Per una Sardegna disarmata

1 Marzo 2022

[Cinzia Guaita e Arnaldo Scarpa]

Milioni di persone, di ogni popolo del mondo, questo lo sanno e hanno mostrato di averne chiara coscienza nelle manifestazioni dei giorni scorsi.

Lo sanno i cittadini russi che hanno manifestato per la pace, subendo arresti ed espulsioni dalle Università.

Lo sanno i sardi che, nelle piazze, hanno voluto urlare chiaramente quel no alla guerra che da tempo sono impegnati a concretizzare attraverso un lungo lavoro volto a costruire la pace, partendo dalla richiesta di riconversione e bonifica dei poligoni militari e delle fabbriche di armi, luoghi in cui si preparano tutte le guerre del mondo.

Lo sperimentano sulla propria pelle gli Ucraini e tutti i popoli sotto l’oppressione della guerra, al di là dei convincimenti politici.

Paiono invece non saperlo i Governi che continuano a interpretare la richiesta di pace con un inasprimento della contrapposizione tra le parti, un’ennesima corsa agli armamenti, che è una delle cause della guerra, non certamente una soluzione.

Così come, non è una soluzione irrogare sanzioni che danneggiano unicamente i popoli e giustificano poi scelte energetiche sciagurate e non certo in linea con la transizione ecologica: si trovi piuttosto il modo di bloccare le speculazioni dei grandi imprenditori che si nascondono dietro i contendenti! Si sanzioni chi alimenta la guerra, non il popolo!

Esprimiamo una forte contrarietà all’attuale intervento armato russo in Ucraina e chiediamo che ci si adoperi ad offrire gli aiuti umanitari, alimentari, organizzativi e di ospitalità e ogni altra iniziativa di solidarietà di carattere esclusivamente civile, escludendo qualsiasi iniziativa di esportazione di armi da parte della UE, senza dimenticare le altre 57 guerre sparse per il mondo.

Chiediamo che venga tenuta in considerazione la presa di distanza politica della Repubblica Italiana dalla NATO, in particolare in ottemperanza a quanto indicato nell’articolo 11 della Costituzione italiana:

“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”

 Chiediamo di avviare subito un processo di de-escalation militare e contemporaneamente un incremento dei rapporti culturali, economici, di collaborazione scientifica, tra i paesi che ora si contrappongono, per portarli tutti dalla stessa parte: quella dell’umanità.

Chiediamo l’adesione dell’Italia al Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari, più che mai urgente.

Inoltre, riteniamo improrogabile un processo di riforma dell’ONU che lo renda realmente la casa comune di tutti i popoli, dove sviluppare rapporti di reciproco sostegno e di controllo delle crisi locali, passando per una sempre maggiore democratizzazione dei suoi organismi decisori.

Occorre che la politica, quella vera, sia capace di prevalere sugli interessi economici di pochi e favorisca in tutti i modi il cessate il fuoco immediato, avviando un processo diplomatico che ascolti le complessità emergenti e rispetti i diritti di tutti i popoli

Chiediamo al governo regionale che la Sardegna possa porsi come isola di pace, dichiarando l’indisponibilità degli aeroporti civili e militari presenti nel territorio sardo per fini bellici diretti o indiretti, e proponendo un tavolo di apertura all’incontro tra le parti.

Coltiviamo inoltre ogni aspetto della pace: abbiamo una solida amicizia tra sardi, russi, bielorussi e ucraini. Che la Pace sia più forte e trionfi con la Pace!

Cinzia Guaita e Arnaldo Scarpa sono i portavoce del Comitato Riconversione RWM.

La guerra è guerra, cioè una sciagura senza attenuanti, complicata di imbecillità senza limiti (pretende di conseguire il bene con il male, di curare un malato uccidendolo), ed è tale sia se combattuta dagli amici sia se combattuta dagli avversari. Questo perciò, è da stabilire: la guerra è un male: dunque non è lecito muoverla. (Igino Giordani, 1953)

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