della coalizione sociale

16 Aprile 2015
landini-tsipras-iglesias
Gabriele Polo

Contro l’individualismo e la competizione tra le persone provocati dalla crisi e di fronte ai suoi lasciti; per rivitalizzare la partecipazione alla vita pubblica sulla base di valori che hanno fatto la storia della sinistra e ripartendo dai principi della Costituzione. Questa la filosofia che ispira la discussione che porterà entro maggio alla nascita della coalizione sociale che raccoglierà – come recita la bozza di dichiarazione in corso di definizione – “associazioni, movimenti, sindacati, donne e uomini che in questi anni si sono battuti contro le molteplici forme d’ingiustizia e di discriminazione”. Per dar vita a un percorso comune che procederà su due “gambe”, alcune campagne nazionali comuni a tutti e tante iniziative locali più articolate.
I tratti sono ancora tutti da definire però esistono già delle tracce per capire come sarà questa nuova creatura dai contorni assolutamente inediti, almeno per l’esperienza politica italiana. Soprattutto di metodo: non un partito, come è stato ripetuto all’infinito, né un’aggregazione elettorale, ma nemmeno semplicemente un cartello di associazioni o gruppi; semmai una pratica che metta “in comune esperienze di azione, mutualismo, competenze, intelligenze per affrontare in modo solidale nei luoghi di vita e lavoro un cammino per la giustizia”. L’ambizione è quella di rispondere alla crisi della rappresentanza, al collasso democratico in corso e all’afasia di una sinistra che rischia di ridursi a pura testimonianza, dimostrando che “si può far politica attraverso un agire condiviso, al di fuori e non in competizione rispetto a partiti, organizzazioni politiche o cartelli elettorali”, impegnandosi “a partire dai territori e dai luoghi di lavoro” portando ciascuno “il contributo delle proprie migliori pratiche e dei propri saperi e aderire in reciproca autonomia alle campagne per alcuni obiettivi comuni”.
E qui si entra nel merito, che per ora è costituito da una serie di principi e obiettivi – non del tutto inediti – che costituiranno la carta d’identità della coalizione: dal lavoro ridotto a merce e da riqualificare come diritto per tutti alla tutela dell’ambiente e dei beni comuni da sottrarre alle privatizzazioni; dal diritto alla salute, all’istruzione, alla casa, alla pensione e all’assistenza su base pubblica come basi ugualitarie della cittadinanza, alla garanzia di un reddito vitale contro la povertà aumentata in maniera esponenziale negli ultimi anni; dalla lotta alla criminalità organizzata al rispetto e alla difesa della Costituzione fino alla necessità di ridisegnare un’Europa per sottrarla alle logiche tecnocratiche e rifondarla sulla solidarietà e la pacifica convivenza tra i popoli contro xenofobia e razzismo.
Tra metodo e merito, i gruppi e le persone che stanno lavorando alla nascente coalizione – che non ha ancora né strutture, né organi di comunicazione e neppure un nome – si sono dati appuntamento per un’assemblea costituente a maggio – data e luogo sono ancora da stabilire: in quell’occasione sarà resa pubblica la carta d’intenti, l’elenco dei partecipanti e i primi obiettivi su cui iniziare il cammino.

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