L’Asarp abbandona la sede

25 Maggio 2023

[Gisella Trincas]

Mercoledì 24 maggio ci è stata notificata dai nostri legali la sentenza del Tribunale di Cagliari con la quale si accoglie il ricorso depositato dal Commissario liquidatore di ATS Sardegna contro ASARP.

Come più volte comunicato, l’ASARP è stata invitata a lasciare i locali in comodato d’uso gratuito  presso il padiglione E della Cittadella della Salute dal 2017. Il contratto è scaduto, come riconosciuto anche dalla sentenza, il 20 settembre 2022. Ma già dal 19 novembre 2020  ATS e la ASL8 richiedevano il rilascio dei locali con le più svariate motivazioni di urgenza.

A nulla sono valse le motivazioni illustrate dalla nostra Associazioni sulle difficoltà a trovare sul territorio idonei locali in cui trasferire la complessa attività della Associazione a favore delle famiglie e del territorio.

Noi abbiamo sempre saputo che l’azione di advocacy dell’ASARP e il sostegno alle famiglie non era gradito ad alcuni dirigenti dei servizi ma abbiamo sempre sperato nel sostegno politico delle istituzioni visto l’importante e lo straordinario impegno che l’Associazione svolge dal 1986 per il diritto alla salute mentale e per il rispetto dei diritti umani delle persone che vivono la condizione della sofferenza mentale (i nostri familiari). Attività svolta quotidianamente senza sosta e con grande sacrificio personale dei volontari.

L’Associazione ha sempre difeso il servizio pubblico di salute mentale e ha contribuito in maniera determinante alla chiusura degli ospedali psichiatrici e alla costruzione dei servizi territoriali di salute mentale. Le norme nazionali e le raccomandazioni internazionali (CRPD).

sanciscono l’impegno dei Paesi firmatari a rendere attive le rappresentanze delle Associazioni delle persone con disabilità nella gestione delle politiche, nell’informazione e nelle verifiche di qualità. Togliere la sede all’ASARP è come venir meno a tale impegno.

Sarebbe utile leggere le tante motivazioni (contrastanti tra di loro) che il Commissario liquidatore di ATS Sardegna ha edotto nel ricorso depositato e le memorie depositate dai legali dell’Associazione.

Noi siamo certi che dietro tale ricorso c’era forte la volontà del Direttore Generale della ASL8 (come dimostrato dalle comunicazioni pervenute all’ASARP) e della Direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Cagliari di farci allontanare da questi spazi.

Nella sentenza, accogliendo il ricorso del Commissario liquidatore di ATS Sardegna, si afferma che “l’ottenimento dei rilascio è strumentale alla realizzazione delle finalità istituzionali del Centro di Salute Mentale, dirette alla salvaguardia del diritto alla salute degli utenti. Questo diritto, che trova fondamento e tutela nella Carta costituzionale, sarebbe pregiudicato in modo irreparabile dal permanere dell’impossibilità di operare del CSM”

Il diritto alla salute degli utenti è pregiudicato non dalla permanenza dell’ASARP in questi piccoli spazi che non possiedono bagni, acqua e possibilità di accogliere ambulatori, ma dalla grave carenza di personale, dalla assenza di risorse finanziarie dedicate ai percorsi di ripresa e emancipazione sociale. Mancano psichiatri e principalmente psicologi, assistenti sociali, educatori, terapisti della riabilitazione psichiatrica. Le persone non hanno equipe multidisciplinari di riferimento con cui costruire percorsi di cura e di ripresa e l’attività principale dei centri di salute mentale di Cagliari (facilmente verificabile) è prevalentemente di tipo ambulatoriale (visite programmate dilatate nel tempo a causa della carenza di psichiatri e prescrizione farmacologica).

Per tali attività ci pare che gli spazi utilizzati dal Centro di Salute Mentale (che adesso sono due concentrando tutta l’utenza) siano più che sufficienti. Manca il sostegno alle famiglie e alle situazioni complesse, è enorme la difficoltà a costruire percorsi di maggiore autonomia per le persone che dovrebbero uscire dalle Comunità Terapeutiche dopo un percorso riabilitativo. Così come si pone la questione del diritto alle cure delle persone private della libertà nella Casa Circondariale di UTA.

Ma queste sono questioni ampiamente denunciate dall’ASARP negli anni che sono andate ad aggravarsi sempre di più. Le istituzioni avrebbero dovuto apprezzare l’impegno della Associazione e non andarle contro per silenziare la voce dei familiari e delle persone che vivono la condizione della sofferenza mentale, che chiedono unicamente di essere curate adeguatamente e tempestivamente evitando le situazioni di cronicizzazione, di esclusione o di abbandono.

A questa situazione che riveste una certa gravità di comportamento, si aggiunge un altro elemento che sta determinando grande turbamento e preoccupazione nelle famiglie. La ASL8 di Cagliari ha deciso di non prorogare l’attività delle Comunità Terapeutica nella Città di Cagliari e nel territorio afferente alla ASL8.

Questo significa che le persone dovranno essere dimesse dalle Comunità senza alcun progetto di vita significativo. Ma questa è altra questione gravissima che si sta affrondando su diversi tavoli di confronto.

La nostra Associazione lascerà i locali del Padiglione E, stiamo contattando ditte di trasporto che possano custodire arredi, attrezzature e carte. Proseguiremo la nostra azione in locali di fortuna e ci resta il rammarico che le istituzioni regionali non hanno voluto difendere il diritto della Associazione dei Familiari ad operare in serenità e nel rispetto del ruolo irrinunciabile.

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