La vita difficile degli alberi di Cagliari

16 Settembre 2020

[Stefano Deliperi]

La vicenda dell’ormai noto taglio dei Pini lungo il Viale Buoncammino rivela tutta la superficialità e l’inconsistenza della politica del verde pubblico a Cagliari.

Il Viale Buoncammino, con le sue alberate, esiste da un bel po’: per esempio, su Sardegna Digital Library sono pubblicate numerose fotografie della Collezione Colombini (proprietà I.S.R.E.) che ritraggono il Viale agli inizi del ‘900, con il carcere e le caratteristiche alberate.

Parliamo di 120 anni fa, quindi, il Viale è tutelato con vincolo culturale, perché “le pubbliche piazze, vie, strade e altri spazi aperti urbani di interesse artistico o storico” sono tutelate con vincolo culturale, a meno che non sia intervenuta una verifica negativa dell’interesse culturale da parte dei competenti organi del Ministero per i Beni e Attività Culturali e il Turismo (artt. 10 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).

Conseguentemente, in tali luoghi qualsiasi intervento dev’essere preventivamente autorizzato dei competenti organi del Ministero per i Beni e Attività Culturali e il Turismo (art. 21 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).

Ancora.

Quantomeno l’intero centro storico cittadino (compreso il Viale) è tutelato con specifico vincolo paesaggistico (artt. 136 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i., individuazione principalmente con D.M. 8 giugno 1977) e il D.P.R. n. 31/2017 (art. 2, comma 1°, e Allegato A) esenta dalla necessità di autorizzazione paesaggistica solo la “sostituzione o messa a dimora di alberi e arbusti, singoli o in gruppi, in aree pubbliche o private, eseguita con esemplari adulti della stessa specie o di specie autoctone o comunque storicamente naturalizzate e tipiche dei luoghi, purché tali interventi non interessino i beni di cui all’art. 136, comma 1°, lettere a, b, del Codice, ferma l’autorizzazione degli uffici competenti, ove prevista” (punto A.14).

Quindi, nel centro storico e in buona parte di Cagliari – vincolati ai sensi dell’art. 136, comma 1°, lettere a e b, del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i. – qualsiasi intervento del genere dev’essere necessariamente munito di autorizzazione paesaggistica con specifico parere vincolante dei competenti organi del Ministero per i Beni e Attività Culturali e il Turismo (art. 146 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).

Le autorizzazioni non sono necessarie soltanto in caso di comprovata esigenza di pubblica incolumità, concretizzata in specifica motivata preventiva ordinanza sindacale contingibile e urgente (art. 50 del decreto legislativo n. 267/2000 e s.m.i.). Ordinanza che non è stata rinvenuta nell’albo pretorio comunale.

Per capirci meglio, un taglio di alberi giustificato a parole in area tutelata con vincoli ambientali e/o culturali privo delle relative autorizzazioni e in assenza di specifica ordinanza contingibile e urgente per ragioni di incolumità pubblica è abusivo e fonte di responsabilità per chi lo dispone e chi lo esegue.

Non si tratta di una curiosa interpretazione ambientalista, ma di norme di legge: gli artt. 734 cod. pen. e 181 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i. per la violazione del vincolo paesaggistico, gli artt. 733 cod. pen. e 169 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i. per la violazione del vincolo culturale.

Seguono anche gli obblighi di reintegrazione e di ripristino ambientale ai sensi degli artt. 160 e 167 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.

Visto che non è stato possibile rinvenire alcuna ordinanza sindacale contingibile e urgente per ragioni di incolumità pubblica sul sito web istituzionale del Comune di Cagliari e visto che l’intero Viale è tutelato con vincolo paesaggistico e con vincolo storico-culturale (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), ci sono o no le necessarie autorizzazioni?

I tagli degli alberi non sono stati fermati per qualche strana coincidenza astrale, ma in quanto sono stati oggetto (8 settembre 2020) di argomentata segnalazione del GrIG al Ministero per i Beni e Attività Culturali e il Turismo, al Comune di Cagliari, alla Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari, ai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale.

Ma non si tratta di un episodio isolato.

Il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, l’assessore comunale al verde pubblico Paola Piroddi, insieme ai presidenti delle commissioni consiliari sul verde pubblico (Enrica Anedda Endrich) e sulla sicurezza (Marcello Polastri), a funzionari e tecnici comunali e dell’A.T.I. Santa Maria s.r.l. – Imea s.r.l. appaltatrice della gestione del verde pubblico hanno tenuto il 9 settembre 2020 una conferenza stampa per illustrare le politiche di gestione degli alberi cittadini.

Data storica, visto che per la prima volta hanno esplicitato un barlume di quella che dovrebbe essere una seria gestione del verde pubblico di una città della storia, delle dimensioni e della rilevanza di Cagliari.

