Lassù dove osano i cedroni

1 Novembre 2008

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Raffaello Ugo

Siamo un popolo di incontentabili. Prima dice che in Italia non si fa più ricerca e poi quando un’elite di uomini di scienza si offre di studiare il modo di perfezionare questi gioielli della tecnica, questi droni, proprio da noi a Quirra, ecco che vien fuori subito chi si lamenta del fatto che già abbiamo il 60% delle servitù militari italiane e così via. Allora davvero cascano le braccia. E per fortuna che c’è il Partito Democratico, sempre lucido e netto nelle scelte, che appena si è parlato di trasferire in Puglia la sperimentazione di questi aerei è saltato su presentando subito un’interrogazione al ministero della Difesa perché questo non accadesse. Epperò è vero che in Italia non c’è rispetto per la scienza. Altri paesi dedicano allo studio grandi risorse e i risultati sono tangibili. Dispiace dirlo ma le scuole coraniche in Afghanistan e Pakistan, per esempio, sfornano ogni anno migliaia di giovani molto preparati. Alcuni, è vero, diventeranno talebani ma molti altri fanno il loro primo incontro con le meraviglie della scienza proprio all’interno di questi edifici e lì rimangono poi a lungo e comunque finché qualcuno non va a scavare tra le macerie dopo il bombardamento. In questi paesi il problema del lavoro viene preso molto sul serio e la disoccupazione viene ridotta in modo significativo permettendo ai ragazzi che vogliono studiare di farlo, segnalando poi con precisione ai militari statunitensi l’ubicazione degli edifici scolastici. E invece qui da noi in Italia si ostacola in modo ottuso il progresso senza rendersi conto, per esempio, degli evidenti vantaggi di un aereo privo di pilota. La vicenda Alitalia non ci ha proprio insegnato nulla? Eliminare i piloti significa eliminare costi inutili ed è parte essenziale di una strategia innovativa per consentire un rapido rilancio dell’azienda. Per fortuna il premier è uno che “tirerà dritto” e ha già rivelato i risultati di un suo sondaggio personale che indica che gli italiani amano viaggiare su aerei senza pilota e quindi lui non tollererà che si cerchi di impedirgli di farlo. Le cifre, ha concluso, parlano chiaro e portate i miei saluti alle vostre sorelle. Poi è stato riaccompagnato a palazzo Chigi dove alcuni lo hanno sentito continuare a urlare a lungo prima di essere sedato. Ma vediamo gli enormi vantaggi della sperimentazione in oggetto da un punto di vista più squisitamente tecnico: I droni sono aerei come tutti gli altri ma hanno il vantaggio di non avere nessuno a bordo per cui nella malaugurata evenienza che distruggano abitazioni civili, ospedali o scuole, nessuno viene più costretto a provare spiacevoli sensi di colpa o, peggio, temere di poter finire davanti a un tribunale penale internazionale. La speciale tecnologia che si intende perfezionare a Quirra prevede il riconoscimento dei talebani grazie all’analisi e interpretazione dell’iride. E’ una tecnologia estremamente sofisticata che farebbe diventare il poligono di Quirra un vero e proprio centro di eccellenza scientifico, il primo centro europeo per aerei senza pilota. Ed è facile prevedere l’enorme capacità di attrazione di un centro simile per tutti i giovani cervelli europei e mondiali. Il Centro Europeo del Drone, il “Cedrone”, sarebbe un indubbio volano per tutta l’economia dell’isola e il futuro dei sardi, dopo secoli di marginalità, potrebbe improvvisamente prendere il volo col Cedrone. Sarebbe uno schiaffo morale e la giusta punizione per i denigratori del povero ministro Gelmini, accusato ingiustamente di tagliare le gambe alla ricerca con la legge 133. D’altra parte certi giornali di una certa sinistra non si smentiscono mai. La realtà è, per fortuna, ben diversa. Per esempio nei mesi scorsi è stato approvato il progetto per la costruzione di un corridoio militare di volo che va da Decimomannu a Perdasdefogu/Quirra. I droni andrebbero su e giù per il corridoio scandagliando il terreno sottostante alla ricerca di talebani. Ed è qui che si palesa l’eccezionale lungimiranza di questo progetto multiforme che prevede tra le altre cose una massiccia riqualificazione occupazionale delle popolazioni interessate dal corridoio. Purtroppo alcuni ruvidi pastori di Ballao, ignari del fatto che la ricerca militare ha sempre avuto delle ricadute positive sulla società civile, si sono già dichiarati contrari a indossare caffettano e turbante e a far partecipare il loro gregge alle ricerche sull’efficacia di questi aerei. Per contrastare l’arretratezza culturale endemica di queste zone si potrebbe pensare quindi di aggirare il problema disperdendo sulle montagne migliaia di insegnanti in esubero vestiti alla turca incentivandoli a partecipare all’operazione con alti punteggi. Si innescherebbe così, in una zona depressa, un circuito virtuoso che la porterebbe in poco tempo a diventare la più grande vetrina militare al mondo e niente vieterebbe di realizzare un grande porto franco per quell’importante segmento di mercato che oggi appare ingiustamente sacrificato da regolamenti troppo ingessati, da leggi eccessivamente severe e da un’opinione pubblica indubbiamente manipolata dai soliti ex-sessantottini. Una zona a statuto speciale Da Teulada a Quirra dove armi e capitali ritroverebbero quelle sinergie di provata efficacia che farebbero ripartire l’economia globale. E’ un momento drammatico e sta a noi fare scelte coraggiose e lungimiranti per noi e per i nostri figli.  Anche il loro futuro dipenderà da queste scelte. Guardiamo avanti con intelligenza. Il Cedrone ci indica la strada.

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