La Palestina in mostra a Macomer

1 Febbraio 2013
Anna Maria Brancato
L’Associazione Culturale “Su kindalu”, in collaborazione con la Fondazione Promotea e l’Associazione Culturale Amicizia Sardegna-Palestina di Cagliari, ha inaugurato sabato 26 Gennaio, a Macomer la mostra fotografica dal titolo “La Palestina e la diaspora palestinese”.
Sono intervenuti Wasim Dahmash, docente di Lingua e Letteratura Araba all’Università degli Studi di Cagliari e Fawzi Ismail, presidente dell’associazione Sardegna-Palestina, per i quali è stata anche l’occasione per promuovere il libro “La terra degli aranci tristi”, dello scrittore, attivista e giornalista palestinese Ghassan Kanafani.
Come ha ricordato Wasim Dahmash durante il suo intervento, Kanafani nasce nel 1936 ad Acri, nella Palestina Mandataria. Nel 1948, a soli dodici anni, vive in prima persona il dramma della Nakba ed è testimone diretto del massacro di Deir Yassin, proprio nel giorno del suo compleanno.
Diventato profugo, si rifugia con la sua famiglia nel Libano meridionale, per trasferirsi in seguito a Damasco, dove avrà modo di studiare all’università e di lavorare come insegnante nelle scuole dell’Unrwa.
Nel ‘60 decide di tornare in Libano, dove consolida la sua carriera di giornalista scrivendo per la rivista politica al-Hurriyya (La libertà) di George Habash, leader dell’allora Movimento Nazionalista Arabo. Sono questi gli anni che lo vedono impegnato nella stesura del suo romanzo più famoso “Uomini sotto il sole”.
Il suo fervore politico lo porta a schierarsi al fianco del Fronte Popolare di Liberazione per la Palestina, ma è anche la causa della sua uccisione, avvenuta nel 1972 durante un attentato terroristico rivendicato in seguito dai servizi segreti israeliani.
Come ribadito dal Professor Dahmash, l’importanza dei suoi lavori, (che spaziano da articoli politici, satirici, opere teatrali, romanzi e racconti brevi), sta non solo nel contenuto e nel messaggio che vogliono comunicare quanto nello stile breve, conciso ma intenso e diretto.
Questo stile unico, che si inserisce nella categoria del romanzo breve o del racconto, è espressione della volontà di Kanafani di risvegliare le coscienze del proprio popolo attraverso un linguaggio semplice, snello e comprensibile.
In quest’ottica, appunto, è stata scritta la raccolta di racconti “La terra degli aranci tristi”, libro che si apre con  una suggestiva biografia dell’autore a cura di Wasim Dahmash e che in meno di 100 pagine raccoglie otto racconti di vita quotidiana, ambientati tra Acri, Haifa e Giaffa, narranti le vicende e le paure di chi è costretto da un momento all’altro all’esilio forzato.
All’interno della mostra fotografica è possibile trovare foto scattate a Settembre 2012 nel campo profughi di Shatila in Libano, o ancora foto di alcuni murales del campo profughi di Dheisheh, vicino a Betlemme in Cisgiordania.
Una piccola sezione è dedicata alla particolare situazione della città di Hebron e al muro di separazione che divide fisicamente la Cisgiordania da Israele. Alcune immagini, corredate di testimonianza, sono invece dedicate alla cosiddetta “Operazione Arcobaleno”, portata avanti nel 2004 dall’esercito israeliano a Rafah. Non manca all’interno della mostra, una parte relativa all’approfondimento del contesto storico, con una serie di pannelli che ripercorrono la storia della Palestina fino ai giorni nostri.
Assieme alla mostra sarà inoltre possibile assistere alla proiezione di film-documentari sulla questione palestinese, tutti i giorni alle 17 presso “Casa Attene”, piazza Santa Croce a Macomer.
I prossimi appuntamenti saranno lunedì 28 con il film documentario “This is my land Hebron”, un film di Giulia Amati e Stephen Natanson; martedì 29 con la proiezione di “Ticket from Azrael”, di Abdallah al-Ghoul; mercoledì 30 sarà la volta del documentario “Tears of Gaza”, diretto dal norvegese Vibeke Lokkeberg; giovedì 31 verrà proiettato “Occupation 101” di Sufyan Omeish e Abdallah Omeish; venerdì 1 Febbraio “To shoot an elephant” per terminare con il documentario “Inshallah Beijing” sabato 2 Febbraio e “Memoria di un popolo oppresso che si ostina a resistere”, domenica 3 Febbraio.
Vi invitiamo a seguire l’evento anche su Facebook, alla pagina dedicata in quanto, vista la buona riuscita durante questi primi giorni, si pensa di mantenere l’esposizione per tutto il mese di Febbraio.

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