Quest’anno, a chiusura di un 2020 tremendo, non è tempo di scambiarsi i tradizionali auguri festosi: è piuttosto urgente, invece, l’assunzione di impegni collettivi, da parte di tutti/e, ed individuali, ad opera di ciascuno/a di noi, per uscire, in maniera nuova, con profondi cambiamenti di rotta, da condizioni drammatiche, di estrema difficoltà.
Habemus legem. Quella di bilancio verrà approvata entro la fine dell’anno, malgrado fosse stata presentata in parlamento con inconsueto ritardo, evitando così il temutissimo esercizio provvisorio. Non sarebbe stato un buon biglietto da visita per Bruxelles in attesa dei fondi del Recovery.
Finalmente l’approvazione è arrivata. Al Senato, con 38 voti a favore, 29 contrari e un’astensione, la riforma che prevede l’interruzione di gravidanza fino a 14 settimane per le donne argentine è divenuta legge.
Immaginatevi di rimanere bloccati in un vagone della metropolitana affollato, anzi sovraffollato. Le porte sono chiuse, i finestrini anche e sono per giunta oscurati. Le raccomandazioni sul distanziamento suonano beffarde, ci si trova inevitabilmente addossati gli uni agli altri. Gli odori e le paure si mescolano.
Questa vuole essere una riflessione rivolta a quanti – cittadini, pazienti, amministratori comunali e regionali, operatori sanitari, uomini e donne di buona volontà – sono costretti a misurarsi quotidianamente con un diritto costituzionale spesso negato.
Martedì 22 dicembre alle ore 15.30 La Società della Cura in Sardegna organizza un presidio sotto il palazzo del Consiglio Regionale in Via Roma a Cagliari in connessione con tante altre piazze in Italia.
Undici saggi tra filosofia, storia, sociologia, estetica e architettura. Undici autori e autrici di estrazione anagrafica e di formazione diverse. Un libro collettivo. Questo è il primo e atteso risultato concreto del lavoro svolto nei mesi scorsi da Filosofia de Logu.
Nel corso delle ultime settimane tre vicende hanno caratterizzato la vita politica della Sardegna; sono tutte relative all’incuria praticata nella tutela del lavoro e soprattutto dell’ambiente.
Ciao Lidia, tu che stavi un po’ più in là, nell’empireo dei leader che, in quella tormentata stagione, arrivavano, ogni tanto, a dettare la linea, ad esser punto di riferimento per noi che abbiamo persino pensato, in qualche momento, che la rivoluzione fosse dietro l’angolo.
Filippo Kalomenìdis scrittore e sceneggiatore sardo-greco, si è recato a Lesvos in Grecia per documentarsi sull’incendio del campo profughi di Moria e sul nuovo centro di Kara Tepe per il suo libro “La Direzione è storta”. Un reportage lirico sulla pandemia e i virus del potere (uscita a marzo 2021, Homo Scrivens editore) che racconta anche la sua esperienza di volontario nei centri di isolamento per malati di Covid-19 a Bologna. Durante il viaggio è nata l’idea di pubblicare sul Manifesto Sardo un’inchiesta che rendesse chiara la realtà spaventosa dei più sovraffollati campi di segregazione di rifugiati asiatici e africani in Europa, di cui questo articolo è la terza e ultima parte.