Ischola. Pro chie la cheret, no pro chie potet

1 Novembre 2008

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Cronaca dal corteo di Sassari

Ricucire con un grande corteo Sassari è un’esperienza che porta lungo tracce urbane esemplari. La fiumana di gente – la pioggia non poteva bastare a interromperla:  la voglia di esserci e dire la propria era prevalente – tocca, e ne viene a sua volta spinta, la particolare topografia del sapere della città. Il corteo parte da Via Duca degli Abruzzi con il Mattatoio in restauro come futuro centro culturale unificante, che vede di fronte l’Università degli Studi e l’Accademia di Belle Arti. A fianco,  l’Istituto Zooprofilattico. Studenti e ricercatori che normalmente si  vedono in zona e spesso – come quelli di Lettere e Filosofia e dell’Accademia di Belle Arti – costruiscono azioni ed eventi comuni. Conduce le danze il combattivo Coordinamento degli Studenti universitari. Vivacissime Lettere e Agraria. Collettivi studenteschi, ricercatori, precari, docenti di ruolo  – persino alcuni già candidati di Forza Italia, in corteo -, e quel Comitato dei genitori che aveva già organizzato la grande manifestazione del diciotto ottobre scorso contro la riforma Gelmini. Parole intransigenti contro la Gelmini, Berlusconi, Tremonti. Antifascismo. E un impressionante senso collettivo del ‘bene comune’, una coscienza critica che non dimentica le storture in atto, ma non per questo sceglie la via della privatizzazione, anzi. Gli slogan più ricorrenti esprimono l’esigenza di un Istruzione pubblica, non classista. Uno splendido striscione che dice :   S’Ischola est pro chie la chered, no pro chie potet La scuola è di chi la vuole, non di chi può. Nel corteo, sotto la pioggia battente, si discute. Qualcuno ringrazia la Gelmini per aver creato questo casino! Si entra in Piazza d’Italia, dove arrivano come rivoli  senza sosta continui spezzoni di cortei  da altri luoghi della città: medie superiori, inferiori, elementari. E colpisce un ragionamento, che, suscitato, si sviluppa. La necessità di riprendere la coscienza e l’analisi, di scambiarsi le informazioni, di sapere. La capacità di accettare la ‘sconfitta’ parlamentare percependo che altri sono i luoghi, che si tratta di un’occasione straordinaria per costruire una prospettiva vincente e consolidarla.

1 Commento a “Ischola. Pro chie la cheret, no pro chie potet”

  1. Maria Corazza scrive:

    ciao!ho pensato io quella frase e l’ho realizzata con i miei compagni del liceo classico di ozieri!siamo contenti vi sia piaciuta!=)
    grazie per averla ascoltata!

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