Libertà e Coronavirus

16 Marzo 2020
[Roberto Mirasola]

La notizia che il sindaco di Sassari chiude al jogging e alla ormai “famosa passeggiata” si unisce alla decisione da parte del sindaco di Cagliari di chiudere i parchi. Quest’ultimo arriva a sostenere che “le nostre libertà personali devono in qualche modo esser mitigate”.

Non deve sorprendere che tutto ciò crei inevitabilmente alcuni timori che vanno adeguatamente esaminati. Ora è chiaro a tutti che ci troviamo in una situazione emergenziale che ha comportato la necessità temporanea di limitare diverse libertà Costituzionali di non poco conto. La gravità degli eventi ha portato a prendere tali decisioni attraverso un decreto del Presidente del Consiglio, si tratta dunque di normativa secondaria che regolamenta però diritti Costituzionali.

Questa premessa imporrebbe, a parer mio, che vi sia adeguata “sensibilità politica” da parte degli amministratori nella gestione dell’emergenza. Lo stesso Presidente del Consiglio nelle conferenze stampa di presentazione dei vari decreti ha sempre dimostrato di essere conscio della gravità dei provvedimenti e consapevole delle ricadute che avrebbero avuto nella vita quotidiana di ciascuno di noi. Intendiamoci i decreti non sono in discussione vista la gravità del momento, preoccupano però certe interpretazioni restrittive che i sindaci in questione stanno dando ad essi.

Non si comprende il perché delle iniziative personali dei Sindaci vista la circolare del Ministero dell’Interno che opportunamente interviene a spiegare meglio i casi di spostamento all’interno dello stesso comune. Il Ministero ad esempio specifica “che gli spostamenti sono consentiti per comprovate esigenze primarie non rinviabili, come ad esempio per l’approvvigionamento alimentare, o per la gestione quotidiana degli animali domestici, o svolgere attività sportiva e motoria all’aperto, rispettando la distanza interpersonale di almeno un metro”.

E’ quindi consentito passeggiare purché si evitino gli assembramenti. Il perché non è di difficile comprensione, si ritiene che tale possibilità di uscire a camminare sia consentita per permettere alle persone di scaricare lo stress e la forte pressione per le continue notizie che ogni giorno riceviamo. Nessuno di noi può sapere quanto tutto ciò passerà ma è indubbio che un atteggiamento autoritario inseguendo il modello Cina, con il sindaco di Cagliari impegnato addirittura a effettuare i controlli, non aiuti. Si richiede cioè di non perseguire presunti capricci ma di dimostrare buon senso. E’ del tutto evidente che non possono essere accettati comportamenti incoscienti di cittadini che trasgrediscono le regole mettendo in pericolo la loro salute e quella degli altri ma in tali casi il decreto è chiaro, cosi come le relative sanzioni.

Personalmente nelle mie poche uscite ho visto una città deserta, coloro che si arrischiano a uscire seguono le distanze di sicurezza, all’ingresso dei supermercati le file sono ordinate, questo sta a significare che non dovrebbe essere difficile far rispettare il decreto Presidenziale.
La battaglia contro il Coronavirus sarà lunga, dobbiamo tutti fare i sacrifici richiesti ma non possiamo permetterci di creare precedenti negativi che possono essere pericolosi in prospettiva futura, inducendo qualcuno a pensare di poter intervenire in una materia cosi delicata a colpi di personalismi.

In emergenza vi è anche la Costituzione visto che si va avanti con DPCM, decreti, ordinanze regionali e comunali senza che il Parlamento sia stato coinvolto, che paradossalmente potrebbero poi rendere illegittime le denunce previste dai decreti, creando dunque ulteriore confusione.

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