L’han fatto solo perché pressati dalle proteste, contestazioni, denunce ormai allargate a macchia d’olio fra la cittadinanza determinate dal taglio di numerosi Pini ad alto fusto lungo il Viale Buoncammino in corso dallo scorso 7 settembre senza alcuna spiegazione e – molto probabilmente – senza alcuna autorizzazione.

Secondo l’Amministrazione comunale, sulla base degli accertamenti svolti dall’A.T.I. che ha in appalto la gestione del verde pubblico di cui si ignora l’eventuale validazione da parte delle strutture pubbliche, “oggi Cagliari conta circa una novantina di piante malate la cui stabilità è gravemente compromessa” anche nel centro storico, i Pini di Viale Buoncammino e le Jacarandae del Largo Carlo Felice in primis. Complessivamente il monitoraggio in corso avrebbe già considerato “la situazione di 1.060 alberi e 80 sono già risultati in classe D, le cui condizioni sono classificate di ‘gravità estrema’”, perché a questo si riduce la gestione degli alberi per l’Amministrazione comunale, a un cronoprogramma di motoseghe e, in seguito, annunciate (ma finora assenti) sostituzioni.

Tutto in base al Visual Tree Assessment (valutazione visiva dell’albero su basi biomeccaniche; in acronimo VTA), che comunque prevede, in caso di individuazione “dei sintomi di difetto, questi devono essere confermati da metodi di analisi approfonditi e devono poi essere dimensionati”.

Insomma, la mera VTA, se non si è compreso male, non sarebbe sufficiente per abbattere gli alberi…

Nel Largo Carlo Felice ventitrè Jacarandae da abbattere senza alternative (“questione di giorni”), secondo Nicola Sedda, agronomo dell’A.T.I., mentre la pensa diversamente Gianluigi Bacchetta, docente universitario e direttore dell’Orto Botanico di Cagliari: “da sempre le micosi costituiscono una delle principali patologie che interessano i vegetali. Gran parte degli alberi, non solo quelli cittadini, presentano segni più o meno evidenti di ciò nei diversi apparati ipogei ed epigei.

Così come si combattono in agricoltura, nei frutteti, nei vigneti o negli oliveti, le micosi si possono contrastare anche in città, sempre che il danno non abbia compromesso la stabilità strutturale delle piante. Nel caso specifico del Largo Carlo Felice, la costrizione in spazi angusti determinata dai parcheggi, i danni causati dal rifacimento delle pavimentazioni stradali e dei marciapiedi, oltre all’alto livello di inquinamento da idrocarburi pesanti, hanno nel tempo ridotto e in alcuni casi compromesso la vitalità delle jacarande. Oggi lo stato di salute di molti esemplari è precario e a mio avviso sarebbe necessario:

1. Eliminare o almeno ridurre la sosta dei veicoli

2. Ampliare le aiuole di ciascuna pianta o meglio ancora asportare il bitume nell’intera fascia alberata

3. Effettuare una potatura di sicurezza, senza capitozzature come avvenuto in passato

4. Mettere a dimora tutte le piante oggi mancanti o che nel tempo potrebbero dover essere sostituite

5. Procedere con periodici trattamenti per ridurre l’impatto delle micosi

6. Realizzare strutture di sostegno per quegli esemplari più precari dal punto di vista della stabilità strutturale

7. Migliorare la qualità del terreno, anche apportandone di nuovo

8. Ripristinare la pacciamatura naturale e una irrigazione di soccorso

9. Effettuare cicli di concimazione nei periodi più freschi dell’anno

10. Monitorare costantemente l’evoluzione della alberatura nel suo complesso e di ciascun esemplare nello specifico.

Tutto questo ha dei costi, non solo economici, necessita tempo e accettazione da parte della popolazione.

Molte jacarande sono come degli anziani, vanno aiutati, sostenuti e gli serve un bastone… Sono la nostra memoria!

Altre sono adulte e forti, ma dobbiamo vigilare… Serve prevenire per evitare di spendere poi per le cure!

Poche sono giovani e hanno bisogno di cure affettuose come i nostri figli… Sono il nostro futuro!

Scrivo queste parole con umiltà, solo perché sollecitato da tanti e con l’unico scopo di contribuire alla soluzione concertata di un problema che è di tutti noi cittadini di Cagliari e non solo”.

Con un sussulto di buon senso e di vero amore per la Città, la sua Amministrazione comunale si fermerebbe e predisporrebbe un vero e proprio piano del verde, poi da approvare formalmente con deliberazione consiliare e sottoposizione all’esame delle competenti Amministrazioni pubbliche per l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni di legge.

E sì, perché non ci si trastulla con gli alberi con superficialità e senza nemmeno sapere bene che cosa si sta facendo.

Stefano Deliperi è il portavoce del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

Immagine di Dietrich Dteinmetz

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