Perché c’è la lotta di classe

1 Giugno 2012

Egidio Addis

J.L.Borges affermava che”non c’e’ fatto, per umile che sia, che non racchiuda la storia universale e la sua infinita concatenazione di effetti e cause”. L’evoluzione della vicenda umana in questo inizio di secolo sta marcando una differenza drammatica fra le classi, indotta dal processo di accumulazione capitalistica e dalla sua azione di dominio finanziario su ogni spazio della società contemporanea .Lo scrittore portoghese Fernando Pessoa dava una sua risposta al sistema per conseguire la libertà per l’umanità intera ed era quella di distruggere tutte “le finzioni sociali” per quelli che ne traggono vantaggio ed hanno la libertà’ di tiranneggiare su chi vive nella disuguaglianza e nella povertà’.
Stando all’ultimo libro di L.Gallino ci porta ad una riflessione molto aggiornata dei fenomeno globali che viviamo in questo tempo e propone una lettura ampia ed esauriente delle trasformazioni sociali e culturali. Ma mette al centro della sua analisi l’influenza della lotta di classe delle lobbies della finanza e delle grandi corporations. E parte da aree del mondo più coinvolte, paesi africani, India, Filippine etc. dove vengono sottratti sotto forma di affitto o acquistati milioni di ettari di terra per rendere intensive ed industrializzate le coltivazioni  da mettere nel mercato globale sotto forma di cartello. Il risultato e’ che vengono espulsi migliaia di contadini che li da generazioni avevano fondato il loro luogo di lavoro e di vita. Essi poi in gran parte vanno a riempire le periferie degradate delle metropoli con un destino di fame.
In Europa e negli USA le legislazioni hanno reso possibile pressioni economiche per indurre questi paesi a rendere liberi i commerci , danneggiando cosi gravemente i produttori locali. E la propria sovranità viene cosi ceduta con la complicità dei regimi locali.
Le elites mondiali hanno assunto il principio di “finanziarizzazione” in tutti campi , che significa soprattutto “la ricerca ossessiva di sempre nuovi campi della vita, dell’esistenza umana e della natura da trasformare il più rapidamente possibile in denaro”. La stessa corsa “alle pensioni private altro non rappresentano se non la trasformazione degli anni di vita in una caccia per arricchire le attività finanziarie”. Si è avuta “la pretesa di assoggetare un processo universale, che ha dietro di se miliardi di anni di evoluzione, ad un dominio privato dove conta solo la monetizzazione, lo scambio finanziario e la creazione di altro denaro”. Una globalizzazione con caratteri di lotta di classe e pressioni al ribasso sulle condizioni di lavoro,sui salari,sui sistemi di protezione sociale dei lavoratori e dell’insieme delle categorie sociali deboli.
Inoltre per effetto delle delocalizzazioni e’ stato incrementato il cosi detto “lavoro informale” al di fuori di qualsiasi legge e quindi in assenza di diritti e protezioni. E’ stato in gran parte raggiunto l’obiettivo neoliberista elaborato e praticato da Milton Friedman secondo cui e’ prevalente garantire il “massimo guadagno agli azionisti”, per il quale in Cile affiancò  il dittatore Pinochet nella demolizione delle riforme di Allende. Dottrina che sta conquistando un potere mai visto nella storia dell’Occidente capitalista.
Infatti dagli anni ottanta la redistribuzione del reddito nei paesi OCSE e’ passata dal 68% al 58% nel 1976-2006. Cio’ e’ avvenuto dal basso verso l’alto per irrobustire rendite e profitti, con l’aggravante di far transitare impunemente verso i paradisi fiscali l’accumulazione. Nel mentre i poveri del Mondo con un dollaro al giorno sono passati da 975 milioni a 1,4 miliardi. Sono dati della Banca Mondiale.
La spinta e’ quella di rendere permanentemente povero il salario operaio ed accettare che un a.d. guadagni 400 volte più dei produttori reali.
Penso che il nuovo orizzonte politico nel conflitto di classe sia la demercificazione del lavoro, della terra e del denaro. Questo movimento collettivo dovrà puntare alla riappropriazione dei valori reali, innanzitutto partendo dal lavoro nel processo di produzione generale .

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