La politica estera Europea e la crisi dell’immigrazione illegale dal Mediterraneo

1 Ottobre 2021

[Emanuela Locci]

Il tema dell’immigrazione, soprattutto illegale, che ha come rotta quella che si rivela spesso tragica del Mediterraneo è al centro del dibattito politico dei diversi stati europei ormai da anni. Nel corso di questo periodo sono state ideate e poste in essere diverse possibili soluzioni al problema, che però ad oggi non è stato risolto e che continua a interessare numerosi stati soprattutto quelli che in primis si affacciano sulla sponda nord del mare nostrum. Non è solo la politica che si occupa dell’argomento ma anche il dibattito è attivo anche a livello storiografico, che annovera nell’ultimo periodo il contributo di un nuovo testo sull’argomento.

Un libro recente che butta una nuova luce sulla politica estera europea nell’affrontare il difficile tema dell’immigrazione che fa rotta nel Mediterraneo.

La casa editrice ” Dar Abaad ” di Beirut ha pubblicato il libro “La politica estera dell’Unione europea nel Mediterraneo – Uno studio sulla crisi migratoria” del Dr. Hamza Jammoul. L’autore del libro, che attualmente copre l’incarico di Vice Ambasciatore del Libano in Germania, ha un’ampia conoscenza della politica europea nel mediterraneo e ha messo a frutto questa conoscenza nella redazione di questo testo.

Il libro tratta gli elementi fondamentali della politica estera dell’Unione Europea nell’area del Mediterraneo con particolare riferimento al periodo compreso tra il 2011 e il 2017, con un focus sulla crisi migratoria e dei rifugiati nell’Unione Europea a causa delle ripercussioni delle rivolte denominate “Primavera Araba” .

L’autore in questo volume illustra le misure poste in essere dall’Unione Europea per contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina; l’Agenzia europea per la guardia di frontiera e costiera – Frontex – i centri di accoglienza per rifugiati e la firma degli accordi di cooperazione con paesi terzi. Inoltre, il dott. Hamza Jammoul ha analizzato le sfide interne che l’Unione europea ha dovuto affrontare dopo l’ondata di rifugiati nel 2015, quando il numero di richiedenti asilo nell’Unione europea ha raggiunto la cifra di 1,26 milioni di persone. Questa situazione ha contribuito alla crescita del populismo e ha rafforzato la disparità tra gli stati membri a causa della differenza nella proporzione dei rifugiati.

 Inoltre vi sono delle differenze tra i paesi di primo ingresso, che sono i paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo, e il resto dell’Unione europea, in particolare i paesi continentali del nord.

Ciò ha innescato un acceso dibattito sullo spirito stesso dell’Unione Europea, che si basa sulla solidarietà tra gli Stati membri, cioè sulla necessità di distribuire equamente le quote di rifugiati tra i paesi, e quindi ridisegnare il sistema di Dublino, che indica che  il paese di primo ingresso è responsabile del trattamento della domanda di asilo, con tutti gli oneri che ciò significa dal punto di vista pratico organizzativo.

Nello stesso contesto, il libro affronta gli sforzi compiuti dall’Unione Europea per incoraggiare la stabilità e stimolare lo sviluppo sostenibile e la crescita economica nei paesi che sono considerati paesi di origine di migrazione e asilo; attraverso i programmi di finanziamento europei della Politica Europea di Vicinato, la più importante delle quali è la cooperazione transfrontaliera nel Mediterraneo e il sostegno al dialogo politico in questi paesi.

In conclusione, l’autore ha esaminato l’efficacia degli strumenti europei nell’affrontare il fenomeno dell’immigrazione clandestina e ha indicato delle raccomandazioni che pongono in evidenza la necessità di sviluppare la cooperazione tra paesi europei e arabi sulla base della solidarietà e del partenariato serio,  modernizzare il partenariato euromediterraneo per far fronte a cambiamenti urgenti e adottare soluzioni comuni alle sfide comuni a condizione che le soluzioni siano adottate in primis, sulla base dello sviluppo economico e della stabilità politica. Il messaggio lanciato attraverso il testo del libro è chiaro: non bisogna trasformare il Mediterraneo in una fortezza che respinge, e che chiude i confini tra le due sponde del Mare Nostrum. Le soluzioni devono essere basate sul dialogo politico e sullo sviluppo economico.

Questo l’auspicio pienamente condivisibile del volume.

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