La politica uccisa dalla sondaggite

16 Giugno 2020

[Ottavio Olita]

Primo sondaggio: per ‘Cartabianca’, il programma di Bianca Berlinguer, la società incaricata di eseguirlo afferma che ormai la distanza del Pd dalla Lega si è ridotta a 3.6 punti di percentuale.

Secondo sondaggio: solo due giorni più tardi, ‘Il Giornale’, ‘Libero’ e ‘La Verità’ pubblicano l’esito della ricerca condotta da un’altra società: altro che ridursi, la distanza tra Lega e Pd è di sette punti e Fratelli d’Italia ha quasi sorpassato il Movimento 5 Stelle.

Terzo sondaggio: il più indicativo di dove può arrivare la manipolazione del lavoro sui campioni scelti. Secondo ‘Porta a Porta’ di Bruno Vespa – il quale non ha mai smesso di sognare il trionfo di una grande formazione di centro, dopo aver corteggiato tutti, da Forza Italia in poi – , se Giuseppe Conte fondasse un suo partito diventerebbe immediatamente la seconda forza politica del Paese con il 16 per cento. In testa, con il 28 per cento, la Lega che non perderebbe neppure un decimale, mentre sarebbero ridotti ai minimi termini il Pd (al 12%) e i 5 Stelle.

Ora, che i sondaggisti amino offrire ai committenti responsi graditi, affari loro: ma questo significa che sono inesorabilmente avviati verso la fine di ogni credibilità. Quello che invece preoccupa è che questi risultati condizionino scelte e atteggiamenti dei partiti.

Pensate, ad esempio, a Salvini. L’instancabile descamisado pronto ad indossare felpe, cappellini, divise d’ogni genere, da alcune settimane si è trasformato in un signore con occhiali, giacca e cravatta. Tranne il 2 giugno quando, Festa della Repubblica, il giorno che dovrebbe rappresentare il massimo dell’unità nazionale, è ritornato a guidare i suoi manipoli, in maglietta, senza mascherina, e facendo finta di non udire le offese rivolte a Mattarella.

Pensate a Giorgia Meloni, che pesca nel torbido cercando ancora una volta di innescare una guerra fra poveri contrapponendo i provvedimenti per gli immigrati alla mancata erogazione della cassa integrazione ad una parte dei richiedenti.

E Taviani? A lui non andava bene Villa Pamphili, immemore del fatto che il suo capo Berlusconi, allora Presidente del Consiglio, diede ospitalità a Gheddafi facendolo attendare con le sue amazzoni proprio nel parco di quella stessa Villa, sede di rappresentanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

I tre, con la loro scelta di non partecipare agli ‘Stati generali dell’Economia’ dopo una lunga e pare accanita discussione, mi hanno riportato alla mente Nanni Moretti che, in un suo storico film, si chiedeva se sarebbe stato notato di più se avesse partecipato o non si fosse presentato ad una riunione.

Perché accade tutto questo in un Paese stremato dalla pandemia e dalla crisi economica? Perché non c’è alcuna sensibilità verso i cittadini e si guarda soltanto a come far aumentare di qualche decimale il proprio gradimento elettorale? Per quale ragione, fin dall’inizio di questi ultimi, terribili quattro mesi non c’è stato almeno il tentativo di imitare il Portogallo dove, di fronte al dramma che ha colpito tutto il Paese, la principale forza d’opposizione ha dichiarato la volontà precisa di collaborare con il governo per combattere l’epidemia, con risultati rapidamente positivi?

Quale altro significativo esempio dovremmo avere per convincerci che per le forze politiche che non mettono al primo posto le esigenze, i bisogni, i diritti dei cittadini la partitocrazia è più forte della democrazia? Purtroppo non c’è più quel Marco Pannella che tuonava contro questo vizio tutto italiano. Vizio che, inseguendo settimanalmente sondaggi su tutto, oltre che la sterminata platea dei social da cui si trae solo quello che fa comodo, impedisce alla politica di svolgere davvero la sua funzione che è quella di provvedere alla collettività, al bene pubblico, al progresso, alla lotta alle disuguaglianze. E purtroppo non è solo un vizio della destra. Sarebbe ora che, per dirla ancora con Moretti, potessimo finalmente vedere ‘qualcosa di sinistra’.

Se questo è il quadro desolante, come si fa ad essere ottimisti sul futuro? Tra la Lega che sa chiedere solo elezioni anticipate, un governo che cerca di uscire dal pantano grazie a ‘task force’ guidate da manager privati, convocazioni di interminabili consultazioni, disperata ricerca di visibilità da parte della forza più debole della coalizione (l’Italia Viva di Renzi), non bastano le continue rassicurazioni di Conte che comunque sta dimostrando un’insospettata capacità di gestione, nonostante in tanti, compresa una parte della ‘grande stampa’ continuino a far volteggiare il fantasma di Draghi.

I sondaggi stanno uccidendo – o forse l’hanno già uccisa- la politica. Ci rimangono Mattarella e Papa Francesco. Ma con quali poteri?

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