La percezione dell’insicurezza

16 Giugno 2008

Raffaello Ugo

Dice che c’è in giro un diffuso senso di insicurezza e non riesco a capacitarmi del motivo. Mi fanno notare che la percezione di insicurezza è di per sé più che sufficiente a produrre insicurezza e allora vorrei dare il mio piccolo contributo per riportare un po’ di fiducia. Alcuni insistono sul fatto che ci sono dei gravi problemi di fondo e che per esempio il petrolio, su cui è stata costruita tutta la nostra economia, comincia a scarseggiare. Col barile che raggiungerà entro l’anno i duecento dollari potrebbero esserci delle ripercussioni e la percezione di insicurezza potrebbe rafforzarsi. Potrebbe non essere più conveniente andare al bar in macchina, le fabbriche potrebbero interrompere la produzione e tutte le merci cibi compresi potrebbero vertiginosamente aumentare di prezzo. Per fortuna sono già allo studio soluzioni praticabili e non traumatiche. Una è quella di modificare il barile. Aumentando la bombatura del fondo e restringendolo leggermente sui fianchi si potrebbe avere la netta percezione di risparmiare fino al 50% di petrolio. Una volta lanciato, il nuovo barile dovrebbe tra l’altro stabilizzare il prezzo delle derrate alimentari che è aumentato in alcuni i paesi, anche a causa del prezzo del greggio, dal 40 al 50%. I miliardi di affamati del pianeta potrebbero quindi tornare a spendere il loro dollaro giornaliero con la netta percezione di un potere di acquisto più stabile di quello attuale. Come fa notare giustamente il nostro capo di governo, anche il riscaldamento globale va visto come un’opportunità piuttosto che come un problema. Ci permetterà di avere una stagione estiva leggermente più lunga e, aggiungerei, delle spiagge più grandi. Qui da noi nel Campidano si potrà uscire di casa con secchiello e pinne e sistemare l’ombrellone su una delle più grandi spiagge del mondo dopo il deserto del Sahara. Inoltre si potranno evitare inutili consumi di benzina sulle strade perché sarà il mare a venire da noi. Lo scivolamento nell’oceano dei ghiacci dell’Antartide ci permetterà di avere in Sardegna il mare nelle vicinanze di molti paesi dell’interno e in alcuni casi anche dentro, incrementando così il turismo estivo e le piccole attività imprenditoriali che col turismo fioriscono. E’ consigliabile comunque portarsi l’acqua per bere da casa, potrebbero esserci dei problemi a cercarla all’ultimo momento. Sappiamo però bene che la percezione di insicurezza è qualcosa di sottilmente psicologico e quindi, oltre alle soluzioni pratiche, è sull’immaginario collettivo che bisogna lavorare. Tutti quei miliardi di affamati che si spostano per il pianeta cercando un luogo dove nutrirsi possono anche impressionare e dare a molti la sensazione di una situazione fuori controllo. Non bisogna drammatizzare. Queste persone sono proprio come noi. Se riusciremo a creare in loro la “percezione di miseria” troveranno poco interessante il nostro paese e cercheranno altrove il soddisfacimento dei propri bisogni. Non trovo per niente buona l’idea di costruire strutture ricettive sul nostro territorio in quanto potrebbero dar loro la sensazione che per un po’ possono rimanere qui. Potrebbe essere più efficace fargli trovare ai confini cordoni di centinaia di migliaia di precari che per pochi euri aggiunti al modesto salario si prestino come quinto o sesto lavoro a interpretare la parte di quelli che non arrivano alla terza settimana del mese disincentivando così il flusso di disperati che arrivano dall’estero. La trovata permetterebbe tra l’altro di levare dalle città un’umanità tendenzialmente triste e depressa. Per ultimo rimarrebbe da perfezionare il sistema in modo da non dare l’impressione a questi depressi che il lavoro offerto sia comunque uno di quelli che non permettono di superare la terza settimana il che potrebbe portarli a convincersi di percepire una certa insicurezza. O magari addirittura la sensazione di avere, anche loro, bruciato la propria unica vita.

5 Commenti a “La percezione dell’insicurezza”

  1. Annamaria Janin scrive:

    Ho apprezzato molto l’articolo disperatamente paradossale di Raffaello. La sua scrittura, sempre molto ironica in profondità, è una boccata di aria frizzante nella successione dei corposi interventi di questo numero, more solito! Vorrei ricordare che una visione sanamente ironica dei problemi risulta anche utile per una comprensione meno asfitica e opprimente degli stessi. Complimenti a Raf, per il pezzo di buon livello letterario

  2. Nicoletta Selis scrive:

    Raffaello è davvero meravigliosa l’ironia con cui metti in ridicolo
    le stupidaggini che ogni giorno ci vengono propinate dai politici
    che si spacciano per interpreti della volontà popolare.
    Credo che metterli in ridicolo con l’ironia possa essere un ottimo
    sistema di resistenza che oltrettutto può consentirci di evitare travasi
    di bile che a lungo andare potrebbero consumarci…

  3. Cristina Ronzitti scrive:

    Raffaello,perche’ non provi a farla pubblicare ? Almeno su Liberazione ….
    :-) potrebbero inserirtela nel “paginone centrale”….

  4. Raffaello Ugo scrive:

    Liberazione? Non vorrei alterare il corso del dibattito congressuale che peraltro seguo anch’io con estremo interesse. Non sono sicuro che passerebbe la mozione del barile light e piuttosto che finire in minoranza (il che avvantaggerebbe le altre correnti) manderò avanti una proposta-civetta per un meccanismo da portare sul cappello che produca energia sufficiente a tenere il cappello sulla testa anche in giornate ventose. E lascerò che vengano allo scoperto quei rompiscatole di trotskisti.
    Voglio proprio vedere.
    Ciao.
    Raffaello

  5. Elio Pillai scrive:

    Raffaello
    Mi piace l’idea dei ghiacci che si sciolgono;finalmente avranno le spiaggie anche i paesi dell’interno.E Basta con lo sviluppo della Sardegna a salvagente,(cosi’ gli economisti spiegavano lo sviluppo nelle coste e al centro il vuoto).Anche al mio Gergei paese di poveri,di pastori e contadini avremo finalmente il mare e le belle spiaggie,venderemo di tutto ai turisti,dai dolci sardi,al pane fatto in casa,al vino,alle olive ,all’olio buono e alla carne .Era ora,anche noi diventeremo benestanti.Pesci non ne venderemo perche’ non sappiamo pescare e neppure andare per mare.Preferiamo poggiare i piedi sul solido,ci sentiamo piu’ sicuri.Ricordo che mio nonno facceva il bagno nella “scivedda”,aveva sempre il martello a portata di mano ,per non correre rischi di annegare.La cosa che piu’ mi fa sorridere e che fregheremo anche Soru,lui e tutta la sua equipe con i loro piani paesaggistici disegnati solo per chi ha il mare.Gergei non esisteva proprio,Raffaello,pensa che non abbiamo neppure un “arruinali” e a nulla sono valse decenni di richieste per irrigare i campi.Pensa ai “prenditori” che hanno investito miliardi per costruire case sugli scogli e sugli alberi,tutto spazzato via.Ora tokka a noi costruire sul mare.Costruiremo senza ppr, e spenneremo i turisti.Ci sara’ la casa anche per Soru al mare di Gergei, o forse a Barumini ,li costruiremo anche il betile vicino al nuraghe.So che adegueranno i ppr anche per Gergei,e a noi?tanto ci sara’ un altra era glacciale.E i G8?

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