Progretu Republica sull’emergenza sanitaria e le proposte per la Fase due

13 Aprile 2020
[Red]

Pubblichiamo la nota della segreteria natzionale di ProgReS  sull’evolversi dell’epidemia, sul cosiddetto “lockdown” e sulle proposte per il superamento della fase emergenziale, la fase due.

ProgReS Progetu Repùblica ritiene che gli errori gestionali del Governo italiano abbiano in una prima fase permesso il dilagare dell’epidemia nonostante l’inizio della stessa nel Lombardo-Veneto sia avvenuto a circa due mesi dall’esplosione della Covid19 in Cina.

In un momento in cui il vantaggio geografico dato dalla condizione di insularità  si sarebbe potuto sfruttare come argine al contagio questo non è avvenuto: Il rimpallo istituzionale tra la Presidenza della RAS e il governo italiano sulle limitazioni degli spostamenti verso la Sardegna si è concluso solo quando oramai erano arrivate nell’isola circa tredicimila persone e solo in un secondo momento i trasporti verso l’isola sono stati bloccati “precauzionalmente”.

In questo contesto emergenziale si sono rese più evidenti le carenze del Servizio Sanitario sardo che negli ultimi anni ha subito diversi “piani di riordino” della rete ospedaliera pubblica.

Il contesto in cui la sanità sarda si è trovata ad operare in questa situazione d’emergenza è deprimente: seppure il numero di contagi nell’isola sia relativamente ridotto (69 postivi ogni 100mila abitanti rispetto ai 737 della Regione italiana più colpita) e la stragrande maggioranza dei contagiati (85%) stia affrontando la degenza in isolamento presso la propria abitazione, la carenza di mezzi, di dispositivi di protezione individuale per i sanitari e di reagenti per effettuare le analisi ha rischiato in più casi di far esplodere dei focolai proprio negli ospedali e nelle strutture sanitarie che, da luogo di cura, si sono rivelati spesso i maggiori centri del contagio nell’isola.

ProgReS Progetu Repùblica ritiene che sia il momento di iniziare a gestire localmente la crisi e non delegare più al Governo italiano l’esclusività della gestione delle incombenze. Da questo punto di vista riteniamo controproducente sia per l’economia che per la vita sociale dei Sardi un allineamento dei provvedimenti a quelle che sono le regioni italiane più colpite dalla pandemia e riteniamo ancor  più incomprensibili ii decreti della Presidenza della Regione che in certi settori sono addirittura più restrittivi rispetto a quelli della Presidenza del Consiglio italiana.

Alla luce dei dati riportati ieri dal Presidente della Regione Solinas, e vista la conferma dei dati di contagio del personale sanitario, principalmente avvenuti nei luoghi di lavoro (Ospedali, RSA e strutture territoriali) ProgReS Progetu Repùblica ribadisce le proprie proposte, già riportate nel nostro documento politico riguardante l’emergenza Covid19 in Sardegna, per affrontare la crisi in maniera particolare per quanto riguarda il settore sanitario che rappresenta fin dal principio dell’emergenza il settore più a rischio nella nostra isola:
Proposte per il contenimento della crisi socio-sanitaria:

  • Proroga temporanea della chiusura dei tre aeroporti sardi al trasporto convenzionale di viaggiatori e attivazione di una zona di quarantena per le persone che devono necessariamente arrivare per via aerea. Installazione di archi disinfettanti per la ricezione di merce per via aerea;
  • Incremento dei test in modo sistematizzato per individuare possibili focolai di infezione;
  • Acquisto, in qualsiasi modo possibile, del materiale utile alla realizzazione di tamponi e reagenti;
  • Test e tamponi immediati al maggior numero possibile dei residenti, in primis al personale sanitario e agli operatori delle residenze per anziani.
  • Acquisto di materiale per la protezione individuale utile per affrontare la crisi. Il Governo della RAS deve agire per il suo ottenimento in modo indipendente dal Governo italiano;
  • Garantire la consegna di materiale per la protezione individuale a tutto il personale della sanità, compreso quello non considerato strettamente sanitario ma con evidente contatto con persone infette: impiegati delle pulizie, delle cucine, della manutenzione, della sicurezza, delle ambulanze;
  • Il materiale per la protezione personale deve essere obbligatorio in tutto il sistema sanitario: ospedali, cliniche, residenze, ambulanze.

Azione mirata per le residenze per anziani

  • Necessità di un piano di applicazione obbligatorio sia nelle residenze pubbliche che private;
  • Individuazione di protocolli chiari da seguire per il personale di questi centri;
  • Dotazione di sufficiente materiale per la protezione personale per dipendenti e ospiti.

Proposte per il rafforzamento dell’attenzione sanitaria:

Il governo della RAS deve correggere la politica di smantellamento sanitario degli ultimi anni e dedicare risorse economiche straordinarie destinate a coprire le necessità del sistema pubblico.

Proposte per la riapertura graduale delle attività in Sardegna

Vista la condizione di insularità, l’attuale blocco degli spostamenti verso l’isola, le misure restrittive per chi rientrerà ed è rientrato nelle scorse settimane, l’andamento dei contagi e lo stabilizzarsi delle forniture nei presidi ospedalieri sardi riteniamo che sia opportuno al più presto riaprire le attività produttive che hanno le caratteristiche idonee a mantenere in un primo momento un basso potenziale di assembramento delle persone.

Riteniamo altresì che visti i dati epidemiologici sull’età media dei contagiati e l’età media dei decessi in Sardegna (79 anni, dato aggiornato al 13 Aprile) sia opportuno, pur confermando in un primo momento le misure di isolamento sociale per gli over 65 e i soggetti con patologie a rischio, permettere al resto della popolazione di riprendere le proprie attività lavorativa.

Nell’isola esistono oltre 120 comuni al di sotto dei mille residenti, tutte comunità in cui si potrebbe pensare di riaprire alle normali attività limitando i contatti con i paesi confinanti in cui esistono ancora casi di contagio in atto; in Sardegna su 377 comuni, al 13 Aprile, 267 non hanno ancora registrato un solo caso di contagio, come si può verificare dai dati pubblicati dal sito della RAS.

Si dovrebbe ricominciare a permettere la circolazione tra “paesi sanificati” in maniera tale da creare delle aree “bonificate” in cui la vita normale e le attività possano riprendere a pieno ritmo riattivando il tessuto economico dei territori per poi ricomporre un puzzle che alla fine del processo avrà rimesso in rete tutta la nostra isola.
Come tutte le crisi anche questa deve costituire un’occasione di opportunità e di rilancio sociale ed economico: siamo consapevoli che probabilmente nei prossimi mesi il blocco della circolazione delle persone, da e verso l’isola, sarà prolungato.

In questo contesto dovremmo far fronte ad alcune esigenze e ripensare alla valorizzazione del mercato interno, non in chiave autarchica ma di miglioramento dell’offerta, in maniera tale da rinsaldare tra i cittadini di Sardegna il senso di comunità e cooperazione ed essere pronti a rilanciarci nel sistema di relazioni e di scambi quando, a livello globale, saremo pronti a riaprirci totalmente alla fine dell’emergenza.

Leggi il Doc. Politico di ProgReS sull’emergenza Covid19:

Dati e grafici aggiornati su: Sardinia. Focus Covid-19

 

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