L’otto marzo antimilitarista

1 Aprile 2020
[Antonella Piras e Mariella Setzu]

Uno scenario naturale incantato, dune di sabbia bianchissima, macchia mediterranea lagunare colorata di asfodeli rosa, fenicotteri, aironi e garzette, sole primaverile, laguna, mare e cielo azzurri nitidi, ha accolto Lotto3 antimilitarista a Teulada dove lo sfregio delle reti che circondano la Base Nato più avvelenata d’Europa non è riuscito ad abbruttire il paesaggio maestosamente naturale. Un’assemblea transfemminista antimilitarista ne ha predisposto l’organizzazione e lo svolgimento con diversi incontri in vari centri della Sardegna, tutti animati da una varietà e una ricchezza di interventi e contributi diversi per età, esperienze, background politici e percorsi femministi con una determinazione che ha sfidato paure, distanze territoriali e limitazioni.

L’evento “Lotto 3 antimilitarista”, infatti, coincide con le prime limitazioni nazionali dettate dall’epidemia del covid 19. In Italia sono saltati tutti gli eventi dedicati alla giornata dell’otto marzo pur in assenza di divieti alle manifestazioni all’aperto, se non per l’iniziale zona rossa. Si è discusso, si sono approfonditi temi legati alla responsabilità politica e sociale, alla possibilità di suscitare reazioni negative nell’opinione pubblica.  Alla fine ha prevalso la responsabilità di un evento unico in Europa, l’antimilitarismo declinato esclusivamente al transfemminile.

I corpi femminili che si oppongono alla cultura dello stupro che trova nella guerra e nel militarismo l’espressione massima del potere patriarcale, questo è l’obiettivo e la responsabilità di questa manifestazione. In un mondo dove il militarismo sta permeando ogni momento dell’esistenza e delle sorti umane e della Terra, governando i corpi attraverso politiche securitarie, impedendone la libera circolazione da paesi devastati dalla guerra, dal bisogno e dalle malattie, controllando le risorse primarie  e strategiche, impadronendosi della ricerca scientifica, impadronendosi  delle ricchezze attraverso il  controllo dei mercati finanziari derivati dall’economia della guerra, delle armi e dei sistemi di sicurezza interni ed esterni,  Lotto 3  è riuscita  a portare i corpi femminili a Teulada, rivendicare l’opposizione allo stupro di quel luogo simbolo della devastazione  militare sul territorio e sulle menti.

Il corteo di circa 60 partecipanti ha attraversato la macchia e le dune giungendo alla recinzione della base Nato, portando cartelli e striscioni, per la maggior parte ironici e dissacranti, inscenando una performance di corpi legati alla rete con corde tirate a significare la volontà di divellere le reti e abbattere la recinzione. Sono stati dei momenti carichi di emozione e gioia, accompagnati dalle percussioni delle Tambure battenti, da liberi interventi al megafono e canti guidati dal coro delle “Scordate”, e ancora letture e condivisione di cibo.

Tutto ciò spiega anche il separatismo di questo evento, pensato e realizzato solamente al femminile e transfemminile, con modalità e pratiche escludenti qualsiasi forma di machismo. Immancabile la presenza delle forze dell’ordine, dentro e fuori il poligono, anche se a ranghi ridotti, a disturbare, quasi marcando il territorio, e a spiare una scena per loro incomprensibile e illeggibile. Nel testo del documento elaborato dalle compagne si legge:

Vogliamo portare la nostra solidarietà alle comunità che da anni si oppongono alla presenza militare e alle nostre compagni e compagne antimilitariste indagati recentemente per la loro militanza. Vogliamo dire ai signori e alle signore della guerra che noi non ci riconosciamo nella cultura dello Stupro, le basi militari devono essere chiuse e i militari se ne devono andare. I nostri corpi e la terra che con essi attraversiamo non sono luoghi di conquista: scegliamo di farne luoghi di resistenza. L’8 marzo scorda le basi!

Per questo movimento è solo l’inizio di un percorso, fisicamente, ora fermato dai divieti imposti con l’epidemia del Covid 19 ma proprio in virtù di una terribile prospettiva poliziesco militarista prospettatasi in questi giorni, ha più che mai ragione di continuare.

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