Rwm Domusnovas. Cara Furlan, la Cisl non è un sindacato di guerra

1 Febbraio 2018

[Antonio Guaita]

Pubblichiamo la lettera aperta di Antonio Guaita, medico in pensione e iscritto Cisl ad Annamaria Furlan, segretaria generale della CISL (red).

il sottoscritto è medico in pensione dal ’93, ancora iscritto Cisl dall’assunzione come ospedaliero INAIL al Centro traumatologico di Iglesias (1955).

Come Consigliere Comunale, dal ’56 ho partecipato alle battaglie per l’occupazioe e le crisi nel settore minerario, d’accordo col Consiglio e le Sigle sindacali. Attualmente faccio parte di un Comitato di varie sigle nazionali e non, culturali e confessionali, pacifiste ed ecologiste, per denunciare la situazione creatasi da tempo, e ora ben chiara, della fabbrica sita a Domusnovas (RWM) che produce quelle che in fase finale diventano bombe che giungono in Arabia ad alimentare la guerra presente in Yemen.

Il Comitato ha rappresentato a vari livelli l’assurdità della situazione che viola il “ripudio della Guerra” affermato dalla Costituzione. La nostra azione , rivolta al Governo e alla Regione, chiede l’osservanza del dettato costituzionale, della legge 185/90 e della legislazione internazionale che fanno divieto di rifornimento di armi a paesi in guerra. La reazione della fabbrica è iniziata, con un comunicato dei Lavoratori e Sindacati su carta intestata della fabbrica, che rifiuta drasticamente l’ipotesi di una riconversione avanzata dal Comitato a tutela del posto di lavoro. Nei giorni scorsi, sul Quotidiano “ L’Unione Sarda” e con un nuovo Comunicato congiunto di Confindustria e dei Sindacati,Cisl compresa, si conferma il rifiuto della riconversione attribuendo demagogia all’azione del Comitato. Nella mia lunga esperienza di vita professionale e civile e politica, ho vissuto le grandi battaglie minerarie relative a migliaia di lavoratori.  Ritengo, la presente, la battaglia politica più importante di quante in decenni sviluppatesi nel nostro territorio, anche se coinvolge un più limitato numero di Lavoratori e famiglie. Si tratta ancora degli interessi vitali dei lavoratori e dei valori civili e morali affermati dalla nostra Costituzione.

Spiace rilevare (anche a un democratico interclassista) la presenza di un fronte sindacale con solidale comunanza di firma con la Confindustria e soprattutto con la Fabbrica che mira ai propri specifici interessi non coincidenti con quelli globali, economici e morali, dei Lavoratori  che sono anche Cittadini. Ci duole che la CISL, per le sue origini e i suoi connotati sociali civili e morali non si sia distinta, pur nella primaria legittima e doverosa tutela dei lavoratori, per affermare i valori della Pace e della Vita umana disprezzati dagli interessi economici e politici della guerra subita dagli Yemeniti. Non è venuta una parola di attenzione ai valori civili e politici- la Costituzione e la Vita- richiamati da noi congiuntamente a quelli dell’Occupazione! Continueremo la battaglia che riteniamo di civiltà.

Chiediamo il Suo autorevole intervento di solidarietà ai fini della nostra azione, e di pronta rappresentazione al Governo delle responsabilità che si assume col silenzio e l’acquiescenza sul dramma dello Yemen, cui può, speriamo non tardivamente, rimediare astenendosi dalla partecipazione di fatto al conflitto (le componenti delle bombe sono di fabbricazione italiana, Sardegna, e dall’Arabia Saudita esplodono in Yemen!) e promuovendo le modalità organizzative per l’avvio del processo di riconversione della Fabbrica. Nelle non meno dure battaglie del passato del Sulcis Iglesiente, il rapporto dialettico (Comuni-Sindacati e Rappresentanze politiche) col Governo, è stato democratico, civilmente e politicamente produttivo. Speriamo anche stavolta.  Sarebbe confortevole che la soluzione di questo dramma avesse anche e soprattutto la firma di una grande Istituzione quale è, nei suoi principi ispiratori, la CISL. La ringrazio e resto a disposizione per ogni eventuale ulteriore chiarimento.

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