Senso dello Stato?

25 Febbraio 2021

[Ottavio Olita]

Pare ci siano voluti nove giorni di trattative, poi quasi una rissa nell’ultimo Consiglio dei Ministri prima della assegnazione ufficiale di tutti i posti di sottogoverno, infine la grande abbuffata: 39 tra sottosegretari e vice ministri.

Per ‘Senso dello Stato’, come più volte auspicato dal Presidente Mattarella’ o piuttosto  per ‘Senso della poltrona’? Segnali preoccupanti sulla reale forza e capacità di Draghi nel tenere sotto controllo gli inestinguibili appetiti dei tanti (troppi) partiti che lo sostengono. La libertà d’azione dimostrata con la nomina dei suoi ministri sembra già svanita, soprattutto se si va a guardare a settori delicatissimi come la giustizia e l’editoria. Non solo. Ma che dire del continuo parlare o straparlare di qualche leader?

Penso a Salvini che sta già rilanciando uno dei temi a lui più cari, quelli cavalcati durante e dopo la campagna elettorale del 2018: l’immigrazione. Ha ottenuto la designazione del suo fedelissimo Molteni agli  Interni e subito dopo che fa? Dichiara che ai suoi tempi gli sbarchi erano stati poche centinaia e oggi siamo a quattromila. E i continui attacchi alla gestione delll’emergenza sanitaria da parte del commissario Arcuri? Salvini parla, Draghi continua a tacere. Speriamo che il mutismo venga compensato da atti che controllino la fame di potere di chi vorrà mettersi la medaglietta al petto su provvedimenti ai quali tengono in modo particolare, ad esempio sulla riforma della giustizia o sui provvedimenti relativi all’informazione. E quale capacità avrà il ministro dell’economia, un tecnico prestigioso, di resistere alle pressioni che riceverà nella gestione del Recovery Plan, il tema più caro a Renzi quando decise di cuocere a fuoco lento il Conte Due.

Quel che è successo ieri, accolto con dichiarata soddisfazione da parte di tutti i partiti della nuova maggioranza, andrà analizzato in modo attento nelle prossime settimane. Altri segnali di debolezza da parte di Draghi darebbero alla partitocrazia il vigore che sembrava essersi attenuato quando venne accettata la soluzione individuata da Mattarella per uscire dalla crisi. La geniale intuizione di Tomasi di Lampedusa – “tutto cambi perché nulla cambi” – sembra sia in via di applicazione. A questo si ridurrebbe il ‘Senso dello Stato’?

